mercoledì 28 febbraio 2018

Progetto di un impianto elettrico in media tensione e valutazione del rischio da fulminazione


Questa relazione riguarda il progetto dell'impianto elettrico in media tensione a servizio di un grande esercizio commerciale. Al tempo in cui fu realizzato l'impianto la rete in media tensione era esercita senza il neutro distribuito.                                                  





                                                        Relazione tecnica


Oggetto ed esclusioni
 
Il presente documento ha per oggetto il dimensionamento degli impianti elettrici e speciali dei locali adibiti a punto vendita xxxxx, sulla base delle informazioni desunte daI sopralluoghi effettuati presso i locali del punto vendita e da quanto dichiarato dal Committente
Si riporta, qui di seguito, il dettaglio degli impianti oggetto del presente documento.

Ø  Cabina di trasformazione
L’impianto preesistente prevedeva due trasformatori in resina 20/0,4 kV, ciascuno da 250 kVA.
Considerando un impiego dei trasformatori ad un livello non superiore all’80-90% della potenza massima, tale impianto era nelle condizioni di erogare circa 400-450 kVA.
Come riportato sugli schemi unifilari, il fabbisogno delle utenze, con i coefficienti di contemporaneità e di utilizzazione ipotizzati, è di circa 670 kW e pertanto è stato necessario sostituire gli attuali trasformatori con quelli di cui nel seguito si riportano le caratteristiche.

Ø  Impianto di terra
L’impianto di terra esistente non era completamente noto nella sua estensione e nelle sue caratteristiche.
È stato ampliato per migliorare il livello di protezione contro i contatti indiretti.

Ø  Quadro elettrico generale di Bassa Tensione (uffici, magazzini, vendita)
Quello esistente era installato in apposito locale (locale quadro generale).
Si è ritenuto necessario il suo rifacimento totale, per la necessità di potenziare i cavi e gli interruttori a servizio dei sottoquadri, insufficienti alle nuove esigenze impiantistiche, soprattutto per il considerevole aumento dei carichi di illuminazione.

Ø  Sottoquadro per l’alimentazione dell’impianto di illuminazione di sicurezza.
Quello esistente non era idoneo ad alimentare il sistema di illuminazione di sicurezza dei locali vendita.

Ø  Sottoquadri a servizio delle utenze locale vendita piano terra e primo piano
Quelli esistenti erano da rifare completamente, in funzione del nuovo e maggiore dimensionamento delle linee di illuminazione necessarie

Ø  Impianto di illuminazione di sicurezza di tutti i locali

Ø  Impianto TV

Ø  Linea alimentazione locale Centrale termica

Ø  Linea alimentazione impianto ascensore e montacarichi

Ø  Linee alimentazione impianto di condizionamento preesistente

È altresì prevista la realizzazione degli impianti telefonici, di trasmissione dati, di diffusione sonora e antiintrusione (per il quale occorre fare riferimento alla CEI 79-15), che sono in questa sede presi in considerazione soltanto per quanto riguarda gli aspetti della sicurezza elettrica.
In allegato sono riportate le principali caratteristiche dei componenti dell’impianto antintrusione.

Tutto quanto non menzionato nel precedente elenco, per esplicita richiesta del Committente, non costituisce oggetto del presente documento. In particolare i calcoli illuminotecnici non sono stati eseguiti, perché oggetto di altro documento.

I calcoli del presente documento sono rivolti anche ad assicurare la compatibilità, o almeno a fissare i criteri per la compatibilità, del nuovo impianto con le parti esistenti, salvo a verificare per tali parti il rispetto delle norme, le condizioni di manutenzione e la rispondenza ai criteri e ai parametri dimensionali indicati negli schemi unifilari.

 Dati dell’edificio

Si tratta di una struttura in cemento armato, in cui il piano terra, di circa 2000 mq, è adibito a punto vendita xxxx, con annessi uffici, magazzini, locali tecnici, mentre il primo piano, di circa 1820 mq, è adibito a punto vendita yyyyy.
Tra i due vi è un piano ammezzato di circa 650 mq.
La forma, l’ubicazione ed altri particolari realizzativi, nonché la disposizione dell’arredo sono desumibili dalle piante allegate.
L’area va considerata ‘ambiente a maggior rischio in caso di incendio’, a causa della possibile presenza di un elevato numero di persone per significativi periodi di tempo.
Al primo piano le luci, le prese FM, telefoniche e TV sono riportate in pianta, così come la disposizione dei computer e dei banchi per l’esposizione degli altri articoli elettronici.
Vi sono due casse, di cui una in prossimità dell’area ‘liste nozze’.
Il numero e la disposizione dei punti luce sono rilevabili dalle piante.
Anche per quanto riguarda il piano terra la disposizione delle luci e delle prese è riportata in pianta, mentre per le prese, in mancanza di utilizzi previsti per l’attività di vendita, si è tenuto conto unicamente delle necessità della manutenzione e delle pulizie del locale

Descrizione del nuovo impianto

Si tratta di un impianto elettrico di tipo TN-S, con punto di consegna ENEL in media tensione.
Nella cabina di consegna è previsto un interruttore generale in SF6, in sostituzione di quello ad aria preesistente, non automatico e comunque inadeguato alle nuove esigenze dell’impianto.
Sul lato MT di ognuno dei due trasformatori, a valle del VOR esistente, su ognuno dei due primari, vi è un sezionatore sotto carico automatico con fusibili (per i dettagli si veda lo schema allegato).
I conduttori di media tensione devono rispettare le distanze minime previste dalla CEI 11-1 ed. 1999, (Tab. 4.1).

Come indicato in pianta, dal punto di consegna ENEL posizionato nella cabina indicata in pianta con il numero 1 partono tre cavi unipolari RG7H1R/40 da 50 mmq a 20kV interrati, che, per essere a norma, devono trovarsi almeno a 1 mt di profondità.
Come da CEI 11-35, i dispositivi di sezionamento possono essere bloccati in posizione di aperto o di chiuso e ad essi è associato un sezionatore di terra interbloccato. Vale, inoltre, quant’altro prescritto al par. 4.2.5.3 della norma CEI 11-35.
Per tutto quanto qui non esplicitamente menzionato, si precisa che l’impianto in media tensione deve essere realizzato in osservanza alle norme ENEL DK5600 e CEI 11-35.

