martedì 6 marzo 2018

Progetto di un impianto di spegnimento a pioggia (Sprinkler)



                    RELAZIONE TECNICA




Progetto dell'impianto di spegnimento a pioggia (Sprinkler) dei locali della soc. Alfa 






                    Progettista:

 Ing. Lucio De Paola
           



Indice 

1)   Oggetto e esclusioni
2)   Descrizione dell’impianto
3)   Analisi delle principali scelte progettuali
4)   Leggi, Norme e altri documenti di riferimento
5)   Allegati:
a.    Planimetria dei locali con schema dell’impianto
b.    Caratteristiche tecniche delle pompe

1)   Oggetto ed esclusioni

Il presente documento ha per oggetto il dimensionamento dell’impianto di spegnimento automatico a pioggia (sprinkler) dei locali ‘ALFA’ di via Xxxx 10, Città.
Esso si inserisce nel contesto dell’impianto antincendio, che prevede la presenza di idranti e estintori, di un sistema di rivelazione e segnalazione fumi e quant’altro riportato nei documenti di progetto redatto dalla soc. Yyyyyy   citato al paragrafo 4 e di seguito indicato come ‘Progetto Antincendio’.
Si integra, inoltre, con il progetto relativo all’impianto elettrico, redatto in data 10/9/01, che, sulla base delle prescrizioni introdotte dall’impianto sprinkler e idranti, inizialmente non previsti, deve essere modificato, per supportarne i requisiti richiesti di sicurezza, affidabilità e continuità del servizio.

In questa sede vengono dati i parametri dimensionali dell’impianto e cioè i diametri dei tubi e degli erogatori, le caratteristiche delle pompe, l’ubicazione degli erogatori -in relazione alla presenza di pareti, travi pilastri ecc.- e la dimensione teorica della vasca.
Non sono oggetto del presente documento la definizione dei parametri da richiedere all’acquedotto e/o la valutazione delle caratteristiche del pozzo per un eventuale rincalzo dell’alimentazione idrica.
Essendo già presente nel sito in oggetto un impianto sprinkler, è possibile che alcune parti di esso abbiano i requisisti qualitativi e dimensionali per essere ancora utilizzate.
Ciò va verificato preventivamente, mediante prove e misure e comunque, prima dell’attivazione, va effettuato quanto previsto nella Norma UNI 9489, al par. 14.2, con particolare riguardo ai punti 14.2.1 (prova delle tubazioni e delle alimentazioni) e 14.3.3 (prova delle pompe).
I locali in oggetto sono destinati in parte ad area di vendita e in parte a deposito.
In particolare, le aree di vendita rientrano nella Classe B3 di cui al Prospetto XI (Settore ‘Varie’ – Grandi Magazzini di vendita) della UNI 9489, mentre i depositi nella Categoria ‘Tessuti’ M2 (Prospetto XIII), con imballaggi di carta, cartone, legno materia plastica non espansa e con attrezzature per lo stoccaggio costituite da pallets di legno e/o contenitori non combustibili (Categoria I2 del Prospetto XV).
Le merci sono poste su scaffali oppure accatastate le une sulle altre, con altezza complessiva inferiore a 3 m, per cui i depositi sono normali e attribuiti alla classe D0 (salvo a verificare la modalità di impiego di un futuro esercizio commerciale, al momento non esistente e non prevedibile, al primo piano).


