Questa relazione riguarda il progetto dell'impianto elettrico in media tensione a servizio di un grande esercizio commerciale. Al tempo in cui fu realizzato l'impianto la rete in media tensione era esercita senza il neutro distribuito.
Relazione tecnica
Relazione tecnica
Oggetto ed esclusioni
Il
presente documento ha per oggetto il dimensionamento degli impianti elettrici e
speciali dei locali adibiti a punto vendita xxxxx,
sulla base delle informazioni desunte daI sopralluoghi effettuati presso i
locali del punto vendita e da quanto dichiarato dal Committente
Si
riporta, qui di seguito, il dettaglio degli impianti oggetto del presente
documento.
Ø Cabina di trasformazione
L’impianto preesistente prevedeva due trasformatori
in resina 20/0,4 kV, ciascuno da 250 kVA.
Considerando un impiego dei trasformatori ad un
livello non superiore all’80-90% della potenza massima, tale impianto era nelle
condizioni di erogare circa 400-450 kVA.
Come riportato sugli schemi unifilari, il fabbisogno
delle utenze, con i coefficienti di contemporaneità e di utilizzazione
ipotizzati, è di circa 670 kW e pertanto è stato necessario sostituire gli
attuali trasformatori con quelli di cui nel seguito si riportano le
caratteristiche.
Ø Impianto di terra
L’impianto di terra esistente non era completamente
noto nella sua estensione e nelle sue caratteristiche.
È stato ampliato per migliorare il livello di
protezione contro i contatti indiretti.
Ø Quadro elettrico generale di
Bassa Tensione (uffici, magazzini, vendita)
Quello esistente era installato in apposito locale
(locale quadro generale).
Si è ritenuto necessario il suo rifacimento totale,
per la necessità di potenziare i cavi e gli interruttori a servizio dei
sottoquadri, insufficienti alle nuove esigenze impiantistiche, soprattutto per
il considerevole aumento dei carichi di illuminazione.
Ø Sottoquadro per
l’alimentazione dell’impianto di illuminazione di sicurezza.
Quello esistente non era idoneo ad alimentare il
sistema di illuminazione di sicurezza dei locali vendita.
Ø Sottoquadri a servizio delle
utenze locale vendita piano terra e primo piano
Quelli esistenti erano da rifare completamente, in
funzione del nuovo e maggiore dimensionamento delle linee di illuminazione
necessarie
Ø Impianto di illuminazione di
sicurezza di tutti i locali
Ø Impianto TV
Ø Linea alimentazione locale
Centrale termica
Ø Linea alimentazione impianto
ascensore e montacarichi
Ø Linee alimentazione impianto
di condizionamento preesistente
È altresì prevista la realizzazione degli impianti
telefonici, di trasmissione dati, di diffusione sonora e antiintrusione (per il
quale occorre fare riferimento alla CEI 79-15), che sono in questa sede presi
in considerazione soltanto per quanto riguarda gli aspetti della sicurezza
elettrica.
In allegato sono riportate le principali caratteristiche
dei componenti dell’impianto antintrusione.
Tutto
quanto non menzionato nel precedente elenco, per esplicita richiesta del
Committente, non costituisce oggetto del presente documento. In particolare i
calcoli illuminotecnici non sono stati eseguiti, perché oggetto di altro
documento.
I
calcoli del presente documento sono rivolti anche ad assicurare la
compatibilità, o almeno a fissare i criteri per la compatibilità, del nuovo
impianto con le parti esistenti, salvo a verificare per tali parti il rispetto
delle norme, le condizioni di manutenzione e la rispondenza ai criteri e ai
parametri dimensionali indicati negli schemi unifilari.
Dati dell’edificio
Si
tratta di una struttura in cemento armato, in cui il piano terra, di circa 2000
mq, è adibito a punto vendita xxxx,
con annessi uffici, magazzini, locali tecnici, mentre il primo piano, di circa
1820 mq, è adibito a punto vendita yyyyy.
Tra
i due vi è un piano ammezzato di circa 650 mq.
La
forma, l’ubicazione ed altri particolari realizzativi, nonché la disposizione
dell’arredo sono desumibili dalle piante allegate.
L’area
va considerata ‘ambiente a maggior rischio in caso di incendio’, a causa della
possibile presenza di un elevato numero di persone per significativi periodi di
tempo.
Al
primo piano le luci, le prese FM, telefoniche e TV sono riportate in pianta,
così come la disposizione dei computer e dei banchi per l’esposizione degli
altri articoli elettronici.
Vi
sono due casse, di cui una in prossimità dell’area ‘liste nozze’.
Il
numero e la disposizione dei punti luce sono rilevabili dalle piante.
Anche
per quanto riguarda il piano terra la disposizione delle luci e delle prese è
riportata in pianta, mentre per le prese, in mancanza di utilizzi previsti per
l’attività di vendita, si è tenuto conto unicamente delle necessità della
manutenzione e delle pulizie del locale
Descrizione del nuovo impianto
Si
tratta di un impianto elettrico di tipo TN-S, con punto di consegna ENEL in
media tensione.
Nella
cabina di consegna è previsto un interruttore generale in SF6, in sostituzione
di quello ad aria preesistente, non automatico e comunque inadeguato alle nuove
esigenze dell’impianto.
Sul
lato MT di ognuno dei due trasformatori, a valle del VOR esistente, su ognuno
dei due primari, vi è un sezionatore sotto carico automatico con fusibili (per
i dettagli si veda lo schema allegato).
I
conduttori di media tensione devono rispettare le distanze minime previste
dalla CEI 11-1 ed. 1999, (Tab. 4.1).
Come indicato in pianta, dal punto di consegna ENEL
posizionato nella cabina indicata in pianta con il numero 1 partono tre cavi
unipolari RG7H1R/40 da 50 mmq a 20kV interrati, che, per essere a norma, devono
trovarsi almeno a 1 mt di profondità.
Come da CEI 11-35, i dispositivi di sezionamento possono
essere bloccati in posizione di aperto o di chiuso e ad essi è associato un
sezionatore di terra interbloccato. Vale, inoltre, quant’altro prescritto al
par. 4.2.5.3 della norma CEI 11-35.
Per tutto quanto qui non esplicitamente menzionato, si
precisa che l’impianto in media tensione deve essere realizzato in osservanza
alle norme ENEL DK5600 e CEI 11-35.