Vi sono poi, in apposito locale, due trasformatori in resina 20/0,4kV, corrente  al primario di 11,55 A e al secondario di 577,35 A, Dyn11, raffreddamento AN e classi come da par. 3.2.3 della Guida CEI 11-35, ognuno dei quali alimenta un gruppo di utenze, collegabili mediante congiuntore solo in caso di guasto di uno dei due.
La potenza nominale di ciascun trasformatore è di 400 kVA, come richiesto dal calcolo delle potenze di impiego delle utenze da installare.
Immediatamente a valle di ognuno dei due secondari dei trasformatori viene posto un magnetotermico da 630A a protezione dei medesimi dal sovraccarico e dal cortocircuito.
Tra gli interruttori sopra menzionati deve essere assicurata la selettività. Ciò è ottenuto non solo mediante la scelta dei medesimi, ma anche mediante una opportuna regolazione delle correnti di intervento. Si faccia riferimento all’appendice F della CEI 11,35, in particolare, per il coordinamento delle protezioni alle due estremità del trasformatore, alla fig. F 1.2 e, per la messa in tensione degli stessi, alle fig. F 2.1 e F 2.2
I due trasformatori sono collegati sul secondario da un congiuntore che, come gli interruttori di cui sopra, è dotato di serratura allo scopo di impedire manovre indebite. I cavi sono del tipo non propagante l’incendio, secondo la CEI 20-22. Per le misure atte a prevenire la propagazione dell’incendio tramite i cavi, occorre fare riferimento alla Norma CEI 11-17, art. 3.7.03.
A tal proposito, occorre sottolineare che il locale che ospita i trasformatori potrebbe risultare insufficiente per le sovratemperature dovute alla dissipazione termica dei dispositivi.
Il Committente dovrà verificare che il ricambio d’aria assicurato dal sistema di ventilazione attualmente esistente sia sufficiente a garantire il mantenimento della temperatura ambiente entro i limiti previsti dal costruttore delle apparecchiature.
Esso è stato valutato in circa 1mc/sec.
Infatti, essendo il calore specifico dell’aria, cP, dell’ordine di 103 J/Kg °K e la sua densità a temperatura ambiente di circa 1 Kg/mc, risulta:
 
                                           dQ/dt = c𝛥T dm/dt

dove dQ/dt è la potenza termica dissipata dai trasformatori (dai dati del costruttore risulta essere di circa 10 kW) e avendo trascurato la potenza

                                       dQ’ / dt = A 𝛥T  1 /  (1/hi+1/he+1/l)

dovuta alla trasmittanza della parete.

Per quanto riguarda la sicurezza dell’impianto, occorre prevedere un dispositivo di distacco dell’alimentazione, con l’esclusione dei circuiti di sicurezza, che non provochi l’entrata in servizio automatica della sorgente autonoma di riserva.

Essendo l’area “ambiente a maggior rischio in caso di incendio”, vanno applicate le disposizioni della parte settima della norma CEI 64-8. Si segnala in particolare il par. 751.04.1 punti c, e, i, l, m.
Eventuali future finestre e dispositivi di aerazione dovranno assicurare comunque un grado di protezione minimo IP3X e impedire la penetrazione di acqua.

Gli ambienti sottoposti ad ulteriori prescrizioni normative sono (a parte la centrale termica) le luci delle insegne, alimentate a tensione superiore a 1000 V, per le quali si applica la norma CEI 34-86.
I materiali impiegati in relazione al rischio di incendio sono dei seguenti tipi:
‑ quadri elettrici principali e secondari:
·       involucri e strutture di sostegno completamente metallici, ad eccezione dei piccoli quadretti a parete realizzati in materiale plastico autoestinguente;
·     cablaggi interni realizzati con cavi di tipo non propagante l'incendio e afumex
·     cablaggi ausiliari soggetti a surriscaldamento in caso di guasto (voltmetrici e/o amperometrici) protetti contro il gocciolamento dell'isolante mediante calze in materiale siliconico;
·     tutti i materiali plastici utilizzati per canali, morsettiere, custodie di apparecchi e strumenti, supporti, fascette, etichette, ecc.: di tipo autoestinguente;
- passerelle portacavi per la distribuzione principale: metalliche o in vetroresina;
- cavi facenti parte di impianti di sicurezza che devono funzionare durante un incendio: di tipo resistente al fuoco (norma CEI 20‑36);
 - tutti i materiali plastici utilizzati per tubazioni, canali, morsettiere, cassette, scatole, coperchi, custodie, supporti, fascette, etichette, ecc.: in materiale plastico autoestinguente, con l'eventuale sola eccezione dei   componenti totalmente incassati in pareti in muratura o in 
     materiale incombustibile.
In corrispondenza di tutti i punti in cui le condutture degli impianti elettrici e speciali attraversano le delimitazioni dei compartimenti tagliafuoco va realizzata l’installazione di setti taglia­fuoco di tipo certificato atti a ripristinare la resistenza prescritta per il compartimento.
In particolare, si evidenzia la CEI 306-5, cap. 5, paragrafo relativo alla sicurezza delle persone.
Tutte le prescrizioni sopra elencate valgono anche, in quanto applicabili, per gli impianti speciali.

L’impianto di illuminazione di sicurezza risponde ai requisiti della norma UNI EN 1838. È alimentato a tensione di rete tramite batterie di accumulatori locali installati direttamente all’interno delle lampade di sicurezza, dimensionate per garantire un'autonomia a carico nominale non inferiore a un'ora in caso di mancanza della rete di alimentazione primaria. La loro ubicazione è rilevabile in pianta.
L’illuminazione di sicurezza ha lo scopo di garantire la sicura evacuazione delle persone in caso di necessità, con i livelli minimi di illuminamento previsti dalla norma CEI 64-8, art. 752.56.5.
I circuiti di alimentazione soddisfano quanto riportato al par. 563 della CEI 64-8.
Per quanto riguarda la riconoscibilità dei segnali, deve essere  A > L2/2000. (A è la superficie del cartello in m2 e L la distanza in metri, come da DL 493/96), mentre la visibilità è data da  d = S x p (d è la distanza di osservazione, p l’altezza del pittogramma e  S=200 per i segnali autoilluminanti, 100 per quelli illuminati dall’esterno.

L’impianto dei servizi sotto UPS è realizzato a servizio delle utenze di maggior importanza per la prosecuzione delle attività commerciali che della sicurezza (prese casse, apparecchiature telefoniche ecc.), che sono comunque individuabili dagli schemi dei quadri elettrici .

L’impianto di rivelazione antincendio dovrà essere realizzato in conformità alla norma UNI 9795 ed alla norma UNI EN 54.
Esso, comunque, non costituisce oggetto del presente documento.