2)   Descrizione dell’impianto

 Dati dell’edificio e degli altri impianti esistenti

Si tratta di una struttura in cemento armato, in cui il piano terra, di circa 2000 mq, è adibito a punto vendita della soc. Alfa, con annessi uffici, magazzini, locali tecnici, mentre il primo piano, di circa 1820 mq, era adibito a punto vendita della soc. Yyyy ed è attualmente vuoto.
Trattandosi di un sito unico, le disposizioni del presente documento valgono in quanto qualunque punto dei locali, in qualunque momento, dovrà sempre essere accessibile al personale di entrambi gli esercizi.
Tra i due vi è un piano ammezzato di circa 650 mq.
La forma, l’ubicazione ed altri particolari realizzativi, nonché la disposizione dell’arredo sono desumibili dalle piante allegate.
L’area va considerata ‘ambiente a maggior rischio in caso di incendio’, a causa della possibile presenza di un elevato numero di persone per significativi periodi di tempo.
Non sono presenti pensiline e tettoie direttamente comunicanti con gli ambienti protetti oppure separate tramite elementi con resistenza al fuoco minore di REI 30.
A entrambi i piani sono presenti, almeno in alcune aree, controsoffitti, al primo con altezza media di 20¸ 30 cm (in qualche punto addirittura mancante), al piano terra di oltre 80 cm (e quindi soggetto a protezione da sprinkler, come precisato al par.12.5.1 della UNI 9489).
Come rilevabile dal Progetto Antincendio, è presente un sistema di rivelazione e allarme incendio, conforme alla norma UNI 9795.
È previsto anche il distacco di emergenza, mediante pulsanti sotto vetro, dell’alimentazione dei vari quadri elettrici (ma devono essere esclusi i servizi di emergenza, come le pompe antincendio), che altrimenti potrebbero essere investiti dall’acqua di idranti e sprinkler (i quadri elettrici hanno grado di protezione IP40).
L’alimentazione idrica è fornita dall’acquedotto gestito dalla Società ‘Acquaxxxx’.
Come verrà precisato più avanti, occorrerà conoscere con ragionevole affidabilità la pressione al misuratore e la sua variabilità nel tempo, perché la vasca ubicata nel locale Centrale Idrica è a servizio sia dell’impianto sprinkler che della rete di idranti, mentre il suo volume non è sufficiente a garantire il fabbisogno d’acqua per il tempo richiesto dalle norme.
Gli impianti e gli accorgimenti previsti dalle norme antincendio, il sistema delle vie di esodo, la compartimentazione degli ambienti, la determinazione delle caratteristiche REI di porte, pareti e solai sono oggetto del Progetto Antincendio menzionato al par.4 della presente relazione.
In particolare, ai fini del presente documento, si evidenzia che i locali devono essere separati dal resto del fabbricato (UNI 9489 par. 12.1) da elementi costruttivi con resistenza al fuoco commisurata alle caratteristiche delle aree circostanti e per le quali si rimanda al progetto succitato (punto D.1, dove sono individuati in strutture REI 120).
 Nei vani verticali (cavedi tecnici ecc.) che mettono in comunicazione tra loro diverse intercapedini, inoltre, la suddetta norma UNI prevede la presenza di elementi di separazione non combustibili in corrispondenza di ciascun piano (par. 12.5.1).
Il controsoffitto, dove presente, deve essere in materiale non combustibile (classe 0) e al piano terra, dove delimita un ambiente protetto da sprinkler, avere anche caratteristica REI 120.
Il locale che ospita le pompe (UNI 9490 par. 4.9.1.1) deve essere separato tramite elementi verticali e orizzontali resistenti al fuoco almeno REI 120.

Vasca di accumulo

Sono presenti due vasche, negli ambienti indicati in planimetria, tra loro collegate da una conduttura almeno DN 200 posta in prossimità della base.
La vasca 1 ha dimensioni di circa 8,7m x 5,0m x 1,7m, che, tenendo conto delle limitazioni poste ai parametri A e B (vedere ‘Dettaglio B’ della planimetria allegata) dalla UNI 9490 per una conduttura di aspirazione DN 150 mm, risulta pari a un volume utile di 47,85 mc.
La vasca 2 ha dimensioni 7m x 4,5m x 1,7m, per un volume utile di 34,65 mc e un volume totale disponibile di 82,5 mc.
Le pompe sono sottobantente, con condotte di aspirazione ubicate in modo che i parametri A e B abbiano il valore indicato al suddetto ‘Dettaglio B’ della planimetria.

Dalla Relazione Tecnica del Progetto Antincendio, al punto H, si deduce che il fabbisogno della rete di idranti, in caso di intervento, è di 120 litri/min per 60’, con un minimo di 3 idranti simultaneamente attivi.
Il totale degli idranti previsti è di 6 al primo piano e 5 al piano terra.
Per la tipologia dei locali in oggetto, la norma UNI 9489 al par. 7.4 prevede, nel caso di capacità insufficiente della vasca, il ricorso ad una alimentazione di rincalzo, che, nel sito in esame, può essere rappresentata dall’acquedotto pubblico.
A tal proposito, si noti che “i pozzi non sono ammessi come alimentazione diretta di un impianto, a meno che sia sempre garantito che il livello della falda sia sufficiente al prelievo, nelle condizioni previste d’esercizio” (UNI 9490 par. 4.1)

Qui nel seguito (par. 3) viene effettuato il calcolo per l’impianto sprinkler, che va poi aumentato in base al numero di idranti che si ritiene possano essere simultaneamente attivi (³3) e che rientra nell’ambito più ampio del Progetto Antincendio.
L’immissione dell’acqua nel serbatoio deve essere comandata da due valvole a galleggiante, ciascuna in grado di erogare almeno il 70% della portata richiesta (indicata nel par. 3 del presente documento), ed essere contemporanea al funzionamento delle pompe.

