RELAZIONE
TECNICA
Progetto dell'impianto di spegnimento a pioggia (Sprinkler) dei locali della soc. Alfa
Progettista:
Ing. Lucio De Paola
Indice
1) Oggetto e esclusioni
2) Descrizione dell’impianto
3) Analisi delle principali scelte
progettuali
4) Leggi, Norme e altri documenti di
riferimento
5) Allegati:
a. Planimetria dei locali con schema
dell’impianto
b. Caratteristiche tecniche delle pompe
1) Oggetto ed
esclusioni
Il presente documento ha per
oggetto il dimensionamento dell’impianto di spegnimento automatico a pioggia
(sprinkler) dei locali ‘ALFA’ di via Xxxx 10, Città.
Esso si inserisce nel
contesto dell’impianto antincendio, che prevede la presenza di idranti e
estintori, di un sistema di rivelazione e segnalazione fumi e quant’altro
riportato nei documenti di progetto redatto dalla soc. Yyyyyy citato al paragrafo 4 e di seguito indicato
come ‘Progetto Antincendio’.
Si integra, inoltre, con il
progetto relativo all’impianto elettrico, redatto in data 10/9/01, che, sulla
base delle prescrizioni introdotte dall’impianto sprinkler e idranti,
inizialmente non previsti, deve essere modificato, per supportarne i requisiti
richiesti di sicurezza, affidabilità e continuità del servizio.
In questa sede vengono dati i
parametri dimensionali dell’impianto e cioè i diametri dei tubi e degli
erogatori, le caratteristiche delle pompe, l’ubicazione degli erogatori -in
relazione alla presenza di pareti, travi pilastri ecc.- e la dimensione teorica
della vasca.
Non sono oggetto del presente
documento la definizione dei parametri da richiedere all’acquedotto e/o la
valutazione delle caratteristiche del pozzo per un eventuale rincalzo
dell’alimentazione idrica.
Essendo già presente nel sito
in oggetto un impianto sprinkler, è possibile che alcune parti di esso abbiano i
requisisti qualitativi e dimensionali per essere ancora utilizzate.
Ciò va verificato
preventivamente, mediante prove e misure e comunque, prima dell’attivazione, va
effettuato quanto previsto nella Norma UNI 9489, al par. 14.2, con particolare
riguardo ai punti 14.2.1 (prova delle tubazioni e delle alimentazioni) e 14.3.3
(prova delle pompe).
I locali in oggetto sono
destinati in parte ad area di vendita e in parte a deposito.
In particolare, le aree di
vendita rientrano nella Classe B3 di cui al Prospetto XI (Settore ‘Varie’ –
Grandi Magazzini di vendita) della UNI 9489, mentre i depositi nella Categoria
‘Tessuti’ M2 (Prospetto XIII), con imballaggi di carta, cartone, legno materia
plastica non espansa e con attrezzature per lo stoccaggio costituite da pallets
di legno e/o contenitori non combustibili (Categoria I2 del Prospetto XV).
Le merci sono poste su
scaffali oppure accatastate le une sulle altre, con altezza complessiva
inferiore a 3 m, per cui i depositi sono normali e attribuiti alla classe D0
(salvo a verificare la modalità di impiego di un futuro esercizio commerciale,
al momento non esistente e non prevedibile, al primo piano).
2) Descrizione
dell’impianto
Dati dell’edificio e degli altri impianti
esistenti
Si tratta di una struttura in
cemento armato, in cui il piano terra, di circa 2000 mq, è adibito a punto
vendita della soc. Alfa, con annessi uffici, magazzini, locali tecnici, mentre
il primo piano, di circa 1820 mq, era adibito a punto vendita della soc. Yyyy ed è attualmente vuoto.
Trattandosi di un sito unico,
le disposizioni del presente documento valgono in quanto qualunque punto dei
locali, in qualunque momento, dovrà sempre essere accessibile al personale di
entrambi gli esercizi.
Tra i due vi è un piano
ammezzato di circa 650 mq.
La forma, l’ubicazione ed
altri particolari realizzativi, nonché la disposizione dell’arredo sono
desumibili dalle piante allegate.
L’area va considerata
‘ambiente a maggior rischio in caso di incendio’, a causa della possibile
presenza di un elevato numero di persone per significativi periodi di tempo.
Non sono presenti pensiline e
tettoie direttamente comunicanti con gli ambienti protetti oppure separate
tramite elementi con resistenza al fuoco minore di REI 30.
A entrambi i piani sono
presenti, almeno in alcune aree, controsoffitti, al primo con altezza media di
20¸ 30 cm (in qualche punto
addirittura mancante), al piano terra di oltre 80 cm (e quindi soggetto a
protezione da sprinkler, come precisato al par.12.5.1 della UNI 9489).
Come rilevabile dal Progetto
Antincendio, è presente un sistema di rivelazione e allarme incendio, conforme
alla norma UNI 9795.