I cavi elettrici sono in EPR del tipo FG7OM e, per i circuiti della distribuzione principale, FG7OR, del tipo antincendio e a bassa emissione di fumi.
Le portate nominali sono quelle ricavate dalle tabelle CEI-UNEL 35024/1e 35024/2, e tengono conto del valore di massima temperatura ambiente di progetto e delle effettive condizioni di posa (tipo di condotti portacavi e vicinanza tra cavi diversi).
Per i conduttori di terra sono stati utilizzati cavi N07V-K, con sezioni secondo quanto prescritto dalla CEI 64-8.
Il dimensionamento delle condutture tiene conto anche di:
-     valore della caduta di tensione;
-     coordinamento tra le caratteristiche della conduttura e quelle del relativo dispositivo di protezione, in termini di correnti di  cortocircuito  massime  e  minime  e  di  energia  specifica  passante,  in  tutte  le  configurazioni di  esercizio previste per la rete.
I percorsi delle principali dorsali di distribuzione sono rilevabili dalle piante.
Nelle aree senza controsoffitto i cavi sono posati in tubi di PVC, mantenendo un rapporto tra il diametro D del tubo e il diametro d del fascio di cavi superiore a 1,4.

 I quadri elettrici, così come indicato negli schemi allegati, sono i seguenti:

-       Quadro Generale BT
-       Quadro Generale Luci e FM
-       Quadro 1 piano terra
-       Quadro 2 piano terra
-       Quadro 1 primo piano
-       Quadro 2 primo piano
-       Quadro 3 primo piano
-       Quadro insegne NOVA
-       Quadro UPS Benetton
-       Quadro UPS Euronics
-       Quadro condizionatore RHOSS
-       Quadro condizionatore zona ribassata 1° piano
-       Quadro scala mobile salita
-       Quadro scala mobile discesa
-       Quadro ascensore
-       Quadro montacarichi

Dell’impianto elettrico di media tensione esistente è stato sostituito l’interruttore generale.
Di esso si allega lo schema elettrico.

La ubicazione dei quadri è indicata nelle planimetrie allegate.
La composizione dei singoli Quadri è desumibile dagli schemi allegati, così come le sezioni dei cavi, le cadute di tensione ecc.

Gli  apparecchi di illuminazione sono essenzialmente di due tipi: faretti ad alogenuri a controsoffitto da 70W (150W nelle vetrine e sui due ingressi principali) SIDE TOR 18 e plafoniere fluorescenti 2x58W con reattore elettronico Disano 6503 Rapid System, con canale portacavi tipo 6000 Rapid System.
Nelle aree dove non è previsto il controsoffitto le luci sono unicamente del tipo fluorescente.
I cavi sono posati su passerella nel controsoffitto, separando, come previsto dalla norma 64-8 i cavi elettrici da quelli TV, telefonici, ecc.
I circuiti luci, dato il numero elevato di apparecchi di illuminazione, sono stati divisi in gruppi con Pmax=1,5 kW, ognuno protetto da proprio interruttore.

L’impianto antifurto è realizzato conformemente alle norme CEI 79-3, 79-14 e 79-15.
Di esso si riportano in allegato le principali caratteristiche.
In particolare, si evidenzia quanto riportato al cap. 4 (parr. 4.1.01, 4.1.02 e 4.1.03) della CEI 79-3 a proposito dei cavi di collegamento e dei sistemi di alimentazione.

Per quanto riguarda la protezione contro i contatti indiretti e la realizzazione dell’impianto di terra, trattandosi di sistema TN-S, con neutro distribuito e conduttore di protezione separato dal neutro, il criterio da soddisfare è che l’impedenza dell’anello di guasto sia tale da verificare la relazione:

                                                                        Z×   Ia < U0

dove Zs è l’impedenza dell’anello, Ia la corrente che provoca l’intervento automatico del dispositivo di protezione entro il tempo previsto dalle norme in funzione della tensione U0 tra fase e terra.
Devono inoltre essere rispettate le prescrizioni della norma CEI 11-1 per la determinazione del valore della resistenza di terra della cabina di trasformazione.
Questa resistenza viene calcolata sulla base del valore della corrente di guasto a terra (IG) e del tempo di eliminazione del guasto (TG), che determina il valore della tensione di terra accettabile e che è rilevabile dalla tabella riportata nella CEI 11-8.
Dalle informazioni ricevute dall’ENEL e con riferimento alla Norma CEI 11-8, la corrente di guasto monofase a terra nel punto di consegna è Ig=200A, mentre la corrente di corto circuito è Icc=12,5kA. Il tempo di intervento è TG=1sec.
La prima soglia di massima corrente (per correnti di lunga durata e bassa intensità) deve essere 110A con T=0,5 sec. Mentre la seconda soglia di massima corrente (per correnti di breve durata e forte intensità) deve essere  480A con T=0.
Nei pavimenti di tutta l’area interna, compresi i magazzini, è presente una rete metallica, che va collegata mediante corda di rame da 35mmq ai ferri dei pilastri.
Quattro pilastri devono essere collegati tra loro mediante corda di rame interrata da 35 mmq e quindi ad un ulteriore dispersore a corda di rame da 35 mmq interrato nel cortile, secondo una disposizione rilevabile dalle piante.
Data la complessità dell’impianto di terra, occorrerà all’atto del completamento della posa dei cavi, eseguire le misure della resistenza di terra, allo scopo di verificare che sia soddisfatta la relazione:

                                                         Rt Ig < Vt

Dove Vt è la tensione fornita dalla CEI 11-1 in funzione del tempo di intervento delle protezioni e Ig è la corrente di guasto a terra, pari a 200A.
La resistenza di terra di un conduttore orizzontale interrato di lunghezza L è data da:
                                              
                                             RL𝜌 / 𝜋L  * ln  2L/d

dove  d  è il diametro del conduttore.
Si è assunto per la resistività  r  del terreno il valore medio di 300 𝛺 cm, corrispondente a terreno pietroso. Tale valore è soltanto orientativo e perciò dovrà essere verificato mediante misura diretta. A ciò va aggiunto il contributo dei ferri dei pilastri.
Per quanto riguarda le giunzioni e la protezione contro la corrosione si fa riferimento alle prescrizioni, oltre che della CEI 11-8, a quanto riportato nella guida 11-37 par. 9.4 e 9.5 e a quanto riportato nella Guida CEI 64-12.


[….]

 Impianto d’antenna
Come richiesto anche dal Committente, è previsto un impianto d’antenna centralizzato sia  errestre che satellitare, dimensionato secondo le prescrizioni della CEI 12-43.
Costituisce oggetto del presente documento l’indicazione delle norme elettriche necessarie alla sicurezza.

