Case Study:
Progetto di un impianto elettrico in Media Tensione.
In questo esempio esamineremo il progetto per il dimensionamento degli impianti elettrici e speciali dei locali adibiti a punto vendita nel centro di una grande città, che per motivi di privacy chiameremo Alfa. Il negozio in oggetto, e il relativo impianto elettrico, vengono realizzati nel quadro dell'ammodernamento dei locali conseguente al subentro dell'esercizio in oggetto ad altra attività pre-esistente.
Progetto di un impianto elettrico in Media Tensione.
In questo esempio esamineremo il progetto per il dimensionamento degli impianti elettrici e speciali dei locali adibiti a punto vendita nel centro di una grande città, che per motivi di privacy chiameremo Alfa. Il negozio in oggetto, e il relativo impianto elettrico, vengono realizzati nel quadro dell'ammodernamento dei locali conseguente al subentro dell'esercizio in oggetto ad altra attività pre-esistente.
L'elenco riportato qui di seguito riporta il dettaglio degli impianti che costituiscono l'oggetto di questo Case Study. Gli apparati menzionati, cosi' come le Norme di riferimento sono quelli in uso alla data di redazione del progetto (prima decade degli anni 2000).
Ø Cabina di trasformazione
Il fabbisogno complessivo di potenza è di circa 200 kW.
A carico rifasato questo comporta l’utilizzo di un
trasformatore da 250 kVA.
Ø Impianto di terra
L’impianto di terra è realizzato utilizzando come
elementi dispersori, oltre all’impianto di terra preesistente, i ferri del
cemento armato dei pilastri, in modo da ottenere un valore della resistenza di
terra estremamente basso.
Ø Quadro elettrico generale di
Bassa Tensione (uffici, magazzini, vendita)
Ø Sottoquadri a servizio delle
utenze di piano
Ø Impianto di illuminazione di
sicurezza di tutti i locali
Ø Linea alimentazione impianto
ascensore e montacarichi
Ø Linee alimentazione impianto
di condizionamento
È altresì prevista la realizzazione degli impianti
telefonici, di trasmissione dati, di diffusione sonora e antiintrusione (per il
quale occorre fare riferimento alla CEI 79-15), che sono in questa sede presi
in considerazione soltanto per quanto riguarda gli aspetti della sicurezza
elettrica.
In allegato sono riportate le principali caratteristiche
dei componenti dell’impianto antintrusione.
Nella relazione di progetto si precisa, a tutela del progettista, che tutto
quanto non menzionato nel precedente elenco, per esplicita richiesta del
Committente, non costituisce oggetto del presente progetto.
Dati dell’edificio
Si
tratta di una struttura in cemento armato, in cui il piano terra e il
seminterrato sono adibiti a punto vendita Alfa,
con annessi uffici, magazzini, locali tecnici.
La
struttura comprende anche un piano ammezzato.
Le
dimensioni e l’ubicazione dei locali, nonché la disposizione dell’arredo e
altri particolari realizzativi sono rilevabili dalle planimetrie allegate alla relazione o
comunque disponibili su richiesta del cliente.
L’area
va considerata ‘ambiente a maggior rischio in caso di incendio’, a causa della
possibile presenza di un elevato numero di persone per significativi periodi di
tempo.
L’impianto
utilizzatore in bassa tensione è del tipo TN-S, con punto di consegna della Società
Elettrofornitrice in media tensione a 8,4 kV.