Vi
sono poi, in apposito locale, due trasformatori in resina 20/0,4kV,
corrente al primario di 11,55 A e al
secondario di 577,35 A, Dyn11, raffreddamento AN e classi come da par. 3.2.3
della Guida CEI 11-35, ognuno dei quali alimenta un gruppo di utenze,
collegabili mediante congiuntore solo in caso di guasto di uno dei due.
La potenza nominale di ciascun trasformatore è di 400
kVA, come richiesto dal calcolo delle potenze di impiego delle utenze da
installare.
Immediatamente a valle di ognuno dei due secondari dei
trasformatori viene posto un magnetotermico da 630A a protezione dei medesimi
dal sovraccarico e dal cortocircuito.
Tra gli interruttori sopra menzionati deve essere
assicurata la selettività. Ciò è ottenuto non solo mediante la scelta dei
medesimi, ma anche mediante una opportuna regolazione delle correnti di
intervento. Si faccia riferimento all’appendice F della CEI 11,35, in
particolare, per il coordinamento delle protezioni alle due estremità del
trasformatore, alla fig. F 1.2 e, per la messa in tensione degli stessi, alle
fig. F 2.1 e F 2.2
I due trasformatori sono collegati sul secondario da un
congiuntore che, come gli interruttori di cui sopra, è dotato di serratura allo
scopo di impedire manovre indebite. I cavi sono del tipo non propagante
l’incendio, secondo la CEI 20-22. Per le misure atte a prevenire la propagazione
dell’incendio tramite i cavi, occorre fare riferimento alla Norma CEI 11-17,
art. 3.7.03.
A
tal proposito, occorre sottolineare che il locale che ospita i trasformatori
potrebbe risultare insufficiente per le sovratemperature dovute alla
dissipazione termica dei dispositivi.
Il
Committente dovrà verificare che il ricambio d’aria assicurato dal sistema di
ventilazione attualmente esistente sia sufficiente a garantire il mantenimento
della temperatura ambiente entro i limiti previsti dal costruttore delle
apparecchiature.
Esso è stato valutato in circa 1mc/sec.
Infatti,
essendo il calore specifico dell’aria, cP, dell’ordine di 103
J/Kg °K e la sua densità a temperatura ambiente di circa 1 Kg/mc, risulta:
dQ/dt = cP 𝛥T dm/dt
dove
dQ/dt è la potenza termica dissipata dai trasformatori (dai dati del
costruttore risulta essere di circa 10 kW) e avendo trascurato la potenza
dQ’ / dt = A 𝛥T 1 / (1/hi+1/he+1/l)
dovuta
alla trasmittanza della parete.
Per
quanto riguarda la sicurezza dell’impianto, occorre prevedere un dispositivo di
distacco dell’alimentazione, con l’esclusione dei circuiti di sicurezza, che
non provochi l’entrata in servizio automatica della sorgente autonoma di
riserva.
Essendo l’area “ambiente a maggior rischio
in caso di incendio”, vanno applicate le disposizioni della parte settima
della norma CEI 64-8. Si segnala in particolare il par. 751.04.1 punti c, e, i,
l, m.
Eventuali future finestre e dispositivi di
aerazione dovranno assicurare comunque un grado di protezione minimo IP3X e
impedire la penetrazione di acqua.
Gli
ambienti sottoposti ad ulteriori prescrizioni normative sono (a parte la
centrale termica) le luci delle insegne, alimentate a tensione superiore a 1000
V, per le quali si applica la norma CEI 34-86.
I materiali impiegati in
relazione al rischio di incendio sono dei seguenti tipi:
‑
quadri elettrici principali e secondari:
·
involucri e strutture di sostegno completamente
metallici, ad eccezione dei piccoli quadretti a parete realizzati in materiale
plastico autoestinguente;
·
cablaggi interni realizzati con cavi di tipo non
propagante l'incendio e afumex
·
cablaggi ausiliari soggetti a surriscaldamento in
caso di guasto (voltmetrici e/o amperometrici) protetti contro il gocciolamento
dell'isolante mediante calze in materiale siliconico;
·
tutti i materiali plastici utilizzati per canali,
morsettiere, custodie di apparecchi e strumenti, supporti, fascette, etichette,
ecc.: di tipo autoestinguente;
-
passerelle portacavi per la distribuzione principale: metalliche o in
vetroresina;
- cavi
facenti parte di impianti di sicurezza che devono funzionare durante un
incendio: di tipo resistente al fuoco (norma CEI 20‑36);
- tutti i materiali plastici utilizzati per
tubazioni, canali, morsettiere, cassette, scatole, coperchi, custodie,
supporti, fascette, etichette, ecc.: in materiale plastico autoestinguente, con
l'eventuale sola eccezione dei
componenti totalmente incassati in pareti in muratura o in
materiale incombustibile.
In
corrispondenza di tutti i punti in cui le condutture degli impianti elettrici e
speciali attraversano le delimitazioni dei compartimenti tagliafuoco va
realizzata l’installazione di setti tagliafuoco di tipo certificato atti a
ripristinare la resistenza prescritta per il compartimento.
In
particolare, si evidenzia la CEI 306-5, cap. 5, paragrafo relativo alla
sicurezza delle persone.
Tutte
le prescrizioni sopra elencate valgono anche, in quanto applicabili, per gli
impianti speciali.
L’impianto
di illuminazione di sicurezza risponde ai requisiti della norma UNI EN
1838. È alimentato a tensione di rete tramite batterie di accumulatori locali
installati direttamente all’interno delle lampade di sicurezza, dimensionate
per garantire un'autonomia a carico nominale non inferiore a un'ora in caso di
mancanza della rete di alimentazione primaria. La loro ubicazione è rilevabile
in pianta.
L’illuminazione di sicurezza ha lo scopo di garantire la
sicura evacuazione delle persone in caso di necessità, con i livelli minimi di
illuminamento previsti dalla norma CEI 64-8, art. 752.56.5.
I circuiti di alimentazione soddisfano quanto riportato
al par. 563 della CEI 64-8.
Per quanto riguarda la riconoscibilità dei segnali, deve
essere A > L2/2000. (A è
la superficie del cartello in m2 e L la distanza in metri, come da
DL 493/96), mentre la visibilità è data da
d = S x p (d è la distanza di osservazione, p l’altezza del pittogramma
e S=200 per i segnali autoilluminanti,
100 per quelli illuminati dall’esterno.
L’impianto dei servizi sotto UPS è realizzato a servizio
delle utenze di maggior importanza per la prosecuzione delle attività
commerciali che della sicurezza (prese casse, apparecchiature telefoniche
ecc.), che sono comunque individuabili dagli schemi dei quadri elettrici .