È previsto anche il distacco
di emergenza, mediante pulsanti sotto vetro, dell’alimentazione dei vari quadri
elettrici (ma devono essere esclusi i servizi di emergenza, come le pompe
antincendio), che altrimenti potrebbero essere investiti dall’acqua di idranti
e sprinkler (i quadri elettrici hanno grado di protezione IP40).
L’alimentazione idrica è fornita dall’acquedotto gestito
dalla Società ‘Acquaxxxx’.
Come verrà precisato più avanti, occorrerà conoscere con
ragionevole affidabilità la pressione al misuratore e la sua variabilità nel
tempo, perché la vasca ubicata nel locale Centrale Idrica è a servizio sia
dell’impianto sprinkler che della rete di idranti, mentre il suo volume non è
sufficiente a garantire il fabbisogno d’acqua per il tempo richiesto dalle
norme.
Gli impianti e gli
accorgimenti previsti dalle norme antincendio, il sistema delle vie di esodo,
la compartimentazione degli ambienti, la determinazione delle caratteristiche
REI di porte, pareti e solai sono oggetto del Progetto Antincendio menzionato
al par.4 della presente relazione.
In particolare, ai fini del
presente documento, si evidenzia che i locali devono essere separati dal resto
del fabbricato (UNI 9489 par. 12.1) da elementi costruttivi con resistenza al
fuoco commisurata alle caratteristiche delle aree circostanti e per le quali si
rimanda al progetto succitato (punto D.1, dove sono individuati in strutture
REI 120).
Nei vani verticali (cavedi tecnici ecc.) che
mettono in comunicazione tra loro diverse intercapedini, inoltre, la suddetta
norma UNI prevede la presenza di elementi di separazione non combustibili in
corrispondenza di ciascun piano (par. 12.5.1).
Il controsoffitto, dove
presente, deve essere in materiale non combustibile (classe 0) e al piano
terra, dove delimita un ambiente protetto da sprinkler, avere anche
caratteristica REI 120.
Il locale che ospita le pompe
(UNI 9490 par. 4.9.1.1) deve essere separato tramite elementi verticali e
orizzontali resistenti al fuoco almeno REI 120.
Vasca di accumulo
Sono presenti due vasche,
negli ambienti indicati in planimetria, tra loro collegate da una conduttura
almeno DN 200 posta in prossimità della base.
La vasca 1 ha dimensioni di
circa 8,7m x 5,0m x 1,7m, che, tenendo conto delle limitazioni poste ai
parametri A e B (vedere ‘Dettaglio B’ della planimetria allegata) dalla UNI
9490 per una conduttura di aspirazione DN 150 mm, risulta pari a un volume
utile di 47,85 mc.
La vasca 2 ha dimensioni 7m x
4,5m x 1,7m, per un volume utile di 34,65 mc e un volume totale disponibile di
82,5 mc.
Le pompe sono sottobantente,
con condotte di aspirazione ubicate in modo che i parametri A e B abbiano il valore
indicato al suddetto ‘Dettaglio B’ della planimetria.
Dalla Relazione Tecnica del
Progetto Antincendio, al punto H, si deduce che il fabbisogno della rete di
idranti, in caso di intervento, è di 120 litri/min per 60’, con un minimo di 3
idranti simultaneamente attivi.
Il totale degli idranti
previsti è di 6 al primo piano e 5 al piano terra.
Per la tipologia dei locali in oggetto, la norma UNI 9489
al par. 7.4 prevede, nel caso di capacità insufficiente della vasca, il ricorso
ad una alimentazione di rincalzo, che, nel sito in esame, può essere
rappresentata dall’acquedotto pubblico.
A tal proposito, si noti che “i pozzi non sono ammessi
come alimentazione diretta di un impianto, a meno che sia sempre garantito che
il livello della falda sia sufficiente al prelievo, nelle condizioni previste
d’esercizio” (UNI 9490 par. 4.1)
Qui nel seguito (par. 3)
viene effettuato il calcolo per l’impianto sprinkler, che va poi aumentato in
base al numero di idranti che si ritiene possano essere simultaneamente attivi
(³3) e che rientra
nell’ambito più ampio del Progetto Antincendio.
L’immissione dell’acqua nel
serbatoio deve essere comandata da due valvole a galleggiante, ciascuna in
grado di erogare almeno il 70% della portata richiesta (indicata nel par. 3 del
presente documento), ed essere contemporanea al funzionamento delle pompe.
Acquedotto
Data l’importanza
dell’acquedotto pubblico come alimentazione di reintegro/rincalzo, deve essere
assicurato il blocco in posizione aperta della valvola di intercettazione nel
punto di consegna.
È inoltre richiesta, subito a
valle, una valvola di non ritorno, con relativo rubinetto di prova, manometro e
pressostato, come da punto b) e c) del par. 4.7.1.2 della UNI 9490.