Acquedotto
Data l’importanza dell’acquedotto pubblico come alimentazione di reintegro/rincalzo, deve essere assicurato il blocco in posizione aperta della valvola di intercettazione nel punto di consegna.
È inoltre richiesta, subito a valle, una valvola di non ritorno, con relativo rubinetto di prova, manometro e pressostato, come da punto b) e c) del par. 4.7.1.2 della UNI 9490. 
La portata richiesta al tronco di acquedotto dedicato al rincalzo è determinata dalla relazione:

                                   Qacq = (Vcalcolato – Veffettivo) / tscarica

dove Vcalcolato è dato al par. 3, Veffettivo è di 82,5 mc e t è di 60 minuti.

È comunque disponibile in ogni momento il reintegro, di portata almeno pari a 75 lt/min (si veda il par. 3).

Lo sbocco delle condotte di rincalzo e di reintegro deve avere caratteristiche tali da ridurre al minimo la miscelazione di aria con l’acqua.

Pompa di Compensazione

L’impianto va mantenuto in pressione mediante elettropompa di compensazione, che fornisca una prevalenza di circa 82 m, per tener conto dell’altezza degli erogatori del 1° piano e per poter intervenire (all’85% della pressione a mandata chiusa) prima della elettropompa e della motopompa.
Le condotte di aspirazione e mandata hanno diametro nominale secondo quanto indicato dal Costruttore (si veda lo schema con relativa tabella allegati).
Il dispositivo di comando della pompa di compensazione va tarato in modo da arrestarla al ristabilimento della pressione nell’impianto.

Elettropompa di Mandata

In caso di intervento, la pressione è assicurata mediante elettropompa da 400V trifase, 2950 giri/min., di cui in allegato si riporta la caratteristica di principio pressione-portata (che non è quella della pompa attualmente installata nel locale Pompe Antincendio).
In allegato è riportato il grafico con la curva Pressione-Portata della pompa e la curva di domanda dell’impianto, determinata utilizzando l’approssimazione alla parabola di equazione p = h0/100 + (h0/100 – p0) (Q/Q0)2, dove h0 indica la distanza in altezza del più alto erogatore rispetto alla Stazione di Controllo (SdC) e che nel sito in esame vale circa 8,6m.
Le perdite di carico distribuite sono state calcolate, come da par. 13.3.3.6 di detta norma, con la relazione di Hazen-Williams: r = 6.05 x Q1.85 x 109/ C1.85 x Q4.87 [mm/m], avendo scelto per C il valore di 120, relativo ai tubi di acciaio in buone condizioni.
Il dispositivo di avviamento automatico della pompa è costituito da un pressostato tarato in modo da avviarla quando la pressione a valle si riduce intorno all’80% di quella prodotta a mandata chiusa.
Deve essere installato un dispositivo automatico che azioni un segnale di allarme acustico e luminoso in locale permanentemente controllato, in caso di mancanza di tensione e/o di una fase.
Tale dispositivo deve avere alimentazione indipendente (nel caso sia costituita da una batteria di accumulatori, questa deve avere dispositivo di ricarica in tampone e capacità sufficiente ad azionare il segnale di allarme per almeno 24 ore ed essere diversa da quelle utilizzate per l’avviamento automatico della motopompa (UNI 9490 par. 4.9.4.5).
Le linee di alimentazione devono essere realizzate con cavi resistenti al fuoco almeno 3 ore.
Per quant’altro non esplicitamente menzionato in questa sede, si fa riferimento alla UNI 9490 par. 4.9.4.

 Motopompa di Mandata

Nell’evenienza di apertura degli erogatori e di simultaneo malfunzionamento o comunque di incapacità a soddisfare il fabbisogno idrico da parte dell’elettropompa, i circuiti preposti al comando degli azionamenti devono far intervenire una motopompa in parallelo a gasolio di cilindrata tale da erogare una potenza nominale e con caratteristiche idrauliche equivalenti a quelle della elettropompa.
Nel presente documento si indicano i parametri richiesti ad una motopompa da installare ex novo, di cui in allegato si riportano i principali parametri.
E’ riportato anche il consumo specifico, necessario per assicurare la disponibilità del gasolio per il tempo previsto dalle norme (almeno 4 ore, come da UNI 9489 par. 13.5.1.4), essendo prevista la presenza di un serbatoio a uso esclusivo dell’impianto sprinkler.
Il motore elettrico ausiliario è alimentato da almeno quattro batterie di tipo per servizio pesante, di capacità tale da permettere, senza ricarica, 10 avviamenti consecutivi.
Esternamente al locale deve essere disponibile una riserva di carburante sufficiente per 24 ore.
Non è ammesso l’uso di tubi di plastica.
Il quadro di controllo deve essere dotato di un selettore a tre posizioni (automatico- manuale- aperto) con chiave di manovra estraibile solo in posizione ‘automatico’, nonchè di un sistema di controllo, che segnali ogni difetto di avviamento.
Scarico dei gas all’esterno e silenziatore come da par. 4.9.5.5 della UNI 9490.