Impianto satellitare

Si è optato per la distribuzione a quattro cavi per canali analogici e digitali, come riportato nello schema di principio.
A valle del convertitore vi è la centralina autoalimentata a quattro ingressi orizzontali e verticali in banda bassa e banda alta, con sei uscite digitali verso altrettante prese collocate nell’area vendita e rilevabili dalle piante.
L’impianto è adatto alla ricezione di un solo satellite, che potrà essere presumibilmente Astra o Eutelsat.

Sul terrazzo dell’edificio va installata un’antenna da 90 cm completa di kit di montaggio, base portaparabola, controventata e ancorata alla struttura resistente del tetto, LNB dual pol ‘full band’ a quattro uscite V-H separate.

Impianto terrestre

È stata prevista l’installazione di un’antenna VHF per la ricezione di RAI 1, di una antenna UHF per la ricezione di RAI 2 e RAI 3 e di una Va banda per la ricezione degli altri canali, da puntare in direzione di Velletri.
L’impianto serve circa settanta prese TV in area vendita e rilevabili in pianta.
Le caratteristiche elettriche delle antenne devono essere quelle richiamate al capitolo 3 della norma CEI 100-7 (impedenza, guadagno, direttività).
In base all’angolo fra le direzioni di orientamento delle antenne, queste vanno distanziate secondo quanto riportato nelle tabelle 7-8-9 del paragrafo 3.3.2 della norma CEI 100-7.
Ai fini del dimensionamento meccanico del sistema radiante, si considereranno le distanze tra le antenne previste dalle tabelle della norma CEI 12-15 (per angoli di puntamento compresi tra 0° e 20° l’interdistanza è di 1mt  o 0,75 mt secondo che le due antenne siano una VHF e una UHF oppure entrambe UHF, mentre per angoli compresi tra 20° e 70° l’interdistanza è rispettivamente di 0,5 mt o di 0,75 mt).
Le antenne che offrono un’elevata resistenza aerodinamica al vento vanno installate verso la parte bassa del sostegno, tenendo conto che l’antenna più bassa, rispetto al tetto dell’edificio, deve risultare ad altezza non inferiore a 1,8 mt, per motivi di praticabilità.

Sul terrazzo del primo piano, presso la ‘zona televisori’, è installata la nuova centralina televisiva con chassis in poliestere e grado di protezione IP 55.

Il conduttore esterno dei cavi coassiali della rete di distribuzione dei segnali è essere collegato a terra a meno che nell’impianto si utilizzino soltanto prese d’utente totalmente isolate e componenti di classe II.
La CEI 12-43 inoltre prescrive che con ogni tipo di presa d’utente (eccetto quelle di tipo totalmente isolate) il terminale esterno della presa, connesso allo schermo del cavo coassiale, deve essere collegato a terra, in modo che la resistenza in continua tra il terminale esterno della presa e il più vicino collettore equipotenziale sia inferiore a 5W.
I collegamenti equipotenziali e il collegamento di terra devono essere effettuati con conduttori di rame di sezione non inferiore a 4 mm2, disposti secondo il percorso più breve e più diretto all’impianto di presa di terra.
Il collegamento a terra è realizzato in corrispondenza del terminale di testa, così come sono collegate all’impianto di terra le masse, cioè gli involucri metallici della centralina TV.
All’interno del contenitore delle apparecchiature elettroniche è prevista un gruppo di prese di corrente per eventuali servizi ausiliari.

Secondo quanto prescritto dalle norme CEI 12-15, il cavo coassiale usato per la distribuzione ha un’impedenza caratteristica di 75 Ohm con una tolleranza di +- 3 Ohm e le discontinuità lungo il cavo sono tali che il ROS su uno spezzone di 100 mt è al massimo di 1,3 nella banda 50-800 Mhz.
L’attenuazione è inferiore a 12 dB/100 mt alla frequenza di 200 Mhz ed inoltre il cavo è del tipo a basso invecchiamento.
La schermatura è tale da impedire irradiazioni che possano disturbare la ricezione di altri impianti e da proteggere l’impianto stesso dalla captazione diretta di segnali emessi da antenne troppo vicine, o di disturbi esterni.


Per quanto riguarda il diametro D dell’antenna, un soddisfacente compromesso tra costo e prestazioni è la scelta D=90 cm

Dimensionamento del sostegno d’antenna

 Avendo ipotizzato di distanziare reciprocamente le antenne di circa 1 mt, si ricorre ad un palo di 4 mt, con due attacchi a muro distanziati di circa 1 mt.
Il momento flettente del sostegno d’antenna dipende dalla forza concentrata del vento su ciascuna antenna (Ma) e dal carico del vento distribuito lungo il sostegno (Mp).

I valori della spinta P esercitata dal vento per ciascun tipo di antenna sono generalmente indicati dal costruttore dell’antenna stessa.
Risulta pertanto:

                                            M*a  = 𝚺 Pi Li

Per il troncone superiore si utilizza tubo 33,7x2,3  mentre per quello inferiore 48,3x2,6.
Il momento flettente dovuto al palo, invece, risulta:

                           Mp = q1 × l12/2  +  q× l2 (l1+l2/2)   [Nm]

Dove :
                                                  q = p * D


L indica la distanza dell’antenna dalla sezione di verifica del sostegno
l indica la lunghezza di ogni troncone di tubo
  
Se, in seguito alle scelte fatte e tenendo conto dei parametri forniti dai costruttori il momento totale agente  Mr  =  Ma  +  Mp  è minore di 500 Nm, non è necessaria la prova statica delle strutture del fabbricato sottoposte alla sollecitazione.

Per semplicità, tuttavia, e per tener conto di eventi imprevisti, a favore della sicurezza, si ritiene opportuno strallare la struttura, come più sopra indicato.

Impianti speciali

Tutti i cavi relativi agli impianti speciali e cioè i cavi di segnali e quelli operanti a tensioni inferiori a 230V (per es. 24, 12V ecc.) devono alloggiare in canalizzazioni separate da quelle adibite al trasporto di energia a 400/230V o superiore.