La portata richiesta al
tronco di acquedotto dedicato al rincalzo è determinata dalla relazione:
Qacq = (Vcalcolato
– Veffettivo) / tscarica
dove Vcalcolato è
dato al par. 3, Veffettivo è di 82,5 mc e t è di 60 minuti.
È comunque disponibile in
ogni momento il reintegro, di portata almeno pari a 75 lt/min (si veda il par.
3).
Lo sbocco delle condotte di
rincalzo e di reintegro deve avere caratteristiche tali da ridurre al minimo la
miscelazione di aria con l’acqua.
Pompa di Compensazione
L’impianto va mantenuto in
pressione mediante elettropompa di compensazione, che fornisca una prevalenza
di circa 82 m, per tener conto dell’altezza degli erogatori del 1° piano e per
poter intervenire (all’85% della pressione a mandata chiusa) prima della
elettropompa e della motopompa.
Le condotte di aspirazione e mandata hanno diametro
nominale secondo quanto indicato dal Costruttore (si veda lo schema con
relativa tabella allegati).
Il dispositivo di comando della pompa di compensazione va
tarato in modo da arrestarla al ristabilimento della pressione nell’impianto.
Elettropompa di Mandata
In caso di intervento, la
pressione è assicurata mediante elettropompa da 400V trifase, 2950 giri/min.,
di cui in allegato si riporta la caratteristica di principio pressione-portata
(che non è quella della pompa attualmente installata nel locale Pompe
Antincendio).
In allegato è riportato il
grafico con la curva Pressione-Portata della pompa e la curva di domanda
dell’impianto, determinata utilizzando l’approssimazione alla parabola di
equazione p = h0/100 + (h0/100 – p0) (Q/Q0)2,
dove h0 indica la distanza in altezza del più alto erogatore
rispetto alla Stazione di Controllo (SdC) e che nel sito in esame vale circa
8,6m.
Le perdite di carico
distribuite sono state calcolate, come da par. 13.3.3.6 di detta norma, con la
relazione di Hazen-Williams: r = 6.05 x Q1.85 x 109/ C1.85
x Q4.87 [mm/m], avendo scelto per C il valore di 120, relativo ai
tubi di acciaio in buone condizioni.
Il dispositivo di avviamento
automatico della pompa è costituito da un pressostato tarato in modo da avviarla
quando la pressione a valle si riduce intorno all’80% di quella prodotta a
mandata chiusa.
Deve essere installato un
dispositivo automatico che azioni un segnale di allarme acustico e luminoso in
locale permanentemente controllato, in caso di mancanza di tensione e/o di una
fase.
Tale dispositivo deve avere
alimentazione indipendente (nel caso sia costituita da una batteria di
accumulatori, questa deve avere dispositivo di ricarica in tampone e capacità
sufficiente ad azionare il segnale di allarme per almeno 24 ore ed essere
diversa da quelle utilizzate per l’avviamento automatico della motopompa (UNI
9490 par. 4.9.4.5).
Le linee di alimentazione
devono essere realizzate con cavi resistenti al fuoco almeno 3 ore.
Per quant’altro non
esplicitamente menzionato in questa sede, si fa riferimento alla UNI 9490 par.
4.9.4.
Motopompa di Mandata
Nell’evenienza di apertura
degli erogatori e di simultaneo malfunzionamento o comunque di incapacità a
soddisfare il fabbisogno idrico da parte dell’elettropompa, i circuiti preposti
al comando degli azionamenti devono far intervenire una motopompa in parallelo
a gasolio di cilindrata tale da erogare una potenza nominale e con
caratteristiche idrauliche equivalenti a quelle della elettropompa.
Nel presente documento si indicano
i parametri richiesti ad una motopompa da installare ex novo, di cui in allegato si riportano i principali parametri.
E’ riportato anche il consumo
specifico, necessario per assicurare la disponibilità del gasolio per il tempo
previsto dalle norme (almeno 4 ore, come da UNI 9489 par. 13.5.1.4), essendo
prevista la presenza di un serbatoio a uso esclusivo dell’impianto sprinkler.
Il motore elettrico
ausiliario è alimentato da almeno quattro batterie di tipo per servizio
pesante, di capacità tale da permettere, senza ricarica, 10 avviamenti
consecutivi.
Esternamente al locale deve
essere disponibile una riserva di carburante sufficiente per 24 ore.
Non è ammesso l’uso di tubi
di plastica.
Il quadro di controllo deve
essere dotato di un selettore a tre posizioni (automatico- manuale- aperto) con
chiave di manovra estraibile solo in posizione ‘automatico’, nonchè di un
sistema di controllo, che segnali ogni difetto di avviamento.
Scarico dei gas all’esterno e
silenziatore come da par. 4.9.5.5 della UNI 9490.
Ognuna delle pompe è
comandata da un quadro elettrico dedicato, contenente le logiche di intervento
derivanti dalle misure dei pressostati differenziali.
