sabato 20 gennaio 2018

Progetto dell’impianto elettrico di un capannone industriale

Case Study:
Progetto dell’impianto elettrico di un capannone industriale

In questo esempio esamineremo il caso di un semplice progetto per l’ammodernamento dell’impianto elettrico di un capannone adibito a deposito di mobili e poltrone, che, per la quantità e il tipo di materiale immagazzinato, viene classificato come ambiente a maggior rischio in caso di incendio, ai sensi della norma CEI 64-8, con classe antincendio pari a 30 (terminologia in uso alla data di redazione del progetto ).
Inoltre, all’atto della costruzione del fabbricato, in relazione anche alla precedente destinazione d’uso del locale, il progettista aveva ritenuto opportuno dotare il capannone di impianto LPS, dotato di sei calate, di cui quattro agli spigoli del fabbricato e due al centro delle pareti laterali dell’edificio (non riportate sulle planimetrie).
La particolarità interessante di questo semplice progetto consiste proprio nell’analisi della interazione fra il nuovo impianto elettrico e l’LPS di categoria III preesistente, con particolare riferimento alle condizioni da verificare per la tutela della sicurezza dei lavoratori in caso di fulminazione. È evidente che un punto critico per il progettista dell’impianto elettrico è quello di far sì che il nuovo impianto non presenti punti critici in caso di fulminazioni.
Come previsto dalla norma CEI 81-1, “devono essere ritenute pericolose le scariche che si verificano fra l’LPS esterno da una parte e i corpi metallici e gli impianti interni ed esterni dall’altra….Le scariche pericolose possono essere evitate mediante:

-       collegamenti equipotenziali
-       isolamento fra le parti”

Come si nota nella relazione tecnica, l’orientamento che nel caso in esame appare più percorribile, come compromesso tra il rigore tecnico e il rispetto degli oneri contrattuali, è quella dell’isolamento fra le parti. Sta alla sensibilità tecnica e professionale del lettore valutare se questa sia stata effettivamente la scelta più opportuna o semplicemente la più opportunistica.
Si noti infatti come venga riposta anche l’attenzione del progettista sulla separazione delle responsabilità fra il progetto del nuovo impianto elettrico e quello del preesistente impianto di protezione dalle scariche atmosferiche (LPS, Lightening Protection System). Il progettista elettrico, infatti, deve sempre trovare il giusto equilibrio fra un dettagliato e chiaro dimensionamento di tutti i parametri che concernono la sicurezza e la funzionalità dell’impianto e l’assunzione di responsabilità che non competono al progetto elettrico e, anche, che non sono previste dal contratto che lo lega al committente.
Nel caso in esame, il progettista elettrico non deve ignorare che vi è un impianto LPS preesistente, che può interagire con il nuovo impianto elettrico, ma simultaneamente non gli compete il dimensionamento degli scaricatori (SPD), così come, ad esempio, il dimensionamento delle parti metalliche esterne, che poterebbero essere coinvolte dalla corrente di fulmine, in caso di scarica atmosferica diretta o indiretta.
Anche l’impianto di terra è preesistente. Compito del progettista è la verifica diretta, al sopralluogo, e di calcolo, che tale impianto sia qualitativamente e dimensionalmente idoneo al nuovo impianto elettrico.
Ecco qui di seguito un estratto dalla relazione tecnica.


                                                         Relazione Tecnica

1)    Oggetto ed esclusioni

Il presente documento riguarda la realizzazione dell'impianto elettrico per l'alimentazione delle utenze situate nel capannone ubicato in via xxxxx, a uso della ditta xxxxx, come deposito per i propri articoli.
Lo stabile in oggetto, di costruzione relativamente recente, è composto da un capannone a pianta rettangolare, con struttura portante in cemento armato e pannelli di cemento prefabbricati.
L’altezza dell’edificio è di circa 6 mt.
All’interno dell’edificio è ricavata un’area di due piani, con struttura metallica e adibita a uffici.

Sulla base di quanto sopra e di quanto concordato con il committente, i principali componenti dell’impianto elettrico sono i seguenti:

Interruttore Generale dell’impianto e linea uscente

Quadro Elettrico

Linee di alimentazione luci interne

Linee di alimentazione luci emergenza

Linee di alimentazione luci esterne

Linee di alimentazione prese bipasso 10/16 A

Linee di alimentazione prese interbloccate

Impianto di terra, in relazione alla protezione contro i contatti indiretti


2)    Riferimenti normativi


Si tratta di un edificio adibito ad ambiente di lavoro con impianti elettrici utilizzatori alimentati da rete pubblica e munito di impianti ausiliari e telefonici.