Ognuna delle pompe è comandata da un quadro elettrico dedicato, contenente le logiche di intervento derivanti dalle misure dei pressostati differenziali.
La corrente nominale In è indicata sulle tabelle dei Costruttori, come anche la corrente di picco, in base alle quali va dimensionata la protezione elettrica, per la quale si rimanda alla variante all’impianto elettrico sopra menzionata.
Le tubazioni delle pompe devono essere assolutamente stagne.
La manovrabilità (accensione manuale, modalità di arresto ecc.) e le modalità di installazione delle pompe devono essere conformi a quanto richiamato nella norma UNI 9490 ai parr. 4.9.4 e 4.9.5.
Le valvole di non ritorno devono essere munite di portello di ispezione facilmente amovibile e devono portare chiaramente l’indicazione della pressione nominale, il diametro nominale e, con una freccia, il senso del flusso (UNI 9489 par. 8.4).
Sulle pompe devono essere chiaramente indicati i dati di targa.
Nel locale pompe deve essere mantenuta una temperatura non minore di 10°C, data la presenza di motopompe, e deve essere prevista l’installazione di opportuni ventilatori, per evitare che la temperatura ambiente salga oltre i 40°C quando i motori diesel funzionano a pieno carico UNI 9490 par. 4.9.1.2).
Le pompe devono essere conformi alla UNI ISO 2548 e comunque va verificato quanto richiesto ai parr. dal 4.9.2.1 al 4.9.3.4.
L’avviamento manuale delle pompe deve avvenire mediante simulazione di una caduta di pressione nel collettore di alimentazione dell’impianto.
Ogni caduta di pressione tale da provocare l’avviamento delle pompe deve contemporaneamente azionare un segnale di allarme acustico e luminoso in locale permanentemente controllato.
L’alimentazione elettrica di tale dispositivo di allarme deve essere indipendente da quella della elettropompa e dalle batterie utilizzate per l’avviamento della motopompa.

Impianto Elettrico
Le caratteristiche elettriche delle elettropompe richiedono l’opportuno dimensionamento della linea di alimentazione dedicata, che dall’apposito quadro elettrico, da dimensionare in un ‘addendum’ al progetto elettrico redatto in data 10/9/2001, alimenta i quadri di comando delle pompe.
Le linee di alimentazione delle pompe devono essere protette da fusibili, con potere di interruzione adeguato alle correnti di corto circuito ivi previste.
Sugli interruttori che comandano il funzionamento delle pompe deve essere apposto il cartello recante la dicitura
 ‘ Alimentazione della pompa per impianto antincendio – NON APRIRE L’INTERRUTTORE IN CASO DI INCENDIO’
I quadri elettrici con le protezioni e le logiche di intervento delle pompe e dei sensori, nonchè le sezioni dei cavi e la resistenza al fuoco devono essere rivisti alla luce del presente dimensionamento e della UNI 9490 par. 4.9.4, in quanto l’alimentazione elettrica della Centrale Idrica non costituiva oggetto del progetto redatto in data 10/9/200X.
Per quanto riguarda la sicurezza, occorre prevedere che il dispositivo di distacco dell’alimentazione non agisca sui circuiti di alimentazione delle pompe.
Qualora queste non possano essere alimentate, per esempio per un guasto ai motori o per un corto circuito sulla linea stessa, deve automaticamente partire la motopompa.