La corrente nominale In
è indicata sulle tabelle dei Costruttori, come anche la corrente di picco, in
base alle quali va dimensionata la protezione elettrica, per la quale si
rimanda alla variante all’impianto elettrico sopra menzionata.
Le tubazioni delle pompe
devono essere assolutamente stagne.
La manovrabilità (accensione
manuale, modalità di arresto ecc.) e le modalità di installazione delle pompe
devono essere conformi a quanto richiamato nella norma UNI 9490 ai parr. 4.9.4
e 4.9.5.
Le valvole di non ritorno
devono essere munite di portello di ispezione facilmente amovibile e devono
portare chiaramente l’indicazione della pressione nominale, il diametro
nominale e, con una freccia, il senso del flusso (UNI 9489 par. 8.4).
Sulle pompe devono essere
chiaramente indicati i dati di targa.
Nel locale pompe deve essere
mantenuta una temperatura non minore di 10°C, data la presenza di motopompe, e
deve essere prevista l’installazione di opportuni ventilatori, per evitare che
la temperatura ambiente salga oltre i 40°C quando i motori diesel funzionano a
pieno carico UNI 9490 par. 4.9.1.2).
Le pompe devono essere
conformi alla UNI ISO 2548 e comunque va verificato quanto richiesto ai parr. dal
4.9.2.1 al 4.9.3.4.
L’avviamento manuale delle
pompe deve avvenire mediante simulazione di una caduta di pressione nel
collettore di alimentazione dell’impianto.
Ogni caduta di pressione tale
da provocare l’avviamento delle pompe deve contemporaneamente azionare un
segnale di allarme acustico e luminoso in locale permanentemente controllato.
L’alimentazione elettrica di
tale dispositivo di allarme deve essere indipendente da quella della
elettropompa e dalle batterie utilizzate per l’avviamento della motopompa.
Impianto Elettrico
Le caratteristiche elettriche
delle elettropompe richiedono l’opportuno dimensionamento della linea di
alimentazione dedicata, che dall’apposito quadro elettrico, da dimensionare in
un ‘addendum’ al progetto elettrico redatto in data 10/9/2001, alimenta i
quadri di comando delle pompe.
Le linee di alimentazione
delle pompe devono essere protette da fusibili, con potere di interruzione adeguato alle correnti di corto
circuito ivi previste.
Sugli interruttori che
comandano il funzionamento delle pompe deve essere apposto il cartello recante
la dicitura
‘ Alimentazione della pompa per impianto
antincendio – NON APRIRE L’INTERRUTTORE IN CASO DI INCENDIO’
I quadri elettrici con le
protezioni e le logiche di intervento delle pompe e dei sensori, nonchè le
sezioni dei cavi e la resistenza al fuoco devono essere rivisti alla luce del
presente dimensionamento e della UNI 9490 par. 4.9.4, in quanto l’alimentazione
elettrica della Centrale Idrica non costituiva oggetto del progetto redatto in
data 10/9/200X.
Per quanto riguarda la
sicurezza, occorre prevedere che il dispositivo di distacco dell’alimentazione
non agisca sui circuiti di alimentazione delle pompe.
Qualora queste non possano
essere alimentate, per esempio per un guasto ai motori o per un corto circuito
sulla linea stessa, deve automaticamente partire la motopompa.
Stazione di Controllo
La struttura della SdC è
riportata in allegato.
Ø
La valvola di
controllo e allarme, avendo DN>65, è flangiata secondo la norma UNI 2223.
Ø
La valvola di
intercettazione ha diametro non minore della valvola di controllo e porta chiaramente
visibile il senso di chiusura; deve, inoltre, essere possibile individuare con immediatezza
se è aperta o chiusa.
Ø
La campana
idraulica è attualmente posta nel cortile interno, in corrispondenza della SdC,
a circa 3m di altezza. In osservanza al par. 8.1.7 della UNI 9489, per
assicurare che il segnale di allarme sia chiaramente udibile dal personale di
sorveglianza, sono previsti degli allarmi ausiliari elettrici, azionati da un
pressostato differenziale che rivela il flusso nella SdC (non proveniente dalla
pompa di compensazione).
Ø
La tubazione di
collegamento deve essere metallica e protetta contro la corrosione.
Se
la lunghezza di questa tubazione è maggiore di 6m, si assume il diametro DN20
(altrimenti DN15) (UNI 9489 par. 8.1.7)
Ø
Subito a valle
della SdC devono essere previsti uno o più attacchi per autopompa conformi alla
UNI 9490, di diametro come determinato nel Progetto Antincendio, chiaramente
segnalati dal cartello riportante la dicitura:
‘Impianto
Automatico a Pioggia – ATTACCO PER AUTOPOMPA –
Pressione massima 1 MPa (10 bar) (UNI 9489
par. 7.5).
La SdC è situata in posizione
facilmente accessibile e tale prerogativa non deve essere degradata
dall’interposizione di materiali e ostacoli di vario genere; essa, inoltre, non
deve essere esposta a urti e ad altre sollecitazioni.