L’impianto di rivelazione
antincendio dovrà essere realizzato in conformità alla norma UNI 9795 ed
alla norma UNI EN 54.
Esso, comunque, non
costituisce oggetto del presente documento.
I cavi
elettrici sono in EPR del tipo FG7OM e, per i circuiti della distribuzione
principale, FG7OR, del tipo antincendio e a bassa emissione di fumi.
Le portate nominali sono
quelle ricavate dalle tabelle CEI-UNEL 35024/1e 35024/2, e tengono conto del
valore di massima temperatura ambiente di progetto e delle effettive condizioni
di posa (tipo di condotti portacavi e vicinanza tra cavi diversi).
Per i conduttori di terra sono
stati utilizzati cavi N07V-K, con sezioni secondo quanto prescritto dalla CEI
64-8.
Il dimensionamento delle
condutture tiene conto anche di:
-
valore della caduta di tensione;
-
coordinamento tra le caratteristiche della
conduttura e quelle del relativo dispositivo di protezione, in termini di
correnti di cortocircuito massime
e minime e
di energia specifica
passante, in tutte
le configurazioni di esercizio previste per la rete.
I
percorsi delle principali dorsali di distribuzione sono rilevabili dalle
piante.
Nelle
aree senza controsoffitto i cavi sono posati in tubi di PVC, mantenendo un
rapporto tra il diametro D del tubo e il diametro d del fascio di cavi
superiore a 1,4.
I quadri elettrici,
così come indicato negli schemi allegati, sono i seguenti:
-
Quadro Generale BT
-
Quadro Generale Luci e FM
-
Quadro 1 piano terra
-
Quadro 2 piano terra
-
Quadro 1 primo piano
-
Quadro 2 primo piano
-
Quadro 3 primo piano
-
Quadro insegne NOVA
-
Quadro UPS Benetton
-
Quadro UPS Euronics
-
Quadro condizionatore RHOSS
-
Quadro condizionatore zona ribassata 1° piano
-
Quadro scala mobile salita
-
Quadro scala mobile discesa
-
Quadro ascensore
-
Quadro montacarichi
Dell’impianto elettrico di
media tensione esistente è stato sostituito l’interruttore generale.
Di
esso si allega lo schema elettrico.
La
ubicazione dei quadri è indicata nelle planimetrie allegate.
La
composizione dei singoli Quadri è desumibile dagli schemi allegati, così come le
sezioni dei cavi, le cadute di tensione ecc.
Gli apparecchi di illuminazione sono
essenzialmente di due tipi: faretti ad alogenuri a controsoffitto da 70W (150W nelle
vetrine e sui due ingressi principali) SIDE TOR 18 e plafoniere fluorescenti
2x58W con reattore elettronico Disano 6503 Rapid System, con canale portacavi
tipo 6000 Rapid System.
Nelle
aree dove non è previsto il controsoffitto le luci sono unicamente del tipo
fluorescente.
I
cavi sono posati su passerella nel controsoffitto, separando, come previsto
dalla norma 64-8 i cavi elettrici da quelli TV, telefonici, ecc.
I
circuiti luci, dato il numero elevato di apparecchi di illuminazione, sono
stati divisi in gruppi con Pmax=1,5 kW, ognuno protetto da proprio
interruttore.
L’impianto
antifurto è realizzato conformemente alle norme CEI 79-3, 79-14 e 79-15.
Di
esso si riportano in allegato le principali caratteristiche.
In particolare, si evidenzia quanto riportato al cap. 4
(parr. 4.1.01, 4.1.02 e 4.1.03) della CEI 79-3 a proposito dei cavi di
collegamento e dei sistemi di alimentazione.
Per
quanto riguarda la protezione contro i contatti indiretti e la realizzazione
dell’impianto di terra, trattandosi di sistema TN-S, con neutro
distribuito e conduttore di protezione separato dal neutro, il criterio da
soddisfare è che l’impedenza dell’anello di guasto sia tale da verificare la
relazione:
Zs × Ia < U0
dove
Zs è l’impedenza dell’anello, Ia la corrente che provoca
l’intervento automatico del dispositivo di protezione entro il tempo previsto
dalle norme in funzione della tensione U0 tra fase e terra.
Devono
inoltre essere rispettate le prescrizioni della norma CEI 11-1 per la
determinazione del valore della resistenza di terra della cabina di
trasformazione.
Questa
resistenza viene calcolata sulla base del valore della corrente di guasto a
terra (IG) e del tempo di eliminazione del guasto (TG),
che determina il valore della tensione di terra accettabile e che è rilevabile
dalla tabella riportata nella CEI 11-8.
Dalle
informazioni ricevute dall’ENEL e con riferimento alla Norma CEI 11-8, la
corrente di guasto monofase a terra nel punto di consegna è Ig=200A,
mentre la corrente di corto circuito è Icc=12,5kA. Il tempo di
intervento è TG=1sec.
La
prima soglia di massima corrente (per correnti di lunga durata e bassa
intensità) deve essere ≤110A con T=0,5 sec. Mentre
la seconda soglia di massima corrente (per correnti di breve durata e forte
intensità) deve essere ≤ 480A con T=0.
Nei pavimenti di tutta l’area interna, compresi i
magazzini, è presente una rete metallica, che va collegata mediante corda di
rame da 35mmq ai ferri dei pilastri.
Quattro pilastri devono essere collegati tra loro
mediante corda di rame interrata da 35 mmq e quindi ad un ulteriore dispersore
a corda di rame da 35 mmq interrato nel cortile, secondo una disposizione
rilevabile dalle piante.
Data
la complessità dell’impianto di terra, occorrerà all’atto del completamento
della posa dei cavi, eseguire le misure della resistenza di terra, allo scopo
di verificare che sia soddisfatta la relazione:
Rt Ig < Vt
Dove
Vt è la tensione fornita dalla CEI 11-1 in funzione del tempo di intervento
delle protezioni e Ig è la corrente di guasto a terra, pari a 200A.
La
resistenza di terra di un conduttore orizzontale interrato di lunghezza L è
data da:
RL = 𝜌 / 𝜋L * ln
2L/d
dove d è il diametro del conduttore.
Si
è assunto per la resistività r del
terreno il valore medio di 300 𝛺 cm, corrispondente a
terreno pietroso. Tale valore è soltanto orientativo e perciò dovrà essere
verificato mediante misura diretta. A ciò va aggiunto il contributo dei ferri
dei pilastri.