Tutte
le apparecchiature e i componenti utilizzati, tuttavia, sono predisposti anche
per l’eventuale passaggio alla tensione di alimentazione di 20 kV (Nota: infatti la distribuzione in MT nei decenni scorsi era prevalentemente a 8.4 kV e successivamente si è passati gradualmente a 20 kV)
Immediatamente a valle del punto di consegna, in apposito
locale avente le stesse caratteristiche costruttive della cabina, più avanti
elencate, è previsto uno scomparto ‘protezione generale’ composto da:
Ø
sezionatore di isolamento lato cavi da 400A, 12.5 kA, 24kV, blocco a
chiave
Ø interblocco meccanico tra
apparecchio di manovra e porta di accesso
Ø interruttore isolato in SF6
ABB HAD 630A, 12.5 kA, 24 kV, senza presso stato, in esecuzione estraibile, su
carrello, completo di n°2 riduttori di corrente da 80A, relè di protezione
PR521P per funzioni 50/51, relè di apertura, contatti ausiliari (2NA+2NC),
blocco a chiave
Ø terna di derivatori
capacitivi con scatola di segnalazione
Ø riduttore amperometrico
toroidale e relè di protezione PR521/PG per funzioni 50/51/51N
Le
dimensioni dello scomparto ‘protezione generale’ sono (LxPxH): 900x1150x1950 mm
Lo
scopo primario di questo interruttore è la protezione del tratto di cavo in
media tensione dal punto di consegna alla cabina di trasformazione.
La
presenza del relè toroidale ABB PR521/PG è giustificata dalla necessità di
rivelare la presenza di eventuali correnti di dispersione.
Tra
l’altro, esso consente anche il distacco di emergenza dell’alimentazione in
caso di pericolo.
Sul
lato MT del trasformatore, nella cabina di trasformazione già esistente a valle dell’interruttore generale, vi è un
interruttore automatico Magrini Galileo in volume in olio ridotto tipo 24MG500,
24 kV, 630A, 12,5 kA.
Ulteriori
dettagli sulle caratteristiche delle protezioni sono desumibili dalla
planimetria di cui sopra.
I
conduttori di media tensione devono rispettare le distanze minime previste
dalla CEI 11-1 ed. 1999, (Tab. 4.1).
Secondo quanto indicato in pianta, dal punto di consegna
della Società Elettrofornitrice, posizionato nella cabina al piano interrato, partono tre cavi unipolari
RG7H1R 12/20 kV da 35 mmq, schermati e con schermo connesso a terra alle due
estremità.
Come da CEI 11-35, i dispositivi di sezionamento possono
essere bloccati in posizione di aperto o di chiuso e ad essi è associato un
sezionatore di terra interbloccato. Vale, inoltre, quant’altro prescritto al
par. 4.2.5.3 della norma CEI 11-35.
Data l’impossibilità di collocare il trasformatore in
prossimità del punto di consegna della Società Elettrofornitrice i cavi in media tensione devono
effettuare all’interno del locale il percorso rilevabile dalla pianta.
Di conseguenza, si impongono più severe misure
precauzionali.
Tra le norme e leggi elencate nel paragrafo relativo,
bisogna porre in particolare rilievo quanto richiamato dalla CEI 11-17 al cap.
IV, relativamente alla coesistenza tra cavi di energia e altre canalizzazioni,
e dalla Guida CEI 11-35, ai parr. 3.2.4 (e 3.7.03 della CEI 11-17 in esso
richiamato, relativamente all’utilizzo di cavi non propaganti l’incendio),
3.5.1 (cavi in materiale autoestinguente e a bassa emissione di fumi), 5.2.1 (e
3.2.01 della CEI 11-1 in esso richiamato, relativamente alla tipologia di
materiali da utilizzare per gli edifici).
In particolare, è vietato l’uso di legno e materiali
combustibili nelle strutture portanti, nelle pavimentazioni e nelle scale,
nonché soffitti e tetti.
Anche le pareti divisorie, dei rivestimenti e degli
involucri devono essere incombustibili o almeno ritardanti la fiamma.
Per quanto riguarda i requisiti dell’edificio (CEI 11-35
par. 5.2.3.1), questi devono essere tali da prevenire l’ingresso di acqua e da
minimizzare la formazione di condensa.
I materiali usati per le pareti, i soffitti e i pavimenti
devono essere scelti in modo che non siano, per quanto possibile, danneggiabili
da penetrazione o stillicidio di acqua e comunque vanno presi provvedimenti
atti a prevenire le conseguenze di una falla o di condensa che possano
compromettere la sicurezza operativa della cabina.