Insegne luminose

Le insegne collocate all’esterno del locale sono del tipo a scarica a catodo freddo.
Esse, pertanto, rientrano nell’ambito della Norma CEI 34-86.
Si richiama, in particolare l’attenzione sulle principali prescrizioni per la sicurezza:

·      dispositivo di protezione contro il circuito aperto
·      connessioni in alta tensione ai tubi protette con coprielettrodi conformi all’art. 13 della predetta norma (e protezioni aggiuntive come richiamato ai par. 7.4 e 7.5 se a portata di mano).
·      ricorso all’uso di un trasformatore monofase rispondente alla Norma EN 61050 (ma con tensione a vuoto verso terra non superiore a 5 kV e tra i morsetti a 10 kV).
·      presenza di un sensore che segnali la presenza di un guasto verso terra del circuito secondario e/o una condizione di circuito aperto e azioni un interruttore di protezione (si veda lo schema unifilare).
 In particolare, per le correnti di dispersione, si fa riferimento a quanto dettagliatamente riportato
 al par. 10 della CEI 34-86
·      le distanze minime in mm tra le parti attive a tensioni differenti, o tra parti attive e parti metalliche messe a terra o infiammabili o conduttrici (se bagnate), devono essere:

               distanza superficiale:                  d = 10 + 5U
               distanza in aria                            c = 7,5 + 3,75U

      essendo U la tensione di uscita a vuoto del trasformatore in kV.
·      predisposizione di un cartello di tensione pericolosa in corrispondenza del trasformatore.
·      masse dell’impianto collegate tra loro da conduttori equipotenziali, collegati a loro volta al punto del secondario messo a terra.
·      Per le caratteristiche dei cavi si rimanda al par. 14 della CEI 34-86 (tipi di cavo, assenza di giunzioni ecc.)
I cavi del secondario sono schermati, con schermo collegato ai conduttori equipotenziali a meno che la posa non avvenga entro tubi protettivi in materiale isolante.
L’isolamento dei cavi prescelti è adatto alla tensione nominale verso terra del trasformatore.
Le lampade devono essere fissate ai supporti in modo stabile, con le giunzioni tra gli elettrodi e le condutture protette da un rivestimento isolante adatto alla tensione nominale verso terra del trasformatore, a sua volta protetto da un ulteriore involucro isolante.

Impianto TVCC

L’impianto di sorveglianza CCTV è realizzato seguendo le linee guida della CEI 79-10 parte 7.
Il cavo utilizzato è il coassiale da 75 Ohm, che, come tutti gli altri cavi, viene posato a controsoffitto, dove questo è previsto.

Qui termina la relazione relativa all'impianto elettrico. Si riporta qui sotto la risposta della Soc. Elettrofornitrice alla richiesta del progettista della corrente di corto circuito nel punto di consegna, come è corretto fare in generale per tutti gli impianti e come è indispensabile fare per le reti in media tensione.







Qui inizia la seconda parte della relazione tecnica, relativa alla valutazione del rischio da fulminazione.


  

PROTEZIONE CONTRO I FULMINI

Valutazione del rischio scelta delle misure di protezione


1 CONTENUTO DEL DOCUMENTO

2 NORME TECNICHE DI RIFERIMENTO

3 PROCEDURA ADOTTATA

4 INDIVIDUAZIONE DELLA STRUTTURA DA PROTEGGERE

5 DATI INIZIALI
            5.1 Densità annua di fulmini a terra.
            5.2 Dati relativi alla struttura.
            5.3 Dati relativi alle linee esterne.

6 CALCOLI
            6.1 Aree di raccolta della struttura.
            6.2 Aree di raccolta delle linee esterne.
            6.3 Frequenza di fulminazione della struttura.
            6.4 Frequenza di fulminazione delle linee.
            6.5 Probabilità di danno.
            6.6 Danno medio.
            6.7 Tipi di rischio.
            6.8 Componenti di rischio.
            6.9 Valutazione dei rischi.
            6.10 Rischio tollerato.
            6.11 Analisi dei rischi.

7 MISURE DI PROTEZIONE.


1 CONTENUTO DEL DOCUMENTO

Questo documento contiene:

- La relazione sulla valutazione dei rischi dovuti al fulmine.

- Il progetto di massima delle misure di protezione da adottare ove necessarie.


2 NORME TECNICHE DI RIFERIMENTO

Questo documento è stato elaborato con riferimento alle seguenti norme CEI:

- CEI 81-1 :     "Protezione delle strutture contro i fulmini"
                       Novembre 1995;

- CEI 81-1 :     "Protezione delle strutture contro i fulmini"
                       Variante. Dicembre 1996;

- CEI 81-2 :     "Guida alla verifica degli impianti di protezione contro i fulmini"
                       Gennaio 1994;

- CEI 81-3 :     "Valori medi del numero dei fulmini a terra per anno e per                                                             chilometro quadrato dei Comuni d'Italia, in ordine alfabetico.
                       Elenco dei Comuni."
                       Novembre 1994;

- CEI 81-4:      "Valutazione del rischio dovuto al fulmine"
                       Dicembre 1996.

Sono state altresì considerate, ove applicabili, anche le seguenti Norme IEC:

- IEC 1024-1 : "Protection of structures against lightning. Part 1: General Principles"
                       Prima edizione - Marzo 1990;

- IEC 1024-1-1: "Protection of structures against lightning. Part 1: General Principles
                       Section 1: Guide A. Selection of  protection levels for LPS"
                       Prima edizione - Agosto 1993;

- IEC 1662 :    "Assessment of the risk of damage due to lightning"
                       Prima edizione - Aprile 1994;

- IEC 1662 :    "Assessment of the risk of damage due to lightning "
                       "Amendment 1". Maggio 1996;

e la seguente Norma CENELEC:

- CENELEC ENV 61024-1 :  "Protection of structures against lightning.
                                               Parte 1: General principles."
                                               Prima edizione - Gennaio 1995.


3 PROCEDURA ADOTTATA

Per la valutazione del rischio è stata seguita la procedura indicata nella Norma CEI 81-4.

L' uso di questa procedura è giustificato dai seguenti motivi:

- la procedura semplificata non è applicabile perché non ricorrono le condizioni previste dall'Appendice G della Norma CEI 81-1.

I risultati ottenuti con la procedura di cui alla Norma CEI 81-4 sono comunque più completi e precisi di quelli ricavabili con la procedura semplificata indicata all'Appendice G della Norma CEI 81-1.



4 INDIVIDUAZIONE DELLA STRUTTURA DA PROTEGGERE

L'individuazione della struttura da proteggere è essenziale per definire le dimensioni e le caratteristiche da utilizzare per la valutazione dell'area di raccolta.