Per
quanto riguarda le giunzioni e la protezione contro la corrosione si fa
riferimento alle prescrizioni, oltre che della CEI 11-8, a quanto riportato
nella guida 11-37 par. 9.4 e 9.5 e a quanto riportato nella Guida CEI 64-12.
[….]
Impianto d’antenna
Come
richiesto anche dal Committente, è previsto un impianto d’antenna centralizzato
sia errestre che satellitare,
dimensionato secondo le prescrizioni della CEI 12-43.
Costituisce
oggetto del presente documento l’indicazione delle norme elettriche necessarie
alla sicurezza.
Impianto
satellitare
Si
è optato per la distribuzione a quattro cavi per canali analogici e digitali,
come riportato nello schema di principio.
A
valle del convertitore vi è la centralina autoalimentata a quattro ingressi
orizzontali e verticali in banda bassa e banda alta, con sei uscite digitali
verso altrettante prese collocate nell’area vendita e rilevabili dalle piante.
L’impianto
è adatto alla ricezione di un solo satellite, che potrà essere presumibilmente
Astra o Eutelsat.
Sul
terrazzo dell’edificio va installata un’antenna da 90 cm completa di kit di
montaggio, base portaparabola, controventata e ancorata alla struttura
resistente del tetto, LNB dual pol ‘full band’ a quattro uscite V-H separate.
Impianto
terrestre
È
stata prevista l’installazione di un’antenna VHF per la ricezione di RAI 1, di
una antenna UHF per la ricezione di RAI 2 e RAI 3 e di una Va banda per
la ricezione degli altri canali, da puntare in direzione di Velletri.
L’impianto
serve circa settanta prese TV in area vendita
e rilevabili in pianta.
Le caratteristiche elettriche delle antenne devono essere
quelle richiamate al capitolo 3 della norma CEI 100-7 (impedenza, guadagno,
direttività).
In
base all’angolo fra le direzioni di orientamento delle antenne, queste vanno
distanziate secondo quanto riportato nelle tabelle 7-8-9 del paragrafo 3.3.2
della norma CEI 100-7.
Ai
fini del dimensionamento meccanico del sistema radiante, si considereranno le
distanze tra le antenne previste dalle tabelle della norma CEI 12-15 (per
angoli di puntamento compresi tra 0° e 20° l’interdistanza è di 1mt o 0,75 mt secondo che le due antenne siano
una VHF e una UHF oppure entrambe UHF, mentre per angoli compresi tra 20° e 70°
l’interdistanza è rispettivamente di 0,5 mt o di 0,75 mt).
Le
antenne che offrono un’elevata resistenza aerodinamica al vento vanno
installate verso la parte bassa del sostegno, tenendo conto che l’antenna più
bassa, rispetto al tetto dell’edificio, deve risultare ad altezza non inferiore
a 1,8 mt, per motivi di praticabilità.
Sul
terrazzo del primo piano, presso la ‘zona televisori’, è installata la nuova
centralina televisiva con chassis in poliestere e grado di protezione IP 55.
Il
conduttore esterno dei cavi coassiali della rete di distribuzione dei segnali è
essere collegato a terra a meno che nell’impianto si utilizzino soltanto prese
d’utente totalmente isolate e componenti di classe II.
La
CEI 12-43 inoltre prescrive che con ogni tipo di presa d’utente (eccetto quelle
di tipo totalmente isolate) il terminale esterno della presa, connesso allo
schermo del cavo coassiale, deve essere collegato a terra, in modo che la
resistenza in continua tra il terminale esterno della presa e il più vicino
collettore equipotenziale sia inferiore a 5W.
I
collegamenti equipotenziali e il collegamento di terra devono essere effettuati
con conduttori di rame di sezione non inferiore a 4 mm2, disposti
secondo il percorso più breve e più diretto all’impianto di presa di terra.
Il
collegamento a terra è realizzato in corrispondenza del terminale di testa,
così come sono collegate all’impianto di terra le masse, cioè gli involucri
metallici della centralina TV.
All’interno
del contenitore delle apparecchiature elettroniche è prevista un gruppo di
prese di corrente per eventuali servizi ausiliari.
Secondo
quanto prescritto dalle norme CEI 12-15, il cavo coassiale usato per la
distribuzione ha un’impedenza caratteristica di 75 Ohm con una tolleranza di +-
3 Ohm e le discontinuità lungo il cavo sono tali che il ROS su uno spezzone di
100 mt è al massimo di 1,3 nella banda 50-800 Mhz.
L’attenuazione
è inferiore a 12 dB/100 mt alla frequenza di 200 Mhz ed inoltre il cavo è del
tipo a basso invecchiamento.
La
schermatura è tale da impedire irradiazioni che possano disturbare la ricezione
di altri impianti e da proteggere l’impianto stesso dalla captazione diretta di
segnali emessi da antenne troppo vicine, o di disturbi esterni.
Dimensionamento del sostegno d’antenna
Il momento flettente del sostegno d’antenna dipende dalla forza concentrata del vento su ciascuna antenna (Ma) e dal carico del vento distribuito lungo il sostegno (Mp).
I
valori della spinta P esercitata dal vento per ciascun tipo di antenna sono
generalmente indicati dal costruttore dell’antenna stessa.
Risulta
pertanto:
M*a = 𝚺 Pi Li
Per
il troncone superiore si utilizza tubo 33,7x2,3
mentre per quello inferiore 48,3x2,6.
Il
momento flettente dovuto al palo, invece, risulta:
Mp = q1 × l12/2 + q2
× l2 (l1+l2/2) [Nm]
q = p * D
L
indica la distanza dell’antenna dalla sezione di verifica del sostegno
l
indica la lunghezza di ogni troncone di tubo
Per
semplicità, tuttavia, e per tener conto di eventi imprevisti, a favore della
sicurezza, si ritiene opportuno strallare la struttura, come più sopra
indicato.
Impianti
speciali
Tutti
i cavi relativi agli impianti speciali e cioè i cavi di segnali e quelli
operanti a tensioni inferiori a 230V (per es. 24, 12V ecc.) devono alloggiare
in canalizzazioni separate da quelle adibite al trasporto di energia a 400/230V
o superiore.
Insegne luminose
Le
insegne collocate all’esterno del locale sono del tipo a scarica a catodo
freddo.
Esse,
pertanto, rientrano nell’ambito della Norma CEI 34-86.
Si
richiama, in particolare l’attenzione sulle principali prescrizioni per la
sicurezza:
· dispositivo di protezione
contro il circuito aperto
· connessioni in alta tensione
ai tubi protette con coprielettrodi conformi all’art. 13 della predetta norma
(e protezioni aggiuntive come richiamato ai par. 7.4 e 7.5 se a portata di
mano).