Nel caso in esame, ciò si traduce nella necessità di
scegliere un percorso dei cavi lontano da tubazioni dell’acqua e comunque in
posizione tale che i cavi non possano essere coinvolti in caso di perdite.
Vale anche quanto richiamato ai successivi parr. 5.2.3.2 ¸5.2.3.5,
per il cui contenuto, per brevità, si rimanda alla Guida.
Altro fattore critico da tenere presente è l’ubicazione
delle uscite (par. 5.2.3.6), che sono localizzate in modo tale che i percorsi
delle vie di fuga nei singoli locali non siano superiori a 20 mt, e delle porte
(par. 5.2.3.7).
Per tutto quanto qui non esplicitamente menzionato, si
precisa che l’impianto in media tensione deve essere realizzato in osservanza
alle norme ENEL DK5600 e CEI 11-35, nonché al D.M. 246/87.
In
pianta è mostrato l’esatto percorso dei cavi, disposto il più lontano possibile
da altri cavi (sia di energia che di segnale) che da tubi ecc., sulla base
delle informazioni ricevute dal Committente.
La
segregazione dei cavi è ottenuta proteggendoli meccanicamente mediante canale
metallico munito di coperchio e evidenziandone la presenza con cartelli
indicatori ad ogni cambio di direzione e comunque a non più di 2 mt l’uno
dall’altro.
Il
percorso deve essere tale da consentire l’uscita dai locali anche in caso di
caduta di un qualsiasi conduttore.
Trasformatore
In
apposito locale, avente le caratteristiche di cui sopra, è presente un
trasformatore in olio siliconico Dow Corning 561, 8.4/0.4kV (e predisposto per
il cambio tensione a 20kV), da 250 kVA, della società FIME, corrente al
primario di 17,18 A (7,21A a 20 kV) e al secondario di 360,83 A, Dyn11 e
raffreddamento LNAN, Vcc(8.4kV) = 4.07%, Vcc(20 kV) = 3.6%.
Immediatamente a valle del secondario viene posto un
magnetotermico da 400A a protezione del
medesimo dal sovraccarico e dal cortocircuito.
La selettività con le protezioni lato media è ottenuta
non solo mediante la scelta degli interruttori, ma anche mediante una opportuna
regolazione delle correnti di intervento. Si faccia riferimento all’appendice F
della CEI 11-35, in particolare, per il coordinamento delle protezioni alle due
estremità del trasformatore, alla fig. F 1.2 e, per la messa in tensione degli
stessi, alle fig. F 2.1 e F 2.2
A
tal proposito, occorre sottolineare che il locale che ospita il trasformatore
potrebbe risultare insufficiente per la sovratemperatura dovuta alla
dissipazione termica dei dispositivi.
Il
Committente dovrà verificare che il ricambio d’aria assicurato dalle aperture
esistenti sia sufficiente a garantire il mantenimento della temperatura
ambiente entro i limiti previsti dal costruttore delle apparecchiature.
Il ricambio d’aria richiesto è stato valutato in circa
1mc/sec.
Eventuali future finestre e dispositivi di
aerazione dovranno assicurare comunque un grado di protezione minimo IP3X e
impedire la penetrazione di acqua.
Per quanto riguarda la sicurezza dell’impianto, occorre
prevedere un dispositivo di distacco dell’alimentazione, con l’esclusione dei
circuiti di sicurezza, che non provochi l’entrata in servizio automatica della
sorgente autonoma di riserva.
Essendo l’area “ambiente a maggior rischio
in caso di incendio”, vanno applicate le disposizioni della parte settima
della norma CEI 64-8. Si segnala in particolare il par. 751.04.1 punti c, e, i,
l, m.
Gli
ambienti sottoposti ad ulteriori prescrizioni normative sono le luci delle
insegne, alimentate a tensione superiore a 1000 V, per le quali si applica la
norma CEI 34-86.