La struttura che si vuole proteggere è una parte orizzontale di una costruzione.
Ai sensi dell'art. 2.5.1 della Norma CEI 81-4, le dimensioni e le caratteristiche della struttura da considerare sono quelle dell'intera costruzione


5 DATI INIZIALI

5.1 Densità annua di fulmini a terra.
           
Come rilevabile dalla Norma CEI 81-3, la densità annua di fulmini a terra per kilometro quadrato nel comune di LATINA in cui è ubicata la struttura vale :

                                               Nt = 2,5  fulmini/km² anno

5.2 Dati relativi alla struttura.

Le dimensioni della struttura sono rilevabili dal disegno (allegato A).

La struttura è adibita a ATTIVITA' COMMERCIALE (superfice > 1500 m²)  .

Ai sensi della Norma CEI 81-1, appendice F, essa è classificabile come struttura ordinaria di caratterisiche non tipiche perché:

- c'è presenza di persone in numero elevato o per un elevato periodo di tempo in zone entro 5 m dalla struttura con resistività del terreno < 5 kohm m
- non è alimentata in MT con cavo schermato

La struttura è realizzata in pilastri in c.a o metallici 10>d >= 6 m.
Gli impianti elettrici di energia interni alla struttura hanno, in tutto o in parte, condutture non schermate.
Le apparecchiature elettriche nella struttura non sono tutte protette contro le sovratensioni.

Gli impianti di segnale interni alla struttura hanno, in tutto o in parte, condutture non schermate.
Le apparecchiature di segnale nella struttura non sono tutte protette contro le sovratensioni.


La struttura ha un carico specifico d'incendio pari a 26,5 kg/m² valutato analiticamente sulla base dei materiali presenti (Allegato D).

Con riferimento all'art. F2 della Norma CEI 81-1, la struttura è pertanto classificabile come struttura con rischio d'incendio ordinario
Per limitare le conseguenze dell'incendio la struttura è dotata di:

                                   - estintori
                                   - idranti
                                   - impianti automatici di spegnimento
                                   - vie di fuga
                                   - impianti automatici di segnalazione

Il suolo a meno di 5 m dalla struttura ha resistività superf. 0,5-5 kohm m (marmo)

La struttura è in area con strutture più basse; il suo coefficiente ambientale vale pertanto:

                                               C = 0,5

La posizione ambientale della struttura è stata stimata.


5.3 Dati relativi alle linee esterne.

            La struttura è servita da linee con le seguenti caratteristiche

            L 1 - Linea MT in cavo interrato:
                       non schermata
                       lunghezza: 500 m
                       resistività terreno: 300 ohm m.
                       linea in area urbana
            L 2 - Linea di segnale in cavo interrato:
                       non schermata
                       lunghezza: 500 m
                       resistività terreno: 300 ohm m.
                       linea in area urbana



6 CALCOLI

6.1 Aree di raccolta della struttura.

Area A

L'area di raccolta A dei fulmini diretti sulla struttura, supposta isolata ed in pianura, è stata valutata graficamente secondo il metodo indicato nella Norma CEI 81-1, art.G3.1, ed è riportata nel disegno (allegato B). Il suo valore è:

                       A = 1,9E-2  km²
                                                                                                                                                                                                                                                              
Area Am

L'area di raccolta Am dei fulmini a terra vicino alla struttura, che ne possono danneggiare gli impianti interni per sovratensioni indotte,  non è stata valutata perché nella struttura non sono presenti impianti sensibili.
                                                                                                                                                                                                                    

6.2 Aree di raccolta delle linee esterne.

L'area di raccolta Ac di ciascuna linea esterna di energia è stata valutata analiticamente come indicato nella Norma CEI 81-4, art.2.5.4

                                   Ac = 0 km² per la linea L1

L'area di raccolta è stata assunta uguale a zero perché il percorso della linea si svolge tutto all'interno di area urbana.
L'area di raccolta Ac delle linee di segnale non è stata valutata perché la Norma CEI 81-4 assume che il rischio relativo all'incendio, innescato da sovratensioni trasmesse alla struttura dalle linee di segnali entranti, sia trascurabile (componente C = 0).
L'area di raccolta Ag di ciascuna linea esterna è stata valutata analiticamente come indicato nella Norma CEI 81-4, art. 2.5.5

                                   Ag = 0 km² per la linea L1
L'area di raccolta è stata assunta uguale a zero perché il percorso della linea si svolge tutto all'interno di area urbana.

                                   Ag = 0 km² per la linea L2
L'area di raccolta è stata assunta uguale a zero perché il percorso della linea si svolge tutto all'interno di area urbana.
                                                                                                                                                                                                                    

6.3 Frequenza di fulminazione della struttura.

La frequenza di fulminazione (diretta) della struttura è stata valutata in conformità alla Norma CEI 81-4 art.2.5. Essa è:

                                   Nd = Nt C A = 2,37E-2 fulmini/anno
                                                                                                                                                                                                                                                   6.4 Frequenza di fulminazione delle linee.

La frequenza di fulminazione di ogni linea è stata valutata analiticamente come indicato nella Norma CEI 81-4, art.2.5

            Fulminazione diretta.

                                   Nc = Nt Ac = 0 fulmini/anno per la linea L1

            Fulminazione indiretta.

                                   Ng = Nt Ag = 0 fulmini/anno per la linea L1

                                   Ng = Nt Ag = 0 fulmini/anno per la linea L2
        

6.5 Probabilità di danno.

Sono stati assunti i seguenti valori di probabilità che un fulmine provochi danno alla struttura:

- danno da tensioni di contatto e di passo (CEI 81-4, tab.3):
            Pt = 0,001 (resistività superf. 0,5-5 kohm m (marmo));
- scarica pericolosa per innesco incendio da fulmini diretti sulla struttura (CEI 81-4, tab.4):
            Pa = 0,816
            k5Pe = 0,8 (prodotto k5pe più elevato)
- danno alle apparecchiature interne da sovratensione per fulminazione diretta della struttura:
            Pd = 0,816
            k4k5pe = 0,8 (prodotto k4k5pe più elevato)
- innesco incendio:
            Pf = 0,001 (struttura con rischio d'incendio ordinario, CEI 81-4, tab.9);
- danno alle apparecchiature interne da sovratensione per fulminazione indiretta della struttura:
            Pm = 0,08
            k2k3Pi = 1,0 (prodotto k2k3pi più elevato);
- scarica pericolosa per innesco incendio da fulminazione diretta di linee esterne:
            Pc = 0,8           per la linea L1
            Pc = 0,8           per la linea L2
- danno alle apparecchiature interne da sovratensioni trasmesse alla struttura per fulminazione indiretta di linee esterne:
            Pg = 0,8          per la linea L1
            Pg = 0,8          per la linea L2
            k2k3 = 1,0 (prodotto k2k3 imp. elettrici)
            k2k3 = 1,0 (prodotto k2k3 imp. segnale)