In prossimità della SdC deve essere esposta una planimetria
dell’impianto, con l’indicazione dell’altezza massima tra SdC e erogatore più
alto (8,6 m) e della pressione al manometro in condizioni di riposo (8,2 bar).
Gli strumenti di misura
devono avere fondo scala pari almeno al 150% della massima pressione di
eesercizio (UNI 9490 par. 5.2.1)
Condutture
Per quanto possibile, si è
cercato di mantenere la disposizione delle condutture e degli erogatori
esistenti (salvo a verificarne lo stato di efficienza e affidabilità all’atto
del collaudo e poi periodicamente durante l’esercizio), anche nei casi di
configurazione non ottimale, limitando le variazioni ai casi di evidente
incompatibilità con il gruppo pompe prescelto o con le norme vigenti.
Ciò nell’ottica di ridurre il
disagio alle attività commerciali esistenti, in termini di oneri installativi e
interferenze con la conduzione degli esercizi.
Le condutture sono realizzate
in acciaio (coefficiente C della formula di Hazen Williams pari a 120; i tubi
devono essere puliti prima dell’attivazione dell’impianto), conformi alla UNI
8863 serie media, con i diametri nominali indicati in planimetria. Non sono
previsti tratti interrati.
Il PN dei componenti non è
mai inferiore a 16.
Per il calcolo delle perdite
di carico localizzate sono stati utilizzati i valori riportati nei Prospetti
XXIX ¸XXXII della UNI 9489.
Ogni tubo lungo più di 0,6 m
deve essere ancorato almeno a un sostegno, con le seguenti precisazioni:
- distanza tra sostegno e
erogatore > 150 mm
- distanza tra l’ultimo
sostegno di una diramazione e l’ultimo erogatore < 1,2
m (tubi DN25) o 1,4 m (tubi DN32).
- per le sezioni, i tubi con
DN 150 richiedono sostegni da 35 mmq, i tubi fino
a DN 100 richiedono 25 mmq e quelli fino a DN
50 15 mmq (Prospetto II
UNI 9489).
Erogatori
In planimetria è indicata la
disposizione, stabilita in base alle distanze minime e massime previste dalle
norme.
In particolare, essendo il
sito di classe B3-D0, l’Area Specifica protetta da un singolo erogatore è di
12mq, mentre l’Area Operativa è di 216 mq.
In base a quanto sopra e alle
esigenze topografiche del sito, l’area media protetta da un singolo erogatore
risulta pari a circa 10mq.
La massima distanza tra due
erogatori contigui non è superiore a 4 m, mentre la minima non è mai inferiore
a 2 m, per evitare interferenze tra i getti.
La distanza tra erogatori e
pareti è pari a d/2, dove d è la distanza tra file adiacenti (e comunque non
meno di 1,6m), mentre la distanza da pilastri e colonne deve essere almeno 60
cm.
La distanza tra erogatore e
soffitto o copertura è compresa tra 75 e 150 mm. (fatte salve le eccezioni
previste ai punti a e b del par. 10.4.7.1 della UNI 9489).
Sotto il diffusore degli
erogatori deve essere mantenuto uno spazio libero non minore di 0,5 m.
Nel sito in oggetto tutti i
soffitti e controsoffitti sono orizzontali e di materiale incombustibile.
Gli erogatori utilizzati sono DN 15, del tipo a
bulbo di vetro, con temperatura di intervento di 68°C (colore rosso), a getto
verso il basso (pendent).
In controsoffitto si
utilizzano erogatori a getto verso l’alto.
I vani scala è richiesto
carico di incendio non maggiore di 5 kg di legna equivalente.
Le valvole di intercettazione
devono essere bloccate come indicato in 8.7 della UNI 9489.
Oltre ai casi particolari già
menzionati, le valvole devono essere tali da consentire l’immediata
individuazione del proprio stato di apertura o chiusura e devono recare il
senso di chiusura.
Gli apparecchi di misura
delle alimentazioni devono essere confomi al par. 5.2 della UNI 9490.
3) Analisi
delle principali scelte progettuali
Dalla relazione che lega la
portata di scarica alla pressione e al diametro dell’erogatore:
Qerog = K ⎷p
e dall’intersezione delle
curve di domanda dei vari ambienti del sito con la curva della pompa, si
deducono la pressione e la portata mediamente presenti ai singoli erogatori,
assumendo per K il valore di 253 (Prospetto IV della UNI 9491).
Lungo la condotta di
distribuzione le perdite di carico specifiche r vengono calcolate con la formula di Hazen Williams:
r = 6.05 · Q1,85 · 109 / C1,85
· d4,87
essendo C = 120 (tubi di
acciaio)
Il dislivello tra SdC e
erogatore più alto è di circa 8,6m.