I materiali impiegati in
relazione al rischio di incendio sono dei seguenti tipi:
‑
quadri elettrici principali e secondari:
·
involucri e strutture di sostegno completamente
metallici, ad eccezione dei piccoli quadretti a parete realizzati in materiale
plastico autoestinguente;
·
cablaggi interni realizzati con cavi di tipo non
propagante l'incendio e afumex
·
cablaggi ausiliari soggetti a surriscaldamento in
caso di guasto (voltmetrici e/o amperometrici) protetti contro il gocciolamento
dell'isolante mediante calze in materiale siliconico;
·
tutti i materiali plastici utilizzati per canali,
morsettiere, custodie di apparecchi e strumenti,
supporti, fascette, etichette, ecc.: di tipo autoestinguente;
-
passerelle portacavi per la distribuzione principale: metalliche o in
vetroresina;
- cavi
facenti parte di impianti di sicurezza che devono funzionare durante un
incendio: di tipo
resistente al fuoco (norma CEI 20‑36);
- tutti i materiali plastici utilizzati per
tubazioni, canali, morsettiere,
cassette, scatole,
coperchi, custodie, supporti, fascette,
etichette, ecc.: in materiale plastico autoestinguente,
con l'eventuale sola eccezione dei componenti totalmente incassati in pareti in
muratura o in
materiale incombustibile.
In
corrispondenza di tutti i punti in cui le condutture degli impianti elettrici e
speciali attraversano le delimitazioni dei compartimenti tagliafuoco va
realizzata l’installazione di setti tagliafuoco di tipo certificato atti a
ripristinare la resistenza prescritta per il compartimento.
In
particolare, si evidenzia la CEI 306-5, cap. 5, paragrafo relativo alla
sicurezza delle persone.
Tutte
le prescrizioni sopra elencate valgono anche, in quanto applicabili, per gli
impianti speciali.
I cavi
sono posati su passerella nel controsoffitto, separando, come previsto dalla
norma 64-8 i cavi elettrici da quelli TV, telefonici, ecc.
Sono
in EPR del tipo FG7OR e, per i circuiti della distribuzione principale, FG7OR,
del tipo antincendio e a bassa emissione di fumi.
Le portate nominali sono
quelle ricavate dalle tabelle CEI-UNEL 35024/1e 35024/2, e tengono conto del
valore di massima temperatura ambiente di progetto e delle effettive condizioni
di posa (tipo di condotti portacavi e vicinanza tra cavi diversi).
Per i conduttori di
terra sono stati utilizzati cavi N07V-K, con sezioni secondo quanto prescritto
dalla CEI 64-8. La sezione dei conduttori è determinata dalla corrente
di impiego e dal criterio della massima caduta di tensione ammissibile.
La scelta della sezione inoltre è stata subordinata alla
energia specifica passante dalla protezione durante la fase di guasto.
Tutti
i collegamenti sono protetti dai cortocircuiti e dalle sovracorrenti tramite dispositivi
dimensionati in accordo alle norme 64-8.
Il
coordinamento tra conduttura e dispositivo di protezione al sovraccarico è
garantito dalla verifica delle condizioni imposte dalla norma CEI 64-8/4 art.
433.2:
Ib < In < Iz per gli interruttori
magnetotermici
Ib
< In < 0,906 Iz per i fusibili
dove:
Ib
è la corrente di impiego del circuito
Iz
la portata in regime permanente della conduttura
In
la corrente nominale del dispositivo di protezione
Il
dimensionamento delle protezioni dal corto circuito prevede che tutti i
circuiti siano protetti da dispositivi in grado di interrompere le correnti di
cto-cto prima che queste possano divenire pericolose per gli effetti termici e
meccanici nei conduttori.
L’intervento
dei dispositivi a massima corrente previsti avviene in un tempo inferiore a
quello che porterebbe la temperatura dei conduttori altre il limite
ammissibile.