Stazione di Controllo

La struttura della SdC è riportata in allegato.
Ø La valvola di controllo e allarme, avendo DN>65, è flangiata secondo la norma UNI 2223.
Ø La valvola di intercettazione ha diametro non minore della valvola di controllo e porta chiaramente visibile il senso di chiusura; deve, inoltre, essere possibile individuare con immediatezza se è aperta o chiusa.
Ø La campana idraulica è attualmente posta nel cortile interno, in corrispondenza della SdC, a circa 3m di altezza. In osservanza al par. 8.1.7 della UNI 9489, per assicurare che il segnale di allarme sia chiaramente udibile dal personale di sorveglianza, sono previsti degli allarmi ausiliari elettrici, azionati da un pressostato differenziale che rivela il flusso nella SdC (non proveniente dalla pompa di compensazione).
Ø La tubazione di collegamento deve essere metallica e protetta contro la corrosione.
Se la lunghezza di questa tubazione è maggiore di 6m, si assume il diametro DN20 (altrimenti DN15) (UNI 9489 par. 8.1.7)
Ø Subito a valle della SdC devono essere previsti uno o più attacchi per autopompa conformi alla UNI 9490, di diametro come determinato nel Progetto Antincendio, chiaramente segnalati dal cartello riportante la dicitura:
‘Impianto Automatico a Pioggia – ATTACCO PER AUTOPOMPA – 
 Pressione massima 1 MPa (10 bar) (UNI 9489 par. 7.5).

La SdC è situata in posizione facilmente accessibile e tale prerogativa non deve essere degradata dall’interposizione di materiali e ostacoli di vario genere; essa, inoltre, non deve essere esposta a urti e ad altre sollecitazioni.
In prossimità della SdC deve essere esposta una planimetria dell’impianto, con l’indicazione dell’altezza massima tra SdC e erogatore più alto (8,6 m) e della pressione al manometro in condizioni di riposo (8,2 bar).
Gli strumenti di misura devono avere fondo scala pari almeno al 150% della massima pressione di eesercizio (UNI 9490 par. 5.2.1)

Condutture

Per quanto possibile, si è cercato di mantenere la disposizione delle condutture e degli erogatori esistenti (salvo a verificarne lo stato di efficienza e affidabilità all’atto del collaudo e poi periodicamente durante l’esercizio), anche nei casi di configurazione non ottimale, limitando le variazioni ai casi di evidente incompatibilità con il gruppo pompe prescelto o con le norme vigenti.
Ciò nell’ottica di ridurre il disagio alle attività commerciali esistenti, in termini di oneri installativi e interferenze con la conduzione degli esercizi.
Le condutture sono realizzate in acciaio (coefficiente C della formula di Hazen Williams pari a 120; i tubi devono essere puliti prima dell’attivazione dell’impianto), conformi alla UNI 8863 serie media, con i diametri nominali indicati in planimetria. Non sono previsti tratti interrati.
Il PN dei componenti non è mai inferiore a 16.
Per il calcolo delle perdite di carico localizzate sono stati utilizzati i valori riportati nei Prospetti XXIX ¸XXXII della UNI 9489.
Ogni tubo lungo più di 0,6 m deve essere ancorato almeno a un sostegno, con le seguenti precisazioni:
- distanza tra sostegno e erogatore > 150 mm
- distanza tra l’ultimo sostegno di una diramazione e l’ultimo erogatore < 1,2
  m (tubi DN25) o 1,4 m (tubi DN32).
- per le sezioni, i tubi con DN 150 richiedono sostegni da 35 mmq, i tubi fino
  a DN 100 richiedono 25 mmq e quelli fino a DN 50 15 mmq (Prospetto II
  UNI 9489).

Erogatori

In planimetria è indicata la disposizione, stabilita in base alle distanze minime e massime previste dalle norme.
In particolare, essendo il sito di classe B3-D0, l’Area Specifica protetta da un singolo erogatore è di 12mq, mentre l’Area Operativa è di 216 mq.
In base a quanto sopra e alle esigenze topografiche del sito, l’area media protetta da un singolo erogatore risulta pari a circa 10mq.
La massima distanza tra due erogatori contigui non è superiore a 4 m, mentre la minima non è mai inferiore a 2 m, per evitare interferenze tra i getti.
La distanza tra erogatori e pareti è pari a d/2, dove d è la distanza tra file adiacenti (e comunque non meno di 1,6m), mentre la distanza da pilastri e colonne deve essere almeno 60 cm.
La distanza tra erogatore e soffitto o copertura è compresa tra 75 e 150 mm. (fatte salve le eccezioni previste ai punti a e b del par. 10.4.7.1 della UNI 9489).
Sotto il diffusore degli erogatori deve essere mantenuto uno spazio libero non minore di 0,5 m.
Nel sito in oggetto tutti i soffitti e controsoffitti sono orizzontali e di materiale incombustibile.
Gli erogatori utilizzati sono DN 15, del tipo a bulbo di vetro, con temperatura di intervento di 68°C (colore rosso), a getto verso il basso (pendent).
In controsoffitto si utilizzano erogatori a getto verso l’alto.
I vani scala è richiesto carico di incendio non maggiore di 5 kg di legna equivalente.
Le valvole di intercettazione devono essere bloccate come indicato in 8.7 della UNI 9489.
Oltre ai casi particolari già menzionati, le valvole devono essere tali da consentire l’immediata individuazione del proprio stato di apertura o chiusura e devono recare il senso di chiusura.
Gli apparecchi di misura delle alimentazioni devono essere confomi al par. 5.2 della UNI 9490.