Il budget di pressione per
un’Area Operativa è dunque il seguente:
Ø Pressione richiesta all’erogatore più sfavorevole: ~0,15 Mpa, equivalenti a una portata di circa 100
lt/min
Ø Perdite di carico relative alle condutture interessate
dalla scarica
Ø
Equivalente
manometrico del dislivello tra Pompa e erogatori più alti, h0 =
0,086 MPa
Ø
Pressione
richiesta in mandata alla pompa alla portata Q0 = [numero di erogatori in Area Operativa (mediamente 20)]
x [portata al singolo erogatore (mediamente 100 lt/min)]
Si trascura il contributo
cinetico ½ 𝜟w2/g, come
previsto anche dalle norme.
La curva di domanda è
ottenuta mediante approssimazione parabolica:
p = h0/100 + (p0 – h0/100)
(Q/Q0)2
Di seguito si riportano in
forma tabellare le curve di domanda indicative di alcune aree operative.
Calcolo del
punto di lavoro
lt/min
|
Area PT-3
|
Area PT-2
|
Area PT-1
|
Area A-2
|
Area A-1
|
|
0
|
0.09
|
0.09
|
0.09
|
0.09
|
0.09
|
|
100
|
0.18
|
0.09
|
0.09
|
0.09
|
0.09
|
|
200
|
0.48
|
0.09
|
0.09
|
0.09
|
0.09
|
|
300
|
0.97
|
0.10
|
0.10
|
0.10
|
0.09
|
|
400
|
1.65
|
0.11
|
0.10
|
0.11
|
0.10
|
|
500
|
2.54
|
0.12
|
0.11
|
0.12
|
0.11
|
|
600
|
3.61
|
0.14
|
0.13
|
0.13
|
0.12
|
|
700
|
4.89
|
0.16
|
0.14
|
0.15
|
0.13
|
|
800
|
6.36
|
0.18
|
0.16
|
0.16
|
0.15
|
|
900
|
8.02
|
0.21
|
0.18
|
0.18
|
0.16
|
|
1000
|
9.89
|
0.24
|
0.20
|
0.21
|
0.18
|
|
1100
|
11.94
|
0.27
|
0.22
|
0.23
|
0.20
|
|
1200
|
14.20
|
0.30
|
0.25
|
0.26
|
0.22
|
|
1300
|
16.65
|
0.34
|
0.28
|
0.29
|
0.24
|
|
1400
|
19.29
|
0.38
|
0.31
|
0.33
|
0.27
|
|
1500
|
22.14
|
0.42
|
0.34
|
0.36
|
0.30
|
|
1600
|
25.17
|
0.47
|
0.38
|
0.40
|
0.33
|
|
1700
|
28.41
|
0.52
|
0.42
|
0.44
|
0.36
|
|
1800
|
31.84
|
0.57
|
0.46
|
0.48
|
0.39
|
|
1900
|
35.46
|
0.62
|
0.50
|
0.53
|
0.42
|
|
2000
|
39.29
|
0.68
|
0.54
|
0.57
|
0.46
|
|
2100
|
43.30
|
0.74
|
0.59
|
0.62
|
0.50
|
|
2200
|
47.52
|
0.81
|
0.64
|
0.68
|
0.54
|
|
2300
|
51.93
|
0.87
|
0.69
|
0.73
|
0.58
|
|
2400
|
56.53
|
0.94
|
0.75
|
0.79
|
0.62
|
|
2500
|
61.34
|
1.02
|
0.80
|
0.85
|
0.67
|
|
2600
|
66.33
|
1.09
|
0.86
|
0.91
|
0.72
|
|
2700
|
71.53
|
1.17
|
0.92
|
0.98
|
0.77
|
|
2800
|
76.92
|
1.25
|
0.98
|
1.04
|
0.82
|
|
2900
|
82.50
|
1.34
|
1.05
|
1.11
|
0.87
|
|
3000
|
88.29
|
1.43
|
1.12
|
1.18
|
0.93
|
|
3100
|
94.26
|
1.52
|
1.19
|
1.26
|
0.98
|
|
3200
|
100.44
|
1.61
|
1.26
|
1.34
|
1.04
|
|
3300
|
106.81
|
1.71
|
1.33
|
1.41
|
1.10
|
|
3400
|
113.37
|
1.81
|
1.41
|
1.50
|
1.17
|
|
3500
|
120.14
|
1.91
|
1.49
|
1.58
|
1.23
|
Calcolo del punto di lavoro
lt/min
|
Area 1P-1
|
Area 1P-2
|
Area 1P-3
|
Area 1P-4
|
pompa V 80-250
|
|
0
|
0.09
|
0.09
|
0.09
|
0.09
|
0.75
|
|
100
|
0.09
|
0.09
|
0.09
|
0.09
|
0.75
|
|
200
|
0.09
|
0.09
|
0.09
|
0.09
|
0.75
|
|
300
|
0.10
|
0.10
|
0.10
|
0.10
|
0.75
|
|
400
|
0.11
|
0.10
|
0.11
|
0.10
|
0.75
|
|
500
|
0.12
|
0.11
|
0.12
|
0.11
|
0.75
|
|
600
|
0.13
|
0.13
|
0.13
|
0.12
|
0.75
|
|
700
|
0.15
|
0.14
|
0.15
|
0.14
|
0.75
|
|
800
|
0.16
|
0.16
|
0.17
|
0.15