Per il tipo e la quantità presunta del materiale mediamente presente in esso, il locale sarà considerato a maggior rischio in caso di incendio.

Norme applicabili:

Legge 5/3/90 n° 46     Norme per la sicurezza degli impianti

DPR 447 06/12/91      Regolamento di attuazione relativo alla
                                    legge 5/3/90 n° 46

DLgs 626/94              Norme per il miglioramento della sicurezza sul lavoro

DPR 547 27/4/55        Norma per la prevenzione degli infortuni
                                    sul lavoro

DM 16/2/1982            Elenco attivita’ soggette a controllo dei Vigili del Fuoco per il rilascio del 
                                   CPI

Norme e guide CEI    64-8, con particolare riferimento ai parr. 751.03 e 751.04
81-10 (per le problematiche relative alla protezione contro il rischio
                                   di fulminazioni),
CEI 20-20,22,35 per i cavi
CEI 23-48,49,51 per i quadri
CEI 23-3 per gli interruttori).


3)    Descrizione dell’impianto

Si tratta di impianto alimentato a 400V trifase dall’ENEL.
Il punto di consegna è indicato in pianta, nelle immediate vicinanze del recinto esterno.
Da qui parte un cavo, protetto da magnetotermico differenziale con In= 63 A e Idn 300 mA, che percorre un tratto interrato attraverso il piazzale antistante l’ingresso, fino al punto in corrispondenza del quadro elettrico del capannone. Tale conduttura e’ in pvc. Non risultando conveniente l’esecuzione di uno scavo per la sostituzione con una conduttura metallica (la cui sezione sarebbe comunque subordinata al calcolo della corrente di fulmine), si proporra’ nei prossimi paragrafi l’equipotenzializzazione della linea entrante mediante SPD.
Tutti gli interruttori dell’impianto sono dello stesso costruttore, in modo che sia assicurato il corretto coordinamento delle protezioni, sia in termini di selettività, sia in termini di back up.

Negli schemi unifilari di QG sono riportate le sezioni dei cavi e le portate relative al tipo di posa adottato. Il potere di interruzione dell’interruttore nel quadro contatore dell’ENEL, a inizio impianto, è di 10 kA, mentre nel quadro generale gli interruttori hanno p.i. di 6 kA.

La potenza complessiva dell’impianto, calcolata sulla base del fabbisogno delle singole utenze e dei coefficienti di utilizzazione e contemporaneità concordati con il committente, è di circa 15 kw, con possibilità di espansione fino a circa 25 kW.

Nell’area magazzino prese e interruttori vanno installati ad altezza non inferiore a 1,5 mt dal pavimento.
I cavi, gli apparecchi e le scatole vanno disposti in modo da evitare il pericolo di urti e comunque installati, laddove possibile, a circa 2,5 mt di altezza.
I cavi, in particolare, sono protetti con tubi di materiale non propagante la fiamma e non propagante l’incendio.
Le prese bipasso sono a servizio di carichi singolarmente in genere inferiori a 1kw.
La posizione delle luci e delle luci di emergenza è indicata in pianta.
È opportuno installare un pulsante di sgancio generale di emergenza dell’alimentazione (a lancio di corrente) in prossimità dell’ingresso delle persone (si veda la pianta), collegato con cavo resistente all’incendio, tipo FG10OM.
I materiali impiegati, sulla base del rischio di incendio definito, devono essere dei seguenti tipi:
- quadro elettrico:
   - involucri e strutture di sostegno completamente metallici o in materiale plastico
     autoestinguente;
   - cablaggi interni realizzati con cavi di tipo non propagante l'incendio
   - eventuali cablaggi ausiliari soggetti a surriscaldamento in caso di guasto protetti contro il     
     gocciolamento dell'isolante mediante calze in materiale siliconico;
   - tutti i materiali plastici utilizzati per canali, morsettiere, custodie di apparecchi e strumenti,  
     supporti, fascette, etichette, ecc.: di tipo autoestinguente;
- passerelle portacavi per la distribuzione principale: metalliche o in vetroresina;
- tutti i materiali plastici utilizzati per tubazioni, canali, morsettiere, cassette, scatole,
coperchi, custodie, supporti, fascette, etichette, ecc.: in materiale plastico autoestinguente, con
l'eventuale sola eccezione dei componenti in materiale incombustibile.

Dato il presumibile uso di personal computer, si prevede l’utilizzo di interruttori differenziali per correnti unidirezionali e pulsanti (tipo A).

Area esterna

Il piazzale esterno richiede l’installazione di corpi illuminanti con grado di protezione almeno IP55, così come tutti gli altri componenti posti in opera all’esterno, curando in particolare la tenuta all’acqua dei tubi di pvc nei giunti.
Le condutture all’esterno del fabbricato, realizzate con cavo FG7, devono essere meccanicamente protette con tubo corrugato pesante, con i diametri indicati in pianta nella parte interrata, mentre sono in tubo di pvc rigido autoestinguente nella parte a vista.
La parte di conduttura interrata è indicata in pianta. La profondità di posa deve essere di almeno 0.5 mt.

Bagni e Doccia

In allegato vi è la suddivisione di principio in zone dei locali bagni con vasca o doccia.
Per le caratteristiche delle varie zone si rimanda a quanto riportato dalla 64-8 e alla suddivisione di principio in zone allegata (per il significato delle figure si faccia riferimento alla CEI 64-8/7).
Prese e interruttori devono essere al di fuori anche della zona 2. Si consiglia di porre anche eventuali scaldaacqua, comunque protetti da differenziale da 30 mA, in zona 3.

Distanze di sicurezza

Le condutture interne vanno poste a una distanza d dalle calate e dai captatori almeno pari a

                                                                   s=kc ki l/ km

secondo le indicazioni della norma CEI 81-10.
ki e’ calcolato con la Tab. 10 della Norma CEI EN 62305-3. Assumendo che sia valida la classe III per l’LPS in oggetto, risulta ki = 0,04.
kc e’ ricavato dalla Tab. 11. Nel caso in esame, facendo riferimento al Progetto dell’LPS, si ricava kc = 0,49.
Per km, essendo in presenza sia di aria che di calcestruzzo, si assume il valore 0,5.
Per le condutture al livello del soffitto, risulta  6 mt, mentre per le linee che alimentano le prese interbloccate risulta l  4 mt, da cui si ricava, con le ipotesi di cui al Progetto su menzionato, s = 24 cm nel primo caso e s = 16 cm nel secondo.

Collegamenti equipotenziali


Il collegamento EQP va effettuato a valle del contatore, verificando che da quel punto in poi non vi siano giunti isolanti e proteggendo gli eventuali tratti che il conduttore di EQP percorre a vista con adatto tubo di PVC, secondo quanto sopra riportato.
Analogamente andranno collegate al collettore di terra eventuali altre masse estranee entranti.
Anche tra i corpi metallici esistenti all’interno del volume da proteggere e fra questi e l’LPS va prevista l’equipotenzialità. Tali prescrizioni rientrano nell’ambito degli aspetti progettuali dell’impianto di protezione dalle scariche atmosferiche e pertanto si rimanda alle valutazioni di dimensionamento ad esso relative.
Le condutture dell’acqua entranti nell’edificio devono essere collegate al più vicino collettore di equipotenzialità. Inoltre, essendovi delle implicazioni sull’architettura dell’impianto elettrico da parte dell’LPS, si evidenzia, a titolo informativo per il committente, quanto segue:

Ø  va effettuata l’equipotenzializzazione, oltre che delle condutture idriche entranti, anche delle linee di energia e telecomunicazioni (informandone i Gestori o le Autorita’ competenti).
“Nel caso di linee e corpi metallici esterni connessi alla struttura è sempre necessario effettuare l’equipotenzializzazione (connessione diretta o mediante SPD) nel loro punto di ingresso nella struttura” (CEI EN 62305-3 par. 6.3).
Essendo la consegna in Bassa Tensione, l’equipotenzializzazione puo’ essere effettuata immediatamente a valle del quadro generale.

Ø  gli SPD da utilizzare per il collegamento equipotenziale delle linee elettriche devono essere di classe di prova I, con Iimp>kc I, livello di protezione Up inferiore al livello di tenuta ad impulso dell’isolamento tra le parti.
Si ricordi che Iimp ≥ IF /n’, dove n’ è il numero dei conduttori entranti, e, in assenza di linee aeree, IF = ZI/(n1Z+Z1), dove I e’ la corrente di fulmine calcolata in base alla Tab. 5 della CEI EN 62305-1 (ipotizzando un LPS di classe III, vale I=100 kA), Z e Z1 si calcolano dalla Tab. E1 della medesima Norma, n1 e’ dato dal numero di servizi entranti, esclusi quelli di TLC.
Come si può rilevare, la scelta dell’SPD è subordinata al tipo di LPS e quindi alla valutazione del rischio.
In generale, comunque, l’installazione degli scaricatori deve seguire criteri di posa ben precisi (assenza di spire, percorso del g/v il più breve possibile ecc.) con l’eventuale utilizzo dei fusibili indicati dal costruttore di SPD e con modalità di collegamento dipendenti, tra l’altro, dalla loro ubicazione rispetto al differenziale generale dell’impianto.

I collegamenti equipotenziali devono essere realizzati nel modo più diretto e dritto possibile, con conduttori di sezioni minime date dalle Tabb. 8 e 9 della Norma CEI EN 62305-3 (valore commerciale di 16 mmq per il collegamento in rame fra i collettori equipotenziali e il dispersore e 6 mmq fra i corpi metallici e i collettori equipotenziali). I collettori equipotenziali devono avere sezione di almeno 50 mmq, se anche essi di rame (CEI EN 62305-4 Tab. 1).
Quando non è possibile realizzare distanze maggiori della distanza di sicurezza lungo tutto il percorso, deve essere effettuata l’equipotenzializzazione all’LPS nel punto di riferimento e in quello più lontano.
Per quanto possibile, inoltre, deve essere minimizzata l’area di eventuali spire, disponendo i cavi in prossimità dei componenti naturali della struttura messi a terra e/o affiancando, per quanto possibile, le linee di energia a quelle di segnale.
L’installazione di tubi di metallo per i servizi igienici comporta l’obbligo di collegamento degli stessi mediante EQS da 6 mmq, all’ingresso nel bagno (si veda l’Allegato).

Impianto di terra

L’impianto di terra è costituito da un dispersore ad anello posato intorno al fabbricato.
Il dispersore, la cui ubicazione è riportata in pianta, è collegato con cavo G/V da 16 mmq, come indicato negli schemi allegati, al collettore di terra.
Il conduttore di terra deve essere protetto, oltre che contro la corrosione, anche meccanicamente, con tubo di pvc.
Sarà cura dell’installatore effettuare una misura preventiva della Rt, come da CEI 64-8/6, prima dell’attivazione dell’impianto.
Anche per l’impianto di terra occorre fare riferimento al ‘Progetto LPS’ di cui sopra.

Impianti speciali

Tutti i cavi relativi agli impianti speciali e cioè i cavi di segnali e quelli operanti a tensioni inferiori a 230V (per es. 24, 12V ecc.) devono alloggiare in canalizzazioni separate da quelle adibite al trasporto di energia a 230V.
Un eventuale impianto di rivelazione antincendio dovrà essere realizzato in conformità alla Norma UNI 9795 e alla Norma UNI EN 54, con la centrale provvista di alimentatori e batterie in grado di garantirne il funzionamento per almeno 24 ore, in caso di mancanza della rete di alimentazione primaria.

Illuminazione di sicurezza e di emergenza

L’impianto di illuminazione di sicurezza deve rispondere ai requisiti della Norma UNI EN 1838 ed intervenire in un tempo inferiore a 0,5 sec.
È alimentato a tensione di rete tramite batterie di accumulatori locali installati direttamente all’interno delle lampade di sicurezza, dimensionate per garantire un’autonomia a carico nominale non inferiore a un’ora, in caso di mancanza della rete di alimentazione primaria.
L’illuminazione di sicurezza ha lo scopo di garantire la sicura evacuazione delle persone, in caso di necessità, con i livelli minimi di illuminamento previsti dalle norme (5 lux).
I circuiti di alimentazione soddisfano quanto riportato al par. 563 della CEI 64-8.
Per quanto riguarda la riconoscibilità dei segnali, deve essere A > L2/2000. (A è la superficie del cartello in m2 e L la distanza in metri, come da DL 493/96), mentre la visibilità è data da d = S x p (d è la distanza di osservazione, p l’altezza del pittogramma e S=200 per i segnali autoilluminanti, 100 per quelli illuminati dall’esterno.
Si suggerisce che la protezione di questa linea contro il corto circuito sia dotata anche di dispositivo per segnalazione ottica e acustica di intervento.

Raccomandazioni realizzative

I cavi elettrici sono del tipo FG7OR (per le utenze esterne e per le dorsali principali di distribuzione) con tensione di isolamento 0.6/1 KV e N07V-K, secondo quanto indicato anche negli schemi unifilari, non propaganti la fiamma (CEI 20-35) e non propaganti l’incendio (CEI 20-22) e meccanicamente protetti in tubo di pvc, ai sensi della CEI 64-8/7.
Per i conduttori di terra sono da utilizzare cavi N07V-K, con sezioni secondo quanto prescritto dalla CEI 64-8.
Si raccomanda che per il collegamento di eventuali apparecchi mobili o trasportabili o comunque alimentati dalle prese installate, si utilizzino cavi con la minima lunghezza possibile.
A tale scopo, le prese fisse sono state ubicate nelle posizioni indicate come le più opportune per l’esercizio delle attività.
Per correnti fino a 16A le prese a spina mobile devono essere fornite di dispositivo di ritenuta che ne impediscano il distacco involontario. Per utenze superiori a 1kw è richiesto l’interblocco.
Non sono previsti e non vanno effettuati attraversamenti di strutture portanti.
Le portate nominali dei cavi sono quelle ricavate dalle tabelle CEI-UNEL 35024/1e 35024/2, e tengono conto del valore di massima temperatura ambiente di progetto e delle effettive condizioni di posa (tipo di condotti portacavi e vicinanza tra cavi diversi).
Il dimensionamento delle condutture tiene conto anche di:
-      valore della caduta di tensione;
-      coordinamento tra le caratteristiche della conduttura e quelle del relativo dispositivo di protezione, in termini di correnti di  cortocircuito  massime  e  minime  e  di  energia  specifica  passante,  in  tutte  le  configurazioni di  esercizio previste per la rete.
Il coordinamento tra conduttura e dispositivo di protezione al sovraccarico è garantito dalla verifica delle condizioni imposte dalla norma CEI 64-8/4 art. 433.2:

                              Ib < In <  Iz    per gli interruttori magnetotermici            (1)
dove:
Ib è la corrente di impiego del circuito
Iz la portata in regime permanente della conduttura
In la corrente nominale del dispositivo di protezione
Il dimensionamento delle protezioni dal corto circuito prevede che tutti i circuiti siano protetti da dispositivi in grado di interrompere le correnti di cto-cto prima che queste possano divenire pericolose per gli effetti termici e meccanici nei conduttori.
L’intervento dei dispositivi a massima corrente previsti avviene in un tempo inferiore a quello che porterebbe la temperatura dei conduttori oltre il limite ammissibile.
La verifica progettuale a che l’energia lasciata passare dalla protezione sia inferire a quella sopportabile dal cavo va effettuata sulla base della relazione definita dalla norma CEI 64-8/4 art. 434.3.2.:

                                                                        Icc2 t < K2 * S2

Ponendo:

K= 115 per conduttori in rame isolati in pvc
K= 143 per conduttori in rame isolati in gomma etilpropilenica

I quadri elettrici (quadro contatore e quadro generale capannone) sono a struttura modulare con attacco a barra DIN, muniti di porta con chiusura.
I collegamenti delle masse e delle masse estranee al potenziale di terra sono realizzati con capicorda o morsetti. Le derivazioni sono realizzate con morsetti indipendenti provvisti di serrafilo a mantello in materiale isolante nelle apposite cassette di derivazione.
I componenti elettrici utilizzati devono riportare il marchio CE e, quando applicabile, il marchio IMQ.
Il quadro elettrico deve inoltre riportare i dati del Costruttore/Installatore che ne garantisce la funzionalità, la sicurezza e il corretto dimensionamento termico, nonché l’indicazione dei parametri elettrici richiesti dalle norme (tensione massima, potenza ecc.).
Ogni linea nel quadro elettrico deve essere identificata mediante etichette apposte in prossimità del rispettivo interruttore e nelle cassette di derivazione.
Per i tubi in PVC il rapporto tra il diametro interno del tubo e quello del fascio di cavi deve essere superiore a 1,3.
Il numero di circuiti raggruppati (e quindi la portata dei cavi), riportato per ogni linea negli schemi unifilari, fa riferimento a ben precise condizioni di posa, di cui si è detto poc’anzi e non va superato, per non degradare il cavo al di sotto del limite imposto dalla (1).
La ubicazione dei quadri è indicata nella planimetria allegata, mentre la composizione è desumibile dagli schemi unifilari, così come le sezioni dei cavi, le cadute di tensione ecc.
Il massimo valore di c.d.t. all’utilizzatore è assunto pari al 4%.
Gli apparecchi di illuminazione sono essenzialmente di tre tipi: fari da esterno, tubi fluorescenti da 2x36W e 4x18W e lampade a incandescenza.
Le derivazioni delle utenze dal circuito trifase, così come indicato negli schemi unifilari, sono realizzate in modo da distribuire i carichi il più possibile uniformemente sulle tre fasi.
In caso contrario, infatti, si rischierebbe di sovraccaricare qualcuna delle fasi, con conseguente scatto intempestivo delle protezioni magnetotermiche.
Non sono previste insegne luminose del tipo a catodo freddo, né impianti di antenna.
Tutti i componenti esterni devono avere grado di protezione almeno IP55, mentre quelli interni IP44 e comunque devono essere protetti da urti o posti in posizione al riparo da manovre accidentali di mezzi meccanici.
Per ridurre i rischi di corrosione, occorre evitare il contatto della giunzione con l’ambiente umido, limitare le coppie elettrochimiche e, nel caso di contatto tra metalli diversi, usare morsetti con potenziale elettrochimico intermedio.
Il dispersore è individuabile mediante appositi cartelli indicatori disposti nelle immediate vicinanze dei pozzetti di ispezione.
Tutte le apparecchiature, nonché le masse estranee sono collegate al potenziale di terra.
È previsto un impianto di terra unico per tutte le utenze, come da schemi e piante allegate.

I soli circuiti esistenti dopo la realizzazione del nuovo impianto devono essere quelli indicati nel presente progetto.

Dimensionamento delle protezioni

Nel seguente paragrafo sono riportate i principi per il dimensionamento dell’impianto di terra, nonché la scelta delle sezioni dei conduttori PE, EQP e EQS.

Il valore della corrente Ia che provoca il funzionamento automatico del dispositivo di protezione a corrente differenziale deve essere tale che risulti verificato quanto richiamato dalla CEI 64-8:

                                              Rt * Idn < 50 V            (2)

Essendo Idn la corrente di intervento del differenziale meno sensibile.
Tale scelta è anche giustificata dalla ipotesi che possono fluire verso le masse estranee correnti di dispersione singolarmente sotto la soglia di intervento del rispettivo differenziale, ma complessivamente di entità significativa per la tensione di contatto.
Il valore teorico di Rt per un dispersore ad anello è dato da:

                                            Rt » r / 4𝜌2r  [ln(8r/a) + ln(4r/H)]                     

Con r raggio dell’anello, a raggio del dispersore, 𝜌 resistività del suolo, H profondità di posa.
In realtà, nel caso in esame il dispersore è un rettangolo più che un anello. Tuttavia, assumendo per esso una circonferenza di circa 110 mt. e per la resistività del terreno 200 Ohm-mt (terreno pietroso), risulta complessivamente Rt dell’ordine di 4 Ohm, con il che la relazione (2) risulta ampiamente verificata.
Misure della resistenza di terra hanno confermato tale previsione, evidenziato un valore non superiore a 3 Ohm.
Per quanto riguarda le sezioni dei conduttori PE, EQP e CT si utilizza la tabella 54F della norma CEI 64-8 nelle ipotesi più gravose con conduttori in rame.
Di conseguenza si ottiene per il conduttore di terra S= 16 mmq, per i collegamenti EQP principali S= 10 mmq, per gli EQS S=6 mmq e per i conduttori di protezione S= Sfase.
Le masse e le strutture metalliche vanno parimenti collegate a terra con conduttore g/v almeno da 6 mmq.
I valori sopra riportati fanno riferimento al dimensionamento in sicurezza dell’impianto elettrico, tenendo conto della presenza dell’LPS. Tuttavia, si precisa che questo documento non ha per oggetto il dimensionamento dell’LPS stesso né di tutto quanto ad esso correlato e non pertinente all’impianto elettrico (ad esempio, il collegamento equipotenziale all’LPS di masse metalliche esterne e non entranti nel capannone).
Anche per il collegamento dei conduttori interni ed esterni al potenziale di terra mediante scaricatori, occorre fare riferimento al ‘Progetto LPS’ e a sue eventuali varianti.