· ricorso all’uso di un
trasformatore monofase rispondente alla Norma EN 61050 (ma con tensione a vuoto
verso terra non superiore a 5 kV e tra i morsetti a 10 kV).
· presenza di un sensore che
segnali la presenza di un guasto verso terra del circuito secondario e/o una
condizione di circuito aperto e azioni un interruttore di protezione (si veda lo
schema unifilare).
In particolare, per le correnti di
dispersione, si fa riferimento a quanto dettagliatamente riportato
al par. 10 della CEI 34-86
· le distanze minime in mm tra
le parti attive a tensioni differenti, o tra parti attive e parti metalliche
messe a terra o infiammabili o conduttrici (se bagnate), devono essere:
distanza superficiale: d = 10 + 5U
distanza in aria c = 7,5 + 3,75U
essendo U la tensione di uscita a vuoto
del trasformatore in kV.
· predisposizione di un
cartello di tensione pericolosa in corrispondenza del trasformatore.
· masse dell’impianto
collegate tra loro da conduttori equipotenziali, collegati a loro volta al
punto del secondario messo a terra.
· Per le caratteristiche dei
cavi si rimanda al par. 14 della CEI 34-86 (tipi di cavo, assenza di giunzioni
ecc.)
I
cavi del secondario sono schermati, con schermo collegato ai conduttori
equipotenziali a meno che la posa non avvenga entro tubi protettivi in
materiale isolante.
L’isolamento
dei cavi prescelti è adatto alla tensione nominale verso terra del
trasformatore.
Le
lampade devono essere fissate ai supporti in modo stabile, con le giunzioni tra
gli elettrodi e le condutture protette da un rivestimento isolante adatto alla
tensione nominale verso terra del trasformatore, a sua volta protetto da un
ulteriore involucro isolante.
Impianto
TVCC
L’impianto
di sorveglianza CCTV è realizzato seguendo le linee guida della CEI 79-10 parte
7.
Il
cavo utilizzato è il coassiale da 75 Ohm, che, come tutti gli altri cavi, viene
posato a controsoffitto, dove questo è previsto.
Qui termina la relazione relativa all'impianto elettrico. Si riporta qui sotto la risposta della Soc. Elettrofornitrice alla richiesta del progettista della corrente di corto circuito nel punto di consegna, come è corretto fare in generale per tutti gli impianti e come è indispensabile fare per le reti in media tensione.



Qui inizia la seconda parte della relazione tecnica, relativa alla valutazione del rischio da fulminazione.
Qui termina la relazione relativa all'impianto elettrico. Si riporta qui sotto la risposta della Soc. Elettrofornitrice alla richiesta del progettista della corrente di corto circuito nel punto di consegna, come è corretto fare in generale per tutti gli impianti e come è indispensabile fare per le reti in media tensione.



Qui inizia la seconda parte della relazione tecnica, relativa alla valutazione del rischio da fulminazione.
PROTEZIONE CONTRO I FULMINI
Valutazione del rischio e scelta delle misure di protezione
1 CONTENUTO DEL DOCUMENTO
2 NORME TECNICHE DI RIFERIMENTO
3 PROCEDURA
ADOTTATA
4 INDIVIDUAZIONE DELLA STRUTTURA DA PROTEGGERE
5 DATI INIZIALI
5.1
Densità annua di fulmini a terra.
5.2 Dati
relativi alla struttura.
5.3 Dati
relativi alle linee esterne.
6 CALCOLI
6.1 Aree
di raccolta della struttura.
6.2 Aree
di raccolta delle linee esterne.
6.3
Frequenza di fulminazione della struttura.
6.4
Frequenza di fulminazione delle linee.
6.5
Probabilità di danno.
6.6
Danno medio.
6.7 Tipi
di rischio.
6.8
Componenti di rischio.
6.9
Valutazione dei rischi.
6.10
Rischio tollerato.
6.11
Analisi dei rischi.
7 MISURE DI PROTEZIONE.
1 CONTENUTO DEL DOCUMENTO
Questo documento contiene:
- La relazione sulla valutazione dei rischi dovuti al fulmine.
- Il progetto di massima delle misure di protezione da
adottare ove necessarie.
2 NORME TECNICHE DI RIFERIMENTO
Questo documento è stato elaborato con riferimento alle
seguenti norme CEI:
- CEI 81-1 : "Protezione
delle strutture contro i fulmini"
Novembre
1995;
- CEI 81-1 : "Protezione
delle strutture contro i fulmini"
Variante.
Dicembre 1996;
- CEI 81-2 : "Guida
alla verifica degli impianti di protezione contro i fulmini"
Gennaio
1994;
- CEI 81-3 : "Valori
medi del numero dei fulmini a terra per anno e per chilometro
quadrato dei Comuni d'Italia, in ordine alfabetico.
Elenco
dei Comuni."
Novembre
1994;
- CEI 81-4: "Valutazione
del rischio dovuto al fulmine"
Dicembre
1996.
Sono state altresì considerate, ove applicabili, anche le
seguenti Norme IEC:
- IEC 1024-1 : "Protection
of structures against lightning. Part 1: General Principles"
Prima
edizione - Marzo 1990;
- IEC 1024-1-1: "Protection of structures against
lightning. Part 1: General Principles
Section
1: Guide A. Selection of protection
levels for LPS"
Prima
edizione - Agosto 1993;
- IEC 1662 : "Assessment
of the risk of damage due to lightning"
Prima
edizione - Aprile 1994;
- IEC 1662 : "Assessment
of the risk of damage due to lightning "
"Amendment
1". Maggio 1996;
e la seguente Norma CENELEC:
- CENELEC ENV 61024-1 :
"Protection of structures
against lightning.
Parte
1: General principles."
Prima
edizione - Gennaio 1995.
3 PROCEDURA ADOTTATA
Per la valutazione del rischio è stata seguita la
procedura indicata nella Norma CEI 81-4.
L' uso di questa procedura è giustificato dai seguenti
motivi:
- la procedura semplificata non è applicabile perché non
ricorrono le condizioni previste dall'Appendice G della Norma CEI 81-1.
I risultati ottenuti con la procedura di cui alla Norma
CEI 81-4 sono comunque più completi e precisi di quelli ricavabili con la
procedura semplificata indicata all'Appendice G della Norma CEI 81-1.