3)   Analisi delle principali scelte progettuali

Dalla relazione che lega la portata di scarica alla pressione e al diametro dell’erogatore:
                                     Qerog = K p

e dall’intersezione delle curve di domanda dei vari ambienti del sito con la curva della pompa, si deducono la pressione e la portata mediamente presenti ai singoli erogatori, assumendo per K il valore di 253 (Prospetto IV della UNI 9491).
Lungo la condotta di distribuzione le perdite di carico specifiche r vengono calcolate con la formula di Hazen Williams:

                          r = 6.05 · Q1,85 · 109 / C1,85 · d4,87

essendo C = 120 (tubi di acciaio)
Il dislivello tra SdC e erogatore più alto è di circa 8,6m.
Il budget di pressione per un’Area Operativa è dunque il seguente:

Ø  Pressione richiesta all’erogatore più sfavorevole: ~0,15 Mpa, equivalenti a una portata di circa 100 lt/min
Ø Perdite di carico relative alle condutture interessate dalla scarica
Ø Equivalente manometrico del dislivello tra Pompa e erogatori più alti, h0 = 0,086 MPa
Ø Pressione richiesta in mandata alla pompa alla portata Q0 = [numero di erogatori in Area Operativa (mediamente 20)] x [portata al singolo erogatore (mediamente 100 lt/min)]
Si trascura il contributo cinetico ½ 𝜟w2/g, come previsto anche dalle norme.
La curva di domanda è ottenuta mediante approssimazione parabolica:

                          p = h0/100 + (p0 – h0/100) (Q/Q0)2

Di seguito si riportano in forma tabellare le curve di domanda indicative di alcune aree operative.

                                    
    Calcolo del punto di lavoro



lt/min
Area PT-3
Area PT-2
Area PT-1
Area A-2
Area A-1
0
0.09
0.09
0.09
0.09
0.09
100
0.18
0.09
0.09
0.09
0.09
200
0.48
0.09
0.09
0.09
0.09
300
0.97
0.10
0.10
0.10
0.09
400
1.65
0.11
0.10
0.11
0.10
500
2.54
0.12
0.11
0.12
0.11
600
3.61
0.14
0.13
0.13
0.12
700
4.89
0.16
0.14
0.15
0.13
800
6.36
0.18
0.16
0.16
0.15
900
8.02
0.21
0.18
0.18
0.16
1000
9.89
0.24
0.20
0.21
0.18
1100
11.94
0.27
0.22
0.23
0.20
1200
14.20
0.30
0.25
0.26
0.22
1300
16.65
0.34
0.28
0.29
0.24
1400
19.29
0.38
0.31
0.33
0.27
1500
22.14
0.42
0.34
0.36
0.30
1600
25.17
0.47
0.38
0.40
0.33
1700
28.41
0.52
0.42
0.44
0.36
1800
31.84
0.57
0.46
0.48
0.39
1900
35.46
0.62
0.50
0.53
0.42
2000
39.29
0.68
0.54
0.57
0.46
2100
43.30
0.74
0.59
0.62
0.50
2200
47.52
0.81
0.64
0.68
0.54
2300
51.93
0.87
0.69
0.73
0.58
2400
56.53
0.94
0.75
0.79
0.62
2500
61.34
1.02
0.80
0.85
0.67
2600
66.33
1.09
0.86
0.91
0.72
2700
71.53
1.17
0.92
0.98
0.77
2800
76.92
1.25
0.98
1.04
0.82
2900
82.50
1.34
1.05
1.11
0.87
3000
88.29
1.43
1.12
1.18
0.93
3100
94.26
1.52
1.19
1.26
0.98
3200
100.44
1.61
1.26
1.34
1.04
3300
106.81
1.71
1.33
1.41
1.10
3400
113.37
1.81
1.41
1.50
1.17
3500
120.14
1.91
1.49
1.58
1.23