La
verifica progettuale a che l’energia lasciata passare dalla protezione sia
inferire a quella sopportabile dal cavo va effettuata sulla base della
relazione definita dalla norma CEI 64-8/4 art. 434.3.2.:
Icc2 t<K2
* S2
Ponendo:
K=
115 per conduttori in rame isolati in pvc
K=
143 per conduttori in rame isolati in gomma etilpropilenica
I
cavi di alimentazione sono del tipo in corda di rame ricoperta del tipo non
propagante la fiamma (CEI 20-35) e non propagante l’incendio (CEI 20-22) e con
tensione di isolamento 0.6/1 KV . Per quanto riguarda le sezioni dei cavi, esse
sono state verificate per un valore di corrente sufficientemente maggiore di
quella massima di esercizio, conseguendo un buon margine di sicurezza e la
possibilità di eventuali espansioni future dell’impianto.
La
caduta di tensione è ovunque inferiore al 4% della tensione nominale. Il
conduttore di neutro è di colore blu chiaro.
Tutti
i circuiti sono identificati mediante etichette nelle cassette di derivazione.
Le
derivazioni sono realizzate con morsetti indipendenti provvisti di serrafilo a
mantello in materiale isolante nelle apposite cassette di derivazione.
I quadri
elettrici sono a struttura modulare con attacco a barra DIN, muniti di
porta con chiusura, con grado di isolamento almeno IP40.
La
composizione dei singoli Quadri è desumibile dagli schemi unifilari allegati,
che riportano anche l’indicazione delle caratteristiche dei componenti elettrici
utilizzati, così come le sezioni dei cavi, le cadute di tensione ecc.
La
ubicazione dei quadri è indicata nelle planimetrie allegate.
Tutte
le apparecchiature, nonché le masse estranee sono collegate al potenziale di
terra.
Questi
collegamenti sono realizzati con capicorda o morsetti.
I
componenti elettrici utilizzati sono a
marchio IMQ.
Date
le correnti di corto circuito minime calcolate e il tipo di protezioni
adottate, i cavi risultano tutti di lunghezza protetta.
L’isolamento
dei cavi prescelti è adatto alla tensione nominale verso terra del
trasformatore.
Il dimensionamento dei canali rispetta la regola
secondo cui la sezione S necessaria può essere calcolata con la relazione:
S = Si a * Ni
in
cui a è il coefficiente di ingombro relativo a ciascun tipo di cavo posato
nella canaletta, N è il numero di cavi dello stesso tipo.
Le
sezioni così calcolate devono presentano uno spazio libero pari almeno al 50%
della sezione del canale.
Per
i tubi in PVC il rapporto tra il diametro interno del tubo e quello del fascio
di cavi deve essere superiore a 1,3.
L’impianto dei servizi sotto UPS è realizzato a
servizio delle utenze di maggior importanza per la prosecuzione delle attività
commerciali che della sicurezza (prese casse, apparecchiature telefoniche
ecc.), che sono comunque individuabili dagli schemi dei quadri elettrici .
Come
si evince dagli schemi unifilari, è previsto un apparato di rifasamento al
trasformatore e un dispositivo automatico per tener conto della variabilità dei
carichi.
La
disposizione e la potenza complessiva sono tali da contenere cosfi intorno al valore 0,9.
L’impianto
di illuminazione di sicurezza risponde ai requisiti della norma UNI EN
1838. E’ alimentato a tensione di rete tramite batterie di accumulatori locali
installati direttamente all’interno delle lampade di sicurezza, dimensionate
per garantire un'autonomia a carico nominale non inferiore a un'ora in caso di
mancanza della rete di alimentazione primaria. La loro ubicazione è rilevabile
in pianta.
L’illuminazione di sicurezza ha lo scopo di garantire la
sicura evacuazione delle persone in caso di necessità, con i livelli minimi di
illuminamento previsti dalla norma CEI 64-8, art. 752.56.5.
