Il fatto nuovo e interessante che si sta verificando nel campo del trasporto privato è la crescente diffusione dell’auto elettrica.
Dalla crescita di questo mercato, che potrebbe raggiungere entro il 2020 il 15% del trasporto privato, ci si aspetta un valido contributo al raggiungimento degli obiettivi di abbattimento delle emissioni di gas serra fissati dagli accordi internazionali.
Affinché, tuttavia, le auto elettriche divengano un bene di larga diffusione, è necessario lo sviluppo di una adeguata infrastruttura per la ricarica delle batterie. In questo la carica lenta a casa gioca un ruolo essenziale.
La ricarica di un’auto è semplice come quella di uno smartphone. L’unica vera differenza è che la presa è più grande. Fondamentalmente vi sono tre sistemi di ricarica:
Sleep & Charge: viene così definita la carica lenta a casa. La corrente per la ricarica delle batterie è in linea di principio disponibile in ogni edificio e in ogni abitazione monofamiliare. Per i possessori di auto elettriche che sono anche proprietari di una casa con posto auto privato dotato di presa elettrica, questo è il sistema più comodo. Gli addetti del settore dicono che questo metodo di ricarica copre il 90% dei casi per le auto elettriche attualmente circolanti. Ciò è in linea con le caratteristiche tipiche del proprietario attuale di un’auto elettrica, che è, in tre casi su quattro, maschio, sopra i 50 anni e che dispone di un reddito superiore alla media.
Il secondo metodo di ricarica è il così detto Work/Shop & Charge: viene utilizzato per una ricarica accelerata in parcheggi pubblici in città o sui luoghi di lavoro.
Infine, il Coffe & Charge, consistente nella ricarica rapida durante i 15-20 minuti in cui ci si intrattiene su un’area di servizio o comunque in punti di ristoro o simili.
Per la diffusione dell’auto elettrica la disponibilità di tali punti è determinante. La previsione è che, per poter espletare il servizio con un buon livello di efficienza, in previsione degli scenari futuri, occorrano almeno sei punti di ricarica in ogni area di servizio, oltre a punti di ricarica sui luoghi di lavoro.
Per questi punti di alimentazione occorrono poi linee di alimentazione maggiorate, con opportuno interruttore magnetotermico-differenziale.
È evidente che i pianificatori e i costruttori dovranno prevedere posti parcheggio per l’elettromobilità, mentre gli operatori elettrici dovranno incrementare la distribuzione di potenza, mediante il potenziamento delle condutture elettriche. Nei numerosi edifici esistenti anche i condomini dovranno fare la loro parte, adeguando la struttura degli edifici alle nuove esigenze. Questo rappresenterà un costo, ma anche un’opportunità per aumentare il valore dell’immobile.
Nei garage spesso non vi è abbastanza spazio per la ricarica e non è facile o possibile ricavarne a sufficienza.
In tali casi può risultare ragionevole l’installazione di una apposita stazione di ricarica di potenza sufficiente allo scopo e realizzata tenendo conto dei vincoli imposti dal fabbricato.
In principio la costruzione di una stazione di carica non è né costosa né difficile. All’atto dell’acquisto i venditori di auto elettriche chiariscono con il compratore la situazione relativa alla disponibilità di strutture di ricarica. Già oggi per esempio alcune Case automobilistiche offrono l’infrastruttura di ricarica integrata nel prezzo. In questo sono inclusi un Home Check, una verifica da parte di esperti della struttura della casa, una stazione di ricarica, la sua installazione e il controllo. Peraltro, la stazione di ricarica è una struttura molto affidabile, per cui non è richiesta praticamente nessuna manutenzione. Si sta anche pensando per il futuro a soluzioni come l’affitto, piuttosto che l’acquisto della stazione di ricarica, dato che il costo di installazione si aggira sui 1000 – 3000 euro, cui bisogna aggiungere il costo per il fabbisogno elettrico del veicolo e gli eventuali altri costi dovuti all’aumentato consumo di energia.
Ad esempio, l’installazione di una stazione di ricarica in un garage richiede un adeguato incremento di potenza. Supponendo che in una notte vi siano una decina di auto in ricarica, come può accadere in un condominio di medie dimensioni, il sistema va in crisi, se non sono state previste abbastanza prese, con i propri contatori, e abbastanza potenza per le rispettive auto. L’incremento di potenza richiede l’installazione di struttura adeguate, quali cavi di adeguato spessore e interruttori compatibili con essi. La previsione e l’aspettativa sono che entro una decina di anni la costruzione di case e di edifici già predisposti con stazioni di ricarica sia diventato un fatto di routine.
L’autonomia delle auto elettriche è molto varia. Le Tesla raggiungono un’autonomia di 400 km. Altri modelli hanno autonomie diverse, in genere inferiori. Per esempio, il modello Zoe della Renault ha un'autonomia di 280 km. Già oggi, in alcuni paesi Tesla nel suo segmento vende più delle maggiori Case automobilistiche, quali BMW, Mercedes, Audi.
Ciò' non deve sorprendere. Infatti, si è visto che il tragitto giornaliero medio coperto dalle auto nell’80% dei casi è di circa 40 km, tranne che nei periodi di vacanza, quando la media cresce un poco. Già oggi, quindi, nella maggioranza dei casi, con un’auto elettrica si può girare per diversi giorni senza dover ricaricare. Oltretutto, poiché le auto elettriche sono realizzate con tecniche moderne, la loro carica può essere controllata con il computer di bordo o con lo smartphone e durante la guida si viene informati sull’autonomia prevista così come sulla ubicazione dei punti dove, in caso di emergenza, l’auto elettrica può essere ricaricata.
È prevedibile che l’auto elettrica abbia uno sviluppo considerevole, in considerazione anche degli stretti limiti posti sulle emissioni di CO2e di ossido di azoto. Per questo alcune città prevedono di vietare o stanno già vietando, i centri storici alle auto. specialmente ai diesel. La VW si prefigge di essere leader in questo mercato a partire dal 2020 e sta investendo qualcosa come 30 miliardi di euro in sviluppo e produzione. Se l’industria automobilistica porta sul mercato un’offerta differenziata, anche il mercato crescerà, come sta già accadendo in Cina, che si prefigge di raggiungere il 10% di auto elettriche circolanti.
Con il mix di combustibili attualmente utilizzati in Europa, l’auto elettrica porterà a una riduzione del 20% dei gas serra. Nel costo complessivo economico/ecologico, tuttavia, bisogna tener conto anche dello smaltimento delle batterie. Alcuni costruttori ancora rimandano un loro massiccio ingresso sul mercato, per il temuto inconveniente che le batterie all’improvviso risultino scariche e che il viaggio si blocchi, arrecando disagio e rischi per l’utilizzatore.
Vi sono ricerche volte a verificare se l’auto elettrica può essa stessa fungere da dispositivo per l’immagazzinamento dell’energia, in vista della sempre maggiore diffusione delle energie alternative, ma i risultati in questo campo sono ancora da venire.
Resta anche da valutare l'impatto non indifferente del crescente numero di batterie che in futuro sarà necessario alienare, per quanto anche in questo caso il miglioramento delle tecnologie costruttive porterà verosimilmente ad un allungamento della vita media delle batterie, con conseguente minore esigenza di distruzione di dispositivi esauriti.