                                  Calcolo del punto di lavoro



lt/min
Area 1P-1
Area 1P-2
Area 1P-3
Area 1P-4
pompa V 80-250
0
0.09
0.09
0.09
0.09
0.75
100
0.09
0.09
0.09
0.09
0.75
200
0.09
0.09
0.09
0.09
0.75
300
0.10
0.10
0.10
0.10
0.75
400
0.11
0.10
0.11
0.10
0.75
500
0.12
0.11
0.12
0.11
0.75
600
0.13
0.13
0.13
0.12
0.75
700
0.15
0.14
0.15
0.14
0.75
800
0.16
0.16
0.17
0.15
0.75
900
0.19
0.18
0.19
0.17
0.75
1000
0.21
0.20
0.21
0.19
0.75
1100
0.23
0.22
0.24
0.21
0.75
1200
0.26
0.25
0.27
0.23
0.74
1300
0.29
0.28
0.30
0.26
0.74
1400
0.33
0.31
0.33
0.29
0.74
1500
0.36
0.34
0.37
0.32
0.73
1600
0.40
0.38
0.41
0.35
0.73
1700
0.44
0.42
0.45
0.38
0.72
1800
0.48
0.46
0.49
0.42
0.72
1900
0.53
0.50
0.54
0.46
0.71
2000
0.58
0.54
0.59
0.50
0.70
2100
0.63
0.59
0.64
0.54
0.70
2200
0.68
0.64
0.69
0.58
0.69
2300
0.73
0.69
0.75
0.63
0.68
2400
0.79
0.74
0.81
0.68
0.67
2500
0.85
0.80
0.87
0.73
0.66
2600
0.91
0.86
0.93
0.78
0.65
2700
0.98
0.92
1.00
0.84
0.64
2800
1.05
0.98
1.07
0.89
0.62
2900
1.12
1.04
1.14
0.95
0.61
3000
1.19
1.11
1.21
1.01
0.59
3100
1.26
1.18
1.29
1.08
0.58
3200
1.34
1.25
1.37
1.14
0.56
3300
1.42
1.33
1.45
1.21
0.54
3400
1.50
1.40
1.53
1.28
0.53
3500
1.59
1.48
1.62
1.35
0.51

 Si riporta anche il grafico relativo ad alcune aree operative:
Trascurando il contributo cinetico, per spostare Q=2600 lt/min a p=6,5×105 Pa, dall’equazione di Bernoulli si ricava una potenza di elica Pe = Q p = 28,2 kW, che, con un rendimento di circa 0,72 desunto dai grafici del Costruttore, equivale a una potenza elettrica assorbita di 39,2 kW, per cui si sceglie un modello da 45 kW.
Esempio di prodotto commerciale è la elettropompa con curva di domanda 80-250.
Rendimenti e potenze si evincono dai grafici del Costruttore allegati.
Il net pressure suction head richiesto in aspirazione (NPSHr), secondo le indicazioni del Costruttore, è di 3,9 m a 2150 lt/min e di 4,5 m a 2500 lt/m.
La tensione di vapore dell’acqua (a 23°C) è di 0,28 m.
Le perdite di carico in aspirazione sono date dalla valvola di intercettazione (equivalente a 0,9 mt di tubo DN 150), da 2 curve a 90° presenti nell’attuale impianto e che presumibilmente resteranno anche nell’impianto futuro (equivalenti a 8,4 m complessivi), dai circa 2 m di condotta di aspirazione e dalla riduzione di sezione (che genera una perdita cinetica trascurabile), per una perdita di carico totale di 0,55 m.
La cavitazione è evitata, essendo l’NPSH disponibile, anche al livello minimo della vasca di accumulo, assicurato dalla pressione atmosferica + circa 1 metro di dislivello tra il minimo livello dell’acqua nella vasca e la linea centrale della pompa e comunque la pompa funziona alla massima portata con una altezza di carico all’aspirazione minore di 6 m, inferiore al limite imposto dalla UNI 9489 al par. 13.5.2.4.