I circuiti di alimentazione soddisfano quanto riportato
al par. 563 della CEI 64-8.
Per quanto riguarda la riconoscibilità dei segnali, deve
essere A > L2/2000. (A è la superficie del cartello in m2
e L la distanza in metri, come da DL 493/96), mentre la visibilità è data
da d = S x p (d è la distanza di
osservazione, p l’altezza del pittogramma e
S=200 per i segnali autoilluminanti, 100 per quelli illuminati
dall’esterno.
Gli
apparecchi di illuminazione sono essenzialmente di due tipi: faretti ad
alogenuri a controsoffitto da 70W (150W nelle vetrine e sui due ingressi
principali) SIDE TOR 18 e plafoniere fluorescenti, IP20 quando installate nelle
velette o nei mobili luminosi ed IP65 nei magazzini, scale, locali tecnici ecc.
La
potenza di queste plafoniere è desumibile dalle planimetrie allegate.
Nelle
aree dove non è previsto il controsoffitto le luci sono unicamente del tipo
fluorescente.
I
circuiti luci, dato il numero elevato di apparecchi di illuminazione, sono
stati divisi in gruppi con Pmax=1,5 kW, ognuno protetto da proprio
interruttore.
Le lampade devono essere fissate ai supporti in modo
stabile, con le giunzioni tra gli elettrodi e le condutture protette da un
rivestimento isolante adatto alla tensione nominale verso terra del trasformatore, a sua volta protetto da un
ulteriore involucro isolante
Come
detto, tutti i cavi relativi agli impianti speciali e cioè i cavi di
segnali e quelli operanti a tensioni inferiori a 230V (per es. 24, 12V ecc.)
devono alloggiare in canalizzazioni separate da quelle adibite al trasporto di
energia a 400/230V o superiore.
L’impianto di rivelazione
antincendio dovrà essere realizzato in conformità alla norma UNI 9795 ed
alla norma UNI EN 54.
Esso, comunque, non
costituisce oggetto del presente documento.
L’impianto
antifurto è realizzato conformemente alle norme CEI 79-3, 79-14 e 79-15.
Di
esso si riportano in allegato le principali caratteristiche.
In particolare, si evidenzia quanto riportato al cap. 4
(parr. 4.1.01, 4.1.02 e 4.1.03) della CEI 79-3 a proposito dei cavi di
collegamento e dei sistemi di alimentazione.
L’impianto
di sorveglianza TVCC è realizzato seguendo le linee guida della CEI
79-10 parte 7.
Il
cavo utilizzato è il coassiale da 75 Ohm, che, come tutti gli altri cavi, viene
posato a controsoffitto, dove questo è previsto.
Insegne luminose
Le insegne collocate all’esterno del locale sono del tipo
a scarica a catodo freddo.
Esse,
pertanto, rientrano nell’ambito della Norma CEI 34-86.
Si
richiama, in particolare l’attenzione sulle principali prescrizioni per la
sicurezza:
· dispositivo di protezione
contro il circuito aperto
· connessioni in alta tensione
ai tubi protette con coprielettrodi conformi all’art. 13 della predetta norma
(e protezioni aggiuntive come richiamato ai par. 7.4 e 7.5 se a portata di
mano).
· ricorso all’uso di un
trasformatore monofase rispondente alla Norma EN 61050 ( ma con tensione a
vuoto verso terra non superiore a 5 kV e tra i morsetti a 10 kV).
· presenza di un sensore che
segnali la presenza di un guasto verso terra del circuito secondario e/o una
condizione di circuito aperto e azioni un interruttore di protezione (si veda
lo schema unifilare).
In particolare, per le correnti di
dispersione, si fa riferimento a quanto dettagliatamente riportato
al par. 10 della CEI 34-86
· le distanze minime in mm tra
le parti attive a tensioni differenti, o tra parti attive e parti metalliche
messe a terra o infiammabili o conduttrici (se bagnate), devono essere:
distanza superficiale: d = 10 + 5U
distanza in aria c = 7,5 + 3,75U
essendo U la tensione di uscita a vuoto
del trasformatore in kV.