avendo assunto:
            Ps = 0,08 (pilastri in c.a o metallici 10>d >= 6 m ,CEI 81-4, tab.5)
            Pi = 1,0 (condutture impianti interni energia: non schermate, CEI 81-4, tab.6)
            Pi = 1,0 (condutture impianti interni segnale: non schermate, CEI 81-4, tab.6)
            k1 = 1 (non è installato alcun LPS)
            k2 = 1 (apparecchiature elettriche non protette con trasf. isolamento, CEI 81-4, tab.8)
            k2 = 1 (apparecchiature di segnale non protette con disp.optoelettronici, CEI 81-4, tab.8)
            k3 = 1 (apparecchiature elettriche non protette con SPD, CEI 81-4, tab.8)
            k3 = 1 (apparecchiature di segnale non protette con SPD, CEI 81-4, tab.8)
            per la linea L1
            k4 = 1,0
            k5 = 1,0
            per la linea L2
            k4 = 1,0
            k5 = 1,0

6.6 Danno medio.

Il danno medio varia in relazione al tipo di rischio considerato e, per ogni tipo di rischio, in dipendenza dalla causa che lo ha provocato.

I valori assegnati al danno medio sono:

perdita di vite umane (rischio di tipo 1)
            - per tensioni di contatto e di passo dt = 0,01
            - per incendio df = 0,03
            - per sovratensioni do = 0
perdita economica (rischio di tipo 4)
            - per tensioni di contatto e di passo dt = 0
            - per incendio df = 0,2
            - per sovratensioni do = 0,0001

I valori del danno medio sono quelli indicati dalla Norma CEI 81-4 nelle rispettive tabelle.
In presenza di provvedimenti per limitare le conseguenze dell'incendio i valori di df vanno moltiplicati per un coefficiente di riduzione kf.
Alle misure protettive presenti nella struttura sono stati assegnati, come da Norma CEI 81-4, tab.11, i seguenti valori di kf:

                                               kf = 0,9           (estintori)
                                               kf = 0,8           (idranti)
                                               kf = 0,5           (impianti automatici di spegnimento)
                                               kf = 0,7           (vie di fuga)
                                               kf = 0,6           (impianti automatici di segnalazione)

Il valore complessivo risultante dal prodotto dei singoli valori è:

                                               kf = 0,15 (rischio tipo 1)
                                               kf = 0,22 (rischi tipo 2,3,4)
                                                                                                                                                                                                                                                    

6.7 Tipi di rischio.

Considerate le caratteristiche e la destinazione d'uso della struttura sono stati considerati solo i seguenti tipi di rischio:

            -rischio di tipo 1: perdita di vite umane
            -rischio di tipo 4: perdita economica

6.8 Componenti di rischio.

In accordo con la Norma CEI 81-4 sono state considerate le componenti di rischio di seguito indicate.

Per la perdita di vite umane:

            componente H: tensioni di contatto e di passo in prossimità della struttura quando
                                   è colpita da un fulmine;
            componente A: incendio della struttura provocato dai fulmini che la colpiscono.

Le componenti D e G non sono state considerate perché la Norma CEI 81-4 le prevede solo nel caso di strutture ospedaliere o con rischio di esplosione.

Per la perdita economica:

            componente A: incendio della struttura provocato dai fulmini che la colpiscono;
            componente D: danni ad apparecchiature, provocati dalle sovratensioni
                                   dovute ai fulmini che colpiscono la struttura.

La componente H non è stata considerata perché è da escludere la presenza abituale di animali a meno di 5 m all'esterno della struttura.

La componente C non è stata considerata perché la struttura è alimentata da linee esterne d'energia il cui percorso si svolge in area urbana.

La componente M non è stata considerata perché nella struttura non è presente una notevole quantità di apparecchiature sensibili alle sovratensioni, ed i relativi circuiti hanno una estensione modesta.
I valori delle componenti di rischio, calcolati secondo le formule indicate dalla Norma CEI 81-4, sono di seguito indicati.

Per la perdita di vite umane:

                                   H = 2,38E-7
                                   A = 8,79E-7

Per la perdita economica:

                                   A = 8,37E-7
                                   D = 1,94E-6

 6.9 Valutazione dei rischi.

I rischi sono stati valutati in relazione sia alle cause di danno sia al tipo di fulminazione, a partire dai valori calcolati per le varie componenti di rischio.

Rischi per tensioni di contatto e di passo:

                       Rt1 = 2,38E-7
                       Rt4 = Nullo

Rischi per incendio:

                       Rf1 = 8,79E-7
                       Rf2 = Nullo
                       Rf3 = Nullo
                       Rf4 = 8,37E-7

Rischi per sovratensione:

                       Ro1 = Nullo
                       Ro2 = Nullo
                       Ro3 = Nullo
                       Ro4 = 1,94E-6

Rischi per fulminazione diretta:

                       Rd1 = 1,12E-6
                       Rd2 = Nullo
                       Rd3 = Nullo
                       Rd4 = 2,78E-6

Rischi complessivi:

                       R1 = 1,12E-6
                       R2 = Nullo
                       R3 = Nullo
                       R4 = 2,78E-6

 6.10 Rischio tollerato.

Tenuto conto della destinazione d'uso della struttura è presente il rischio di:

            - perdita di vite umane (rischio di tipo 1).

Il valore tollerabile Ra è:

            Ra1 = 0,00001 per il rischio di tipo 1

Poichè si intende valutare anche il rischio relativo alle perdite puramente economiche sono stati fissati i seguenti valori:

            per il rischio tollerabile Ra4 : 0,0001
            per il valore della struttura :    10.000.000.000 lire
            per il valore aggiunto :                       5.000.000.000 lire

 6.11 Analisi dei rischi.

L'analisi dei rischi presenti nella struttura condotta in base al valore delle relative componenti di rischio ha evidenziato quanto di seguito indicato.

Per la perdita di vite umane.
Il rischio complessivo R1 non è maggiore di quello tollerato Ra1; adottare idonee misure di protezione per ridurre questo rischio non è quindi necessario.

Per la perdita economica.
Il rischio complessivo R4 non è maggiore di quello tollerato Ra4; adottare idonee misure di protezione per ridurre questo rischio non è quindi necessario.