In nessuna conduttura la velocità dell’acqua verosimilmente supera i 10 m/sec (wmax=Qmax/Smin, dove Qmax è la portata massima relativa a un singolo erogatore e Smin è la sezione di un tubo DN25=0,00049 [mq] e w<10 per portate fino a 294 lt/min).
Per quanto riguarda le dimensioni della vasca, nell’ipotesi di pompa adottata, si consideri che l’area A-1 richiede in 60 min una quantità di acqua pari a 156 mc, con un deficit, quindi, pari a 74 mc.
Poichè il tempo a disposizione del rincalzo per fornire gli 82,5 mc richiesti al rincalzo è di 1 ora, la portata che ne consegue è di 1233 lt/min.
In più vi è il fabbisogno degli idranti, che, dal Progetto Antincendio di cui al seguente par. 4, risulta almeno pari a 3x120 lt/min per 60 min. (= 21,6 mc), con una portata di 360 lt/min per 60 min.
L’attuale sezione della condotta di adduzione dell’acqua alla vasca non è sufficiente allo scopo e andrà eventualmente ricalcolata, sulla base della effettiva disponibilità di pressione garantita dall’acquedotto pubblico.
Per quanto riguarda l’utilizzo di un pozzo come rincalzo, occorre verificare quanto sopra menzionato (UNI 9490 par. 4.1) e cioè che si possa garantire un livello di falda sufficiente per il prelievo, nel momento in cui venga richiesto il rincalzo.
In base a quanto sopra, andrà eventualmente rivista, per quanto compatibile con le barriere architettoniche esistenti, anche la capacità delle vasche.

Calcolo del ventilatore in centrale idrica
Si veda il prospetto allegato

Installazione, collaudo e manutenzione

Per brevità si rimanda a quanto riportato nella norma UNI 9489, parr. 9.3 e 9.4 (e per i sostegni alla norma UNI 7145).
In particolare, al par. 9.3.7 si vieta l’installazione di tubazioni in condizioni tali da non permettere l’ispezione.
Essendo il sito in zona sismica (si veda la mappa allegata), va realizzato quanto previsto al par. 9.3.6, sia riguardo agli ancoraggi che agli attraversamenti. 
Deve altresì essere installato un attacco supplementare di prova in coda a ognuno dei due collettori di distribuzione (1° piano e piano terra), munito di valvola di intercettazione e attacco per manometro.
Tale attacco di prova deve essere in grado di erogare la portata di un singolo erogatore e sboccante o all’esterno o in recipiente aperto, in modo che sia possibile vedere il passaggio dell’acqua (par. 9.5.2).
Le tubazioni devono essere installate in modo da consentire il completo svuotamento dell’impianto.
I sostegni utilizzati per le tubazioni devono essere chiusi intorno ai tubi, ancorandoli alle strutturefisse del fabbricato, e essere di materiale non combustibile.
Al termine dei lavori deve essere eseguito un collaudo dell’impianto, effettuando le prove e i controlli indicati al par. 14 della UNI 9489, mentre durante l’esercizio l’utente deve provvedere al mantenimento delle condizioni di efficienza dell’impianto, mediante le ispezioni periodiche indicate al par. 15 della medesima norma.


4)   Leggi, Norme e altri documenti di riferimento

UNI 9489 – Impianti fissi di estinzione automatici a pioggia (sprinkler)
UNI 9490 – Alimentazioni idriche per impianti automatici antincendio
UNI EN 12259/1 - Installazioni fisse antincendio-Componenti per sistemi a sprinkler e a
spruzzo d’acqua-Sprinklers
UNI EN 12259/2 – Installazioni fisse antincendio-Componenti per sistemi a sprinkler e a
spruzzo d’acqua-Valvole di allarme idraulico
UNI 2223 – Flange metalliche per tubazioni ecc.
UNI 6363 – Tubi di acciaio senza saldatura e saldati, per condotte di acqua
UNI 6884 – Valvole di intercettazione e regolazione di fluidi
UNI 7125 – Saracinesche frangiate per condotte d’acqua
UNI 8293 – Manometri, vacuometri e manovacuometri. Classi di precisione
UNI 8863 – Tubi senza saldatura e saldati di acciaio non legato
UNI ISO 2548 e 3555 – Pompe centrifughe semiassiali e assiali ecc.
CEI 20-36: Prova di resistenza al fuoco di cavi elettrici
CEI 2-3: Macchine Elettriche rotanti
CEI 64-8: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000V
CEI 70-1: Gradi di protezione degli involucri
CEI 17-3: Apparecchiature costruite in fabbrica. (Quadri elettrici a tensione non superiore
a 1000V in alternata e 1200V in continua)
Circolare del Ministero dell’Interno 3/7/67 n° 75 – Criteri di prevenzione incendi per grandi magazzini
Legge 5/3/90 n° 46 – Norme per la sicurezza degli impianti
DPR n° 447/91 – Regolamento di attuazione della L 46/90
Progetto Impianto Antincendio redatto dalla soc. xxxxx s.r.l. in data 3/2/04.