· predisposizione di un cartello di tensione pericolosa in
corrispondenza del trasformatore.
· masse dell’impianto
collegate tra loro da conduttori equipotenziali, collegati a loro volta al
punto del secondario messo a terra.
· Per le caratteristiche dei
cavi si rimanda al par. 14 della CEI 34-86 (tipi di cavo, assenza di giunzioni
ecc.)
I
cavi del secondario sono schermati, con schermo collegato ai conduttori
equipotenziali a meno che la posa non avvenga entro tubi protettivi in
materiale isolante.
Impianto di terra
Per
quanto riguarda la protezione contro i contatti indiretti e la realizzazione
dell’impianto di terra,
trattandosi di sistema TN-S, con neutro distribuito e conduttore di
protezione separato dal neutro, il criterio da soddisfare è che l’impedenza
dell’anello di guasto sia tale da verificare la relazione:
Zs × Ia < U0
dove
Zs è l’impedenza dell’anello, Ia la corrente che provoca
l’intervento automatico del dispositivo di protezione entro il tempo previsto
dalle norme in funzione della tensione U0 tra fase e terra.
Devono
inoltre essere rispettate le prescrizioni della norma CEI 11-1 per la
determinazione del valore della resistenza di terra della cabina di
trasformazione.
Questa
resistenza viene calcolata sulla base del valore della corrente di guasto a
terra (IG) e del tempo di eliminazione del guasto (TG),
che determina il valore della tensione di terra accettabile e che è rilevabile
dalla tabella riportata nella CEI 11-1.
La prima soglia di massima corrente (per correnti di
lunga durata e bassa intensità) e la seconda soglia di massima corrente (per
correnti di breve durata e forte intensità) dovranno essere comunicati dalla Società Elettrofornitrice.
Due pilastri devono essere collegati tra loro mediante
corda di rame sotto pavimento da 35 mmq e quindi all’impianto dispersore
preesistente secondo una disposizione rilevabile dalle piante e disponibile se
richiesta.
Data
la complessità dell’impianto di terra, occorrerà all’atto del completamento
della posa dei cavi, eseguire le misure della resistenza di terra, allo scopo
di verificare che sia soddisfatta la relazione:
Rt Ig
< Vt
-dove
Vt è la tensione fornita dalla CEI 11-1 in funzione del tempo di
intervento delle protezioni e Ig è la corrente di guasto a terra- o
decidere eventualmente per delle misure aggiuntive che abbassino il valore di Rt.
È
stata, inoltre, fatta richiesta alla Società Elettrofornitrice circa la presenza delle condizioni di
realizzabilità di un impianto di terra globale.
La
resistenza di terra di un conduttore orizzontale interrato di lunghezza Lè data
da:
RL = (r / pL) * ln(2L/d)
dove
d è il diametro del conduttore.
Si
è assunto per la resistività r del
terreno il valore medio di 300 W cm, corrispondente a
terreno pietroso. Tale valore è soltanto orientativo e perciò dovrà essere
verificato mediante misura diretta.
A
ciò va aggiunto il contributo dei ferri dei pilastri.
Per
quanto riguarda le giunzioni e la protezione contro la corrosione si fa
riferimento alle prescrizioni, oltre che della CEI 11-8, a quanto riportato
nella guida 11-37 par. 9.4 e 9.5 e a quanto riportato nella Guida CEI 64-12.
La
sezione dei conduttori di protezione è stata determinata con la formula
Sp ≥√ (I2 t) / k
o
dalla tab. 54F della norma CEI 64-8/5. Per quanto riguarda la sezione dei
conduttori di terra, avendo valutato l’entità massima della corrente di guasto
immediatamente a valle del secondario in circa 10 kA, ed essendo il tempo di
intervento dell’interruttore generale di BT per guasto a terra di 1 sec., dalla
relazione Sp= I t ½ si
è ricavata la sezione del cavo, cautelativamente scelta di 185 mmq.