 7 MISURE DI PROTEZIONE.

Poichè per ogni tipo di rischio presente nella struttura il suo valore complessivo R non supera quello tollerato Ra, ai sensi dell'art. F 3 della Norma CEI 81-1, l’adozione di misure di protezione non è necessaria.
SECONDO LA NORMA CEI 81-1 LA STRUTTURA E' AUTOPROTETTA CONTRO LE FULMINAZIONI
In forza della legge 1/3/1968 n.186 che individua nelle Norme CEI la regola dell'arte, si può ritenere assolto ogni obbligo giuridico, anche specifico, che richieda la protezione contro le scariche atmosferiche.



                                                    A L L E G A T I

 Fanno parte integrante della presente relazione gli allegati di seguito indicati:

                       Allegato A - Disegno della pianta della struttura


                       Allegato B - Disegno area di raccolta A


                       Allegato D - Calcolo del carico specifico d'incendio


                                        TAVOLA  SINOTTICA  DATI  TECNICI

A) DATI GENERALI

            1) Data del progetto: 10/09/200x
            2) Committente: xxx S.r.l.
            3) Tipo di struttura: ATTIVITA' COMMERCIALE (superfice > 1500 m²) 
            4) Ubicazione: Via yyyy 10 
            5) Procedura utilizzata per la scelta delle misure di protezione: CEI 81-4
            6) Valore della struttura: 10.000.000.000 lire
            7) Valore aggiunto: 5.000.000.000 lire

B) DATI RELATIVI ALLA STRUTTURA

            1) Individuazione : costruzione a sè stante.
            2) Dimensioni massime: vedi disegno
            3) Altezza media: 13 m
            4) Volume: 37281 m³
            5) Perimetro: 294,5 m
            6) Materiali costruttivi: pilastri in c.a o metallici 10>d >= 6 m

C) DATI RELATIVI AL SUOLO

            1) Resistività media: 300 ohm m
            2) Tipo di terreno: resistività superf. 0,5-5 kohm m (marmo)

D) DATI RELATIVI ALL'INCENDIO

            1) Carico specifico d'incendio: pari a 26,5 kg/m²
            2) Rischio d'incendio: ordinario
            3) Misure di protezione:
                                   - estintori
                                   - idranti
                                   - impianti automatici di spegnimento
                                   - vie di fuga
                                   - impianti automatici di segnalazione

E) IMPIANTI INTERNI D'ENERGIA

            1) Tipo di condutture: non schermate
            2) Misure di protezione: assenti

F) IMPIANTI INTERNI DI SEGNALE

            1) Tipo di condutture: non schermate
            2) Misure di protezione: assenti

G) LINEE ESTERNE D'ENERGIA

            L 1 - Linea MT in cavo interrato
                       tipo: non schermata
                       lunghezza: 500 m
                       resistività terreno: 300 ohm m
                       linea in area urbana

H) LINEE ESTERNE DI SEGNALE

            L 2 - Linea di segnale in cavo interrato
                       tipo: non schermata
                       lunghezza: 500 m
                       resistività terreno: 300 ohm m
                       linea in area urbana

I) AREE DI RACCOLTA

            1) Struttura
                       Condizione: in area con strutture più basse
                       Coefficiente ambientale C = 0,5
                       Area di raccolta A = 1,9E-2 km²
            2) Linee
                       Ac = 0 km² per la linea L1

                       Ag = 0 km² per la linea L1
                       Ag = 0 km² per la linea L2

J) FREQUENZA DI FULMINAZIONE

            1) Struttura
                       Nd = Nt C A = 2,37E-2 fulmini/anno
            2) Linee
                       Nc = Nt Ac = 0 fulmini/anno per la linea L1
                       Ng = Nt Ag = 0 fulmini/anno per la linea L1
                       Ng = Nt Ag = 0 fulmini/anno per la linea L2

K) PROBABILITA' DI DANNO

            1) Probabilità parziali
                       Impianti interni d'energia Pi = 1,0
                       Impianti interni di segnale Pi = 1,0
            2) Fattori di protezione
                       LPS K1 = 1
                       Trasf. impianti interni energia K2 =1,0
                       SPD impianti interni energia K3 =1,0
                       Disp. optoel. impianti interni segnale K2 =1,0
                       SPD impianti interni segnale K3 =1,0
            3) Valori massimi dei seguenti prodotti
                       K2K3pi = 1,0
                       K5pe = 0,8
                       K4K5pe = 0,8
            4) Probabilità totali
                       Pt = 0,001 (resistività superf. 0,5-5 kohm m (marmo));
                       Pa = 0,816
                       Pd = 0,816
                       Pf = 0,001 (struttura con rischio d'incendio ordinario, CEI 81-4, tab9);
                       Pm = 0,08
                       per la linea L1 (elettrica)
                                   scarica pericolosa Pc = 0,8
                                   sovratensione Pg = 0,8
                       per la linea L2 (segnale)
                                   scarica pericolosa Pc = 0,8
                                   sovratensione Pg = 0,8

L) RISCHI

RISCHIO DI TIPO 1

Danno medio:
            per tensioni di contatto e di passo dt = 0,01
            per incendio df = 0,03
            Fattore di incremento r = 10

Fattore di riduzione kf = 0,15

Componenti di danno:
            H = 2,38E-7
            A = 8,79E-7

Rischi per cause:
            Tensione di contatto e di passo Rt = 2,38E-7
            Incendio Rf = 8,79E-7
            Sovratensione Ro = nullo
            Fulminazione diretta Rd = 1,12E-6
            Fulminazione indiretta Ri = nullo
            Rischio complessivo R = 1,12E-6
            Rischio tollerato Ra = 1,0E-5

RISCHIO DI TIPO 4

Danno medio:
            per incendio df = 0,2
            per sovratensioni do = 0,0001
            Fattore di incremento r = 1

Fattore di riduzione kf = 0,22

Componenti di danno:
            A = 8,37E-7
            D = 1,94E-6

Rischi per cause:
            Tensione di contatto e di passo Rt = nullo
            Incendio Rf = 8,37E-7
            Sovratensione Ro = 1,94E-6
            Fulminazione diretta Rd = 2,78E-6
            Fulminazione indiretta Ri = nullo
            Rischio complessivo R = 2,78E-6
            Rischio tollerato Ra = 1,0E-4

M) MISURE DI PROTEZIONE

            Misure adottate: nessuna
            Rischi residui:
                       Rr1 = 1,12E-6
                       Rr4 = 2,78E-6

N) COSTI

            Costi di investimento:

            Costi annui:
            Danni alla struttura :               0
            Mancata attività :                    0
            Misure di protezione :                        0

            Costo annuo totale :                0

            valutati nelle seguenti ipotesi:
            Costo del denaro:                    15 %
            Ammortamento:                     4 % (25  Anni)
            Oneri manutenzione:              1 %