|
0.75
|
|
900
|
0.19
|
0.18
|
0.19
|
0.17
|
0.75
|
|
1000
|
0.21
|
0.20
|
0.21
|
0.19
|
0.75
|
|
1100
|
0.23
|
0.22
|
0.24
|
0.21
|
0.75
|
|
1200
|
0.26
|
0.25
|
0.27
|
0.23
|
0.74
|
|
1300
|
0.29
|
0.28
|
0.30
|
0.26
|
0.74
|
|
1400
|
0.33
|
0.31
|
0.33
|
0.29
|
0.74
|
|
1500
|
0.36
|
0.34
|
0.37
|
0.32
|
0.73
|
|
1600
|
0.40
|
0.38
|
0.41
|
0.35
|
0.73
|
|
1700
|
0.44
|
0.42
|
0.45
|
0.38
|
0.72
|
|
1800
|
0.48
|
0.46
|
0.49
|
0.42
|
0.72
|
|
1900
|
0.53
|
0.50
|
0.54
|
0.46
|
0.71
|
|
2000
|
0.58
|
0.54
|
0.59
|
0.50
|
0.70
|
|
2100
|
0.63
|
0.59
|
0.64
|
0.54
|
0.70
|
|
2200
|
0.68
|
0.64
|
0.69
|
0.58
|
0.69
|
|
2300
|
0.73
|
0.69
|
0.75
|
0.63
|
0.68
|
|
2400
|
0.79
|
0.74
|
0.81
|
0.68
|
0.67
|
|
2500
|
0.85
|
0.80
|
0.87
|
0.73
|
0.66
|
|
2600
|
0.91
|
0.86
|
0.93
|
0.78
|
0.65
|
|
2700
|
0.98
|
0.92
|
1.00
|
0.84
|
0.64
|
|
2800
|
1.05
|
0.98
|
1.07
|
0.89
|
0.62
|
|
2900
|
1.12
|
1.04
|
1.14
|
0.95
|
0.61
|
|
3000
|
1.19
|
1.11
|
1.21
|
1.01
|
0.59
|
|
3100
|
1.26
|
1.18
|
1.29
|
1.08
|
0.58
|
|
3200
|
1.34
|
1.25
|
1.37
|
1.14
|
0.56
|
|
3300
|
1.42
|
1.33
|
1.45
|
1.21
|
0.54
|
|
3400
|
1.50
|
1.40
|
1.53
|
1.28
|
0.53
|
|
3500
|
1.59
|
1.48
|
1.62
|
1.35
|
0.51
|
Trascurando il contributo
cinetico, per spostare Q=2600 lt/min a p=6,5×105 Pa, dall’equazione di Bernoulli si
ricava una potenza di elica Pe = Q p = 28,2 kW, che, con un
rendimento di circa 0,72 desunto dai grafici del Costruttore, equivale a una
potenza elettrica assorbita di 39,2 kW, per cui si sceglie un modello da 45 kW.
Esempio di prodotto
commerciale è la elettropompa con curva di domanda 80-250.
Rendimenti e potenze si
evincono dai grafici del Costruttore allegati.
Il net pressure suction head richiesto in aspirazione (NPSHr), secondo
le indicazioni del Costruttore, è di 3,9 m a 2150 lt/min e di 4,5 m a 2500
lt/m.
La tensione di vapore dell’acqua (a 23°C) è di 0,28 m.
Le perdite di carico in aspirazione sono date dalla
valvola di intercettazione (equivalente a 0,9 mt di tubo DN 150), da 2 curve a
90° presenti nell’attuale impianto e che presumibilmente resteranno anche
nell’impianto futuro (equivalenti a 8,4 m complessivi), dai circa 2 m di
condotta di aspirazione e dalla riduzione di sezione (che genera una perdita
cinetica trascurabile), per una perdita di carico totale di 0,55 m.
La cavitazione è evitata,
essendo l’NPSH disponibile, anche al livello minimo della vasca di accumulo,
assicurato dalla pressione atmosferica + circa 1 metro di dislivello tra il
minimo livello dell’acqua nella vasca e la linea centrale della pompa e
comunque la pompa funziona alla massima portata con una altezza di carico
all’aspirazione minore di 6 m, inferiore al limite imposto dalla UNI 9489 al
par. 13.5.2.4.
In nessuna conduttura la
velocità dell’acqua verosimilmente supera i 10 m/sec (wmax=Qmax/Smin,
dove Qmax è la portata massima relativa a un singolo erogatore e Smin
è la sezione di un tubo DN25=0,00049 [mq] e w<10 per portate fino a 294
lt/min).