Vanno
collegate ad un nodo di terra intermedio mediante g/v da 35 mmq le guide
dell’ascensore, le putrelle di contenimento delle scale mobili, la struttura
metallica della facciata anteriore dell’edificio, le condutture dell’acqua e
tutte le eventuali masse metalliche suscettibili di andare in tensione per
contatto accidentale con parti dell’impianto elettrico (tubi cdz ecc.).
Le
docce dei bagni al piano terra vanno collegate mediante EQS da 6 mmq.
Per
quanto riguarda le giunzioni e la protezione contro la corrosione si fa
riferimento alle prescrizioni a quanto riportato nella guida 11-37 par. 9.4 e
9.5 e a quanto riportato nella Guida CEI 64-12.
Leggi e norme di riferimento
Nella
redazione del presente progetto, inerente gli impianti elettrici del complesso
in esame, dovranno essere tenute come riferimento nella esecuzione dell'impianto,
le disposizioni di legge e le norme tecniche del CEI.
Si
richiamano di seguito le principali norme o leggi che regolamentano la
realizzazione di apparecchiature e di impianti elettrici:
-
DPR 27.4.1955 n. 547: "Norme per la
prevenzione degli infortuni sul lavoro";
- Legge 1.03.1968 n. 186: "Disposizioni
concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari,
installazione di impianti elettrici ed elettronici";
- Legge 8.10.1977 n. 791: "Attuazione della
direttiva del consiglio delle Comunità Europee (n.73/23/CEE) relativa alle
garanzie di sicurezza che deve possedere il materiale elettrico destinato ad
essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione";
- DM 10.4.1984: "Eliminazione dei
radiodisturbi";
- Legge 5.03.1990 n. 46: "Norme per la
sicurezza degli impianti";
- DPR 6.12.1991 n. 447: "Regolamento di
attuazione della legge 46/90";
- D.Lgs 19.9.1994 n. 626: "Attuazione delle
direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE,
90/270/CEE, 90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della
sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro";
- Direttiva 89/336/CEE, recepita con D.Lgs 476/92:
"Direttiva del Consiglio d'Europa sulla compatibilità
elettromagnetica";
- Direttiva 93/68/CEE, recepita con D.Lgs 626/96 e
D.Lgs 277/97: “Direttiva Bassa Tensione";
-
norma CEI 11‑1 (nona edizione, gennaio 1999):
"Impianti elettrici con tensione superiore a 1 kV in corrente
alternata";
-
norma CEI 11‑17: "Impianti di produzione,
trasporto e distribuzione di energia elettrica. Linee in cavo";
- norma CEI 11‑18: "Impianti di produzione, trasporto
e distribuzione di energia elettrica.
-
norma 11-35 : “Guida all’esecuzione delle cabine
elettriche d’utente
-
norma 11-37 : “ Guida per l’esecuzione degli
impianti di terra per sistemi di I,II,III categoria.
- norma CEI 17‑13/1: "Apparecchiature
assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT): Parte 1
..."
- norma CEI 23-51:”Prescrizioni per la
realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per
installazioni fisse per uso domestico e similare”;
- norma CEI 64-8: "Impianti elettrici
utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e
a 1500 V in corrente continua";
-
le prescrizioni e indicazioni del locale comando
Vigili del Fuoco e delle autorità locali;
- norma UNI 9795 (seconda edizione, marzo 1999): “
Sistemi fissi automatici di rivelazione, di segnalazione manuale e di allarme
d’incendio. Sistemi dotati di rivelatori puntiformi di fumo e calore e punti di
segnalazione manuale”;
- le prescrizioni e indicazioni dell'ENEL o
dell'azienda distributrice dell'energia elettrica, per quanto di loro
competenza nei punti di consegna;
-
le prescrizioni e indicazioni della TELECOM;