4 INDIVIDUAZIONE DELLA STRUTTURA DA PROTEGGERE
L'individuazione della struttura da proteggere è
essenziale per definire le dimensioni e le caratteristiche da utilizzare per la
valutazione dell'area di raccolta.
La struttura che si vuole proteggere è una parte
orizzontale di una costruzione.
Ai sensi dell'art. 2.5.1 della Norma CEI 81-4, le
dimensioni e le caratteristiche della struttura da considerare sono quelle
dell'intera costruzione
5 DATI INIZIALI
5.1 Densità annua di fulmini a terra.
Come rilevabile dalla Norma CEI 81-3, la densità annua di
fulmini a terra per kilometro quadrato nel comune di LATINA in cui è ubicata la
struttura vale :
Nt
= 2,5 fulmini/km² anno
5.2 Dati relativi alla struttura.
Le dimensioni della struttura sono rilevabili dal disegno
(allegato A).
La struttura è adibita a ATTIVITA' COMMERCIALE (superfice
> 1500 m²) .
Ai sensi della Norma CEI 81-1, appendice F, essa è
classificabile come struttura ordinaria di caratterisiche non tipiche perché:
- c'è presenza di persone in numero elevato o per un
elevato periodo di tempo in zone entro 5 m dalla struttura con resistività del
terreno < 5 kohm m
- non è alimentata in MT con cavo schermato
La struttura è realizzata in pilastri in c.a o metallici
10>d >= 6 m.
Gli impianti elettrici di energia interni alla struttura
hanno, in tutto o in parte, condutture non schermate.
Le apparecchiature elettriche nella struttura non sono
tutte protette contro le sovratensioni.
Gli impianti di segnale interni alla struttura hanno, in
tutto o in parte, condutture non schermate.
Le apparecchiature di segnale nella struttura non sono
tutte protette contro le sovratensioni.
La struttura ha un carico specifico d'incendio pari a
26,5 kg/m² valutato analiticamente sulla base dei materiali presenti (Allegato
D).
Con riferimento all'art. F2 della Norma CEI 81-1, la
struttura è pertanto classificabile come struttura con rischio d'incendio
ordinario
Per limitare le conseguenze dell'incendio la struttura è
dotata di:
-
estintori
-
idranti
-
impianti automatici di spegnimento
-
vie di fuga
-
impianti automatici di segnalazione
Il suolo a meno di 5 m dalla struttura ha resistività
superf. 0,5-5 kohm m (marmo)
La struttura è in area con strutture più basse; il suo
coefficiente ambientale vale pertanto:
C
= 0,5
La posizione ambientale della struttura è stata stimata.
5.3 Dati relativi alle linee esterne.
La
struttura è servita da linee con le seguenti caratteristiche
L 1 -
Linea MT in cavo interrato:
non
schermata
lunghezza:
500 m
resistività
terreno: 300 ohm m.
linea
in area urbana
L 2 -
Linea di segnale in cavo interrato:
non
schermata
lunghezza:
500 m
resistività
terreno: 300 ohm m.
linea
in area urbana
6 CALCOLI
6.1 Aree di raccolta della struttura.
Area A
L'area di raccolta A dei fulmini diretti sulla struttura,
supposta isolata ed in pianura, è stata valutata graficamente secondo il metodo
indicato nella Norma CEI 81-1, art.G3.1, ed è riportata nel disegno (allegato
B). Il suo valore è:
A
= 1,9E-2 km²
Area Am
L'area di raccolta Am dei fulmini a terra vicino alla
struttura, che ne possono danneggiare gli impianti interni per sovratensioni
indotte, non è stata valutata perché
nella struttura non sono presenti impianti sensibili.
6.2 Aree di raccolta delle linee esterne.
L'area di raccolta Ac di ciascuna linea esterna di
energia è stata valutata analiticamente come indicato nella Norma CEI 81-4,
art.2.5.4
Ac
= 0 km² per la linea L1
L'area di raccolta è stata assunta uguale a zero perché
il percorso della linea si svolge tutto all'interno di area urbana.
L'area di raccolta Ac delle linee di segnale non è stata
valutata perché la Norma CEI 81-4 assume che il rischio relativo all'incendio,
innescato da sovratensioni trasmesse alla struttura dalle linee di segnali
entranti, sia trascurabile (componente C = 0).
L'area di raccolta Ag di ciascuna linea esterna è stata
valutata analiticamente come indicato nella Norma CEI 81-4, art. 2.5.5
Ag
= 0 km² per la linea L1
L'area di raccolta è stata assunta uguale a zero perché
il percorso della linea si svolge tutto all'interno di area urbana.
Ag
= 0 km² per la linea L2
L'area di raccolta è stata assunta uguale a zero perché
il percorso della linea si svolge tutto all'interno di area urbana.
6.3 Frequenza di fulminazione della struttura.
La frequenza di fulminazione (diretta) della struttura è
stata valutata in conformità alla Norma CEI 81-4 art.2.5. Essa è:
Nd
= Nt C A = 2,37E-2 fulmini/anno
6.4
Frequenza di fulminazione delle linee.
La frequenza di fulminazione di ogni linea è stata
valutata analiticamente come indicato nella Norma CEI 81-4, art.2.5
Fulminazione
diretta.
Nc
= Nt Ac = 0 fulmini/anno per la linea L1
Fulminazione
indiretta.
Ng
= Nt Ag = 0 fulmini/anno per la linea L1
Ng
= Nt Ag = 0 fulmini/anno per la linea L2
6.5 Probabilità di danno.
Sono stati assunti i seguenti valori di probabilità che
un fulmine provochi danno alla struttura:
- danno da tensioni di contatto e di passo (CEI 81-4,
tab.3):
Pt =
0,001 (resistività superf. 0,5-5 kohm m (marmo));
- scarica pericolosa per innesco incendio da fulmini
diretti sulla struttura (CEI 81-4, tab.4):
Pa =
0,816
k5Pe =
0,8 (prodotto k5pe più elevato)
- danno alle apparecchiature interne da sovratensione per
fulminazione diretta della struttura:
Pd =
0,816
k4k5pe =
0,8 (prodotto k4k5pe più elevato)
- innesco incendio:
Pf =
0,001 (struttura con rischio d'incendio ordinario, CEI 81-4, tab.9);
- danno alle apparecchiature interne da sovratensione per
fulminazione indiretta della struttura:
Pm =
0,08
k2k3Pi =
1,0 (prodotto k2k3pi più elevato);
- scarica pericolosa per innesco incendio da fulminazione
diretta di linee esterne:
Pc = 0,8 per la linea L1
Pc = 0,8 per la linea L2
- danno alle apparecchiature interne da sovratensioni
trasmesse alla struttura per fulminazione indiretta di linee esterne:
Pg = 0,8 per la linea L1
Pg = 0,8 per la linea L2
k2k3 =
1,0 (prodotto k2k3 imp. elettrici)
k2k3 =
1,0 (prodotto k2k3 imp. segnale)
avendo assunto:
Ps =
0,08 (pilastri in c.a o metallici 10>d >= 6 m ,CEI 81-4, tab.5)
Pi = 1,0
(condutture impianti interni energia: non schermate, CEI 81-4, tab.6)
Pi = 1,0
(condutture impianti interni segnale: non schermate, CEI 81-4, tab.6)
k1 = 1
(non è installato alcun LPS)
k2 = 1
(apparecchiature elettriche non protette con trasf. isolamento, CEI 81-4,
tab.8)
k2 = 1
(apparecchiature di segnale non protette con disp.optoelettronici, CEI 81-4,
tab.8)
k3 = 1
(apparecchiature elettriche non protette con SPD, CEI 81-4, tab.8)
k3 = 1
(apparecchiature di segnale non protette con SPD, CEI 81-4, tab.8)
per la
linea L1
k4 = 1,0
k5 = 1,0
per la
linea L2
k4 = 1,0
k5 = 1,0
6.6 Danno medio.
Il danno medio varia in relazione al tipo di rischio
considerato e, per ogni tipo di rischio, in dipendenza dalla causa che lo ha
provocato.
I valori assegnati al danno medio sono:
perdita di vite umane (rischio di tipo 1)
- per
tensioni di contatto e di passo dt = 0,01
- per
incendio df = 0,03
- per
sovratensioni do = 0
perdita economica (rischio di tipo 4)
- per
tensioni di contatto e di passo dt = 0
- per
incendio df = 0,2
- per
sovratensioni do = 0,0001
I valori del danno medio sono quelli indicati dalla Norma
CEI 81-4 nelle rispettive tabelle.
In presenza di provvedimenti per limitare le conseguenze
dell'incendio i valori di df vanno moltiplicati per un coefficiente di
riduzione kf.
Alle misure protettive presenti nella struttura sono
stati assegnati, come da Norma CEI 81-4, tab.11, i seguenti valori di kf:
kf
= 0,9 (estintori)
kf
= 0,8 (idranti)
kf
= 0,5 (impianti automatici di
spegnimento)
kf
= 0,7 (vie di fuga)
kf
= 0,6 (impianti automatici di
segnalazione)
Il valore complessivo risultante dal prodotto dei singoli
valori è:
kf
= 0,15 (rischio tipo 1)
kf
= 0,22 (rischi tipo 2,3,4)
6.7 Tipi di rischio.
Considerate le caratteristiche e la destinazione d'uso
della struttura sono stati considerati solo i seguenti tipi di rischio:
-rischio
di tipo 1: perdita di vite umane
-rischio
di tipo 4: perdita economica
6.8 Componenti di rischio.
In accordo con la Norma CEI 81-4 sono state considerate
le componenti di rischio di seguito indicate.
Per la perdita di vite umane:
componente
H: tensioni di contatto e di passo in prossimità della struttura quando
è
colpita da un fulmine;
componente
A: incendio della struttura provocato dai fulmini che la colpiscono.
Le componenti D e G non sono state considerate perché la
Norma CEI 81-4 le prevede solo nel caso di strutture ospedaliere o con rischio
di esplosione.
Per la perdita economica:
componente
A: incendio della struttura provocato dai fulmini che la colpiscono;
componente
D: danni ad apparecchiature, provocati dalle sovratensioni
dovute
ai fulmini che colpiscono la struttura.
La componente H non è stata considerata perché è da
escludere la presenza abituale di animali a meno di 5 m all'esterno della
struttura.
La componente C non è stata considerata perché la
struttura è alimentata da linee esterne d'energia il cui percorso si svolge in
area urbana.
La componente M non è stata considerata perché nella
struttura non è presente una notevole quantità di apparecchiature sensibili
alle sovratensioni, ed i relativi circuiti hanno una estensione modesta.
I valori delle componenti di rischio, calcolati secondo
le formule indicate dalla Norma CEI 81-4, sono di seguito indicati.
Per la perdita di vite umane:
H
= 2,38E-7
A
= 8,79E-7
Per la perdita economica:
A
= 8,37E-7
D
= 1,94E-6
6.9 Valutazione dei rischi.
I rischi sono stati valutati in relazione sia alle cause
di danno sia al tipo di fulminazione, a partire dai valori calcolati per le
varie componenti di rischio.
Rischi per tensioni di contatto e di passo:
Rt1
= 2,38E-7
Rt4
= Nullo
Rischi per incendio:
Rf1
= 8,79E-7
Rf2
= Nullo
Rf3
= Nullo
Rf4
= 8,37E-7
Rischi per sovratensione:
Ro1
= Nullo
Ro2
= Nullo
Ro3
= Nullo
Ro4
= 1,94E-6
Rischi per fulminazione diretta:
Rd1
= 1,12E-6
Rd2
= Nullo
Rd3
= Nullo
Rd4
= 2,78E-6
Rischi complessivi:
R1
= 1,12E-6
R2
= Nullo
R3
= Nullo
R4
= 2,78E-6
6.10 Rischio tollerato.
Tenuto conto della destinazione d'uso della struttura è
presente il rischio di:
-
perdita di vite umane (rischio di tipo 1).
Il valore tollerabile Ra è:
Ra1 =
0,00001 per il rischio di tipo 1
Poichè si intende valutare anche il rischio relativo alle
perdite puramente economiche sono stati fissati i seguenti valori:
per il
rischio tollerabile Ra4 : 0,0001
per il
valore della struttura : 10.000.000.000
lire
per il
valore aggiunto : 5.000.000.000
lire
6.11 Analisi dei rischi.
L'analisi dei rischi presenti nella struttura condotta in
base al valore delle relative componenti di rischio ha evidenziato quanto di
seguito indicato.
Per la perdita di vite umane.
Il rischio complessivo R1 non è maggiore di quello
tollerato Ra1; adottare idonee misure di protezione per ridurre questo rischio
non è quindi necessario.
Per la perdita economica.
Il rischio complessivo R4 non è maggiore di quello
tollerato Ra4; adottare idonee misure di protezione per ridurre questo rischio
non è quindi necessario.
7 MISURE DI PROTEZIONE.
Poichè per ogni tipo di rischio presente nella struttura
il suo valore complessivo R non supera quello tollerato Ra, ai sensi dell'art.
F 3 della Norma CEI 81-1, l’adozione di misure di protezione non è necessaria.
SECONDO LA NORMA CEI 81-1 LA STRUTTURA E' AUTOPROTETTA
CONTRO LE FULMINAZIONI
In forza della legge 1/3/1968 n.186 che individua nelle
Norme CEI la regola dell'arte, si può ritenere assolto ogni obbligo giuridico,
anche specifico, che richieda la protezione contro le scariche atmosferiche.
A L L E G A T I
Fanno parte integrante della presente relazione gli
allegati di seguito indicati:
Allegato
A - Disegno della pianta della struttura
Allegato
B - Disegno area di raccolta A
Allegato
D - Calcolo del carico specifico d'incendio
TAVOLA SINOTTICA
DATI TECNICI
A) DATI GENERALI
1) Data
del progetto: 10/09/200x
2)
Committente: xxx S.r.l.
3) Tipo
di struttura: ATTIVITA' COMMERCIALE (superfice > 1500 m²)
4)
Ubicazione: Via yyyy 10
5)
Procedura utilizzata per la scelta delle misure di protezione: CEI 81-4
6)
Valore della struttura: 10.000.000.000 lire
7)
Valore aggiunto: 5.000.000.000 lire
B) DATI RELATIVI ALLA STRUTTURA
1)
Individuazione : costruzione a sè stante.
2)
Dimensioni massime: vedi disegno
3)
Altezza media: 13 m
4)
Volume: 37281 m³
5)
Perimetro: 294,5 m
6)
Materiali costruttivi: pilastri in c.a o metallici 10>d >= 6 m
C) DATI RELATIVI AL SUOLO
1)
Resistività media: 300 ohm m
2) Tipo
di terreno: resistività superf. 0,5-5 kohm m (marmo)
D) DATI RELATIVI ALL'INCENDIO
1)
Carico specifico d'incendio: pari a 26,5 kg/m²
2)
Rischio d'incendio: ordinario
3)
Misure di protezione:
-
estintori
-
idranti
-
impianti automatici di spegnimento
-
vie di fuga
-
impianti automatici di segnalazione
E) IMPIANTI INTERNI D'ENERGIA
1) Tipo
di condutture: non schermate
2)
Misure di protezione: assenti
F) IMPIANTI INTERNI DI SEGNALE
1) Tipo
di condutture: non schermate
2)
Misure di protezione: assenti
G) LINEE ESTERNE D'ENERGIA
L 1 -
Linea MT in cavo interrato
tipo:
non schermata
lunghezza:
500 m
resistività
terreno: 300 ohm m
linea
in area urbana
H) LINEE ESTERNE DI SEGNALE
L 2 -
Linea di segnale in cavo interrato
tipo:
non schermata
lunghezza:
500 m
resistività
terreno: 300 ohm m
linea
in area urbana
I) AREE DI RACCOLTA
1)
Struttura
Condizione:
in area con strutture più basse
Coefficiente
ambientale C = 0,5
Area
di raccolta A = 1,9E-2 km²
2) Linee
Ac
= 0 km² per la linea L1
Ag
= 0 km² per la linea L1
Ag
= 0 km² per la linea L2
J) FREQUENZA DI FULMINAZIONE
1)
Struttura
Nd
= Nt C A = 2,37E-2 fulmini/anno
2) Linee
Nc
= Nt Ac = 0 fulmini/anno per la linea L1
Ng
= Nt Ag = 0 fulmini/anno per la linea L1
Ng
= Nt Ag = 0 fulmini/anno per la linea L2
K) PROBABILITA' DI DANNO
1)
Probabilità parziali
Impianti
interni d'energia Pi = 1,0
Impianti
interni di segnale Pi = 1,0
2)
Fattori di protezione
LPS
K1 = 1
Trasf.
impianti interni energia K2 =1,0
SPD
impianti interni energia K3 =1,0
Disp.
optoel. impianti interni segnale K2 =1,0
SPD
impianti interni segnale K3 =1,0
3)
Valori massimi dei seguenti prodotti
K2K3pi
= 1,0
K5pe
= 0,8
K4K5pe
= 0,8
4)
Probabilità totali
Pt
= 0,001 (resistività superf. 0,5-5 kohm m (marmo));
Pa
= 0,816
Pd
= 0,816
Pf
= 0,001 (struttura con rischio d'incendio ordinario, CEI 81-4, tab9);
Pm
= 0,08
per
la linea L1 (elettrica)
scarica
pericolosa Pc = 0,8
sovratensione
Pg = 0,8
per
la linea L2 (segnale)
scarica
pericolosa Pc = 0,8
sovratensione
Pg = 0,8
L) RISCHI
RISCHIO DI TIPO 1
Danno medio:
per
tensioni di contatto e di passo dt = 0,01
per
incendio df = 0,03
Fattore
di incremento r = 10
Fattore di riduzione kf = 0,15
Componenti di danno:
H =
2,38E-7
A =
8,79E-7
Rischi per cause:
Tensione
di contatto e di passo Rt = 2,38E-7
Incendio
Rf = 8,79E-7
Sovratensione
Ro = nullo
Fulminazione
diretta Rd = 1,12E-6
Fulminazione
indiretta Ri = nullo
Rischio
complessivo R = 1,12E-6
Rischio
tollerato Ra = 1,0E-5
RISCHIO DI TIPO 4
Danno medio:
per
incendio df = 0,2
per
sovratensioni do = 0,0001
Fattore
di incremento r = 1
Fattore di riduzione kf = 0,22
Componenti di danno:
A =
8,37E-7
D =
1,94E-6
Rischi per cause:
Tensione
di contatto e di passo Rt = nullo
Incendio
Rf = 8,37E-7
Sovratensione
Ro = 1,94E-6
Fulminazione
diretta Rd = 2,78E-6
Fulminazione
indiretta Ri = nullo
Rischio
complessivo R = 2,78E-6
Rischio
tollerato Ra = 1,0E-4
M) MISURE DI PROTEZIONE
Misure
adottate: nessuna
Rischi
residui:
Rr1
= 1,12E-6
Rr4
= 2,78E-6
N) COSTI
Costi di
investimento:
Costi
annui:
Danni
alla struttura : 0
Mancata
attività : 0
Misure
di protezione : 0
Costo
annuo totale : 0
valutati
nelle seguenti ipotesi:
Costo
del denaro: 15 %
Ammortamento:
4 % (25 Anni)
Oneri
manutenzione: 1 %