Per quanto riguarda le dimensioni della vasca,
nell’ipotesi di pompa adottata, si consideri che l’area A-1 richiede in 60 min
una quantità di acqua pari a 156 mc, con un deficit, quindi, pari a 74 mc.
Poichè il tempo a
disposizione del rincalzo per fornire gli 82,5 mc richiesti al rincalzo è di 1
ora, la portata che ne consegue è di 1233 lt/min.
In più vi è il fabbisogno
degli idranti, che, dal Progetto Antincendio di cui al seguente par. 4, risulta
almeno pari a 3x120 lt/min per 60 min. (= 21,6 mc), con una portata di 360
lt/min per 60 min.
L’attuale sezione della
condotta di adduzione dell’acqua alla vasca non è sufficiente allo scopo e
andrà eventualmente ricalcolata, sulla base della effettiva disponibilità di
pressione garantita dall’acquedotto pubblico.
Per quanto riguarda
l’utilizzo di un pozzo come rincalzo, occorre verificare quanto sopra
menzionato (UNI 9490 par. 4.1) e cioè che si possa garantire un livello di
falda sufficiente per il prelievo, nel momento in cui venga richiesto il
rincalzo.
In base a quanto sopra, andrà
eventualmente rivista, per quanto compatibile con le barriere architettoniche
esistenti, anche la capacità delle vasche.
Calcolo del ventilatore in centrale idrica
Si veda il prospetto allegato
Installazione, collaudo e manutenzione
Per brevità si rimanda a
quanto riportato nella norma UNI 9489, parr. 9.3 e 9.4 (e per i sostegni alla
norma UNI 7145).
In particolare, al par. 9.3.7
si vieta l’installazione di tubazioni in condizioni tali da non permettere
l’ispezione.
Essendo il sito in zona
sismica (si veda la mappa allegata), va realizzato quanto previsto al par.
9.3.6, sia riguardo agli ancoraggi che agli attraversamenti.
Deve altresì essere
installato un attacco supplementare di prova in coda a ognuno dei due
collettori di distribuzione (1° piano e piano terra), munito di valvola di
intercettazione e attacco per manometro.
Tale attacco di prova deve
essere in grado di erogare la portata di un singolo erogatore e sboccante o
all’esterno o in recipiente aperto, in modo che sia possibile vedere il
passaggio dell’acqua (par. 9.5.2).
Le tubazioni devono essere
installate in modo da consentire il completo svuotamento dell’impianto.
I sostegni utilizzati per le
tubazioni devono essere chiusi intorno ai tubi, ancorandoli alle strutturefisse
del fabbricato, e essere di materiale non combustibile.
Al termine dei lavori deve
essere eseguito un collaudo dell’impianto, effettuando le prove e i controlli
indicati al par. 14 della UNI 9489, mentre durante l’esercizio l’utente deve
provvedere al mantenimento delle condizioni di efficienza dell’impianto,
mediante le ispezioni periodiche indicate al par. 15 della medesima norma.
4)
Leggi, Norme e altri documenti di riferimento
UNI
9489 – Impianti fissi di estinzione automatici a pioggia (sprinkler)
UNI
9490 – Alimentazioni idriche per impianti automatici antincendio
UNI
EN 12259/1 - Installazioni fisse antincendio-Componenti per sistemi a sprinkler
e a
spruzzo
d’acqua-Sprinklers
UNI
EN 12259/2 – Installazioni fisse antincendio-Componenti per sistemi a sprinkler
e a
spruzzo
d’acqua-Valvole di allarme idraulico
UNI
2223 – Flange metalliche per tubazioni ecc.
UNI
6363 – Tubi di acciaio senza saldatura e saldati, per condotte di acqua
UNI
6884 – Valvole di intercettazione e regolazione di fluidi
UNI
7125 – Saracinesche frangiate per condotte d’acqua
UNI
8293 – Manometri, vacuometri e manovacuometri. Classi di precisione
UNI
8863 – Tubi senza saldatura e saldati di acciaio non legato
UNI
ISO 2548 e 3555 – Pompe centrifughe semiassiali e assiali ecc.
CEI
20-36: Prova di resistenza al fuoco di cavi elettrici
CEI
2-3: Macchine Elettriche rotanti
CEI
64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V
CEI
70-1: Gradi di protezione degli involucri
CEI
17-3: Apparecchiature costruite in fabbrica. (Quadri elettrici a tensione non
superiore
a
1000V in alternata e 1200V in continua)
Circolare
del Ministero dell’Interno 3/7/67 n° 75 – Criteri di prevenzione incendi per
grandi magazzini
Legge
5/3/90 n° 46 – Norme per la sicurezza degli impianti
DPR
n° 447/91 – Regolamento di attuazione della L 46/90
Progetto
Impianto Antincendio redatto dalla soc. xxxxx s.r.l. in data 